Quando un giornale si sente Libero di aggrapparsi al disgusto

di SERGIO SIMEONE* -Dovrei ormai essere abituato ai titoli indecenti di “Libero”, il giornale di Milano da cui promanano i peggiori umori della destra italiana.

Eppure non ho potuto non avvertire un moto di repulsione quando ho letto il titolo di testa della sua edizione cartacea del 15 aprile. Esso è così composto:

Occhiello: Letta democratico di Egitto

Titolo: CI MANCAVA REGENI

Sottotitolo: Il PD ci ha rotto il gas

Il giornale di Sallustri, Senaldi e Feltri vorrebbe con questo titolo “spiritoso” polemizzare con il segretario del Pd, che, avendo appreso che l’Eni ha stipulato un accordo con Al Sisi per ottenere una fornitura di gas egiziano che faccia, almeno in parte, diminuire la dipendenza dell’Italia dal gas russo, ha espresso le sue perplessità circa l’opportunità di fare accordi con il dittatore egiziano che da anni nega qualsiasi collaborazione con la magistratura italiana, che cerca di fare giustizia sul caso del ricercatore italiano Giulio Regeni, torturato ed ucciso dalla polizia segreta egiziana.

Il titolo colpisce come un pugno nello stomaco per la trivialità dei giochi di parole  (che dovrebbero, nelle intenzioni di chi lo ha generato e di chi lo ha avallato, far sorridere il lettore) e, soprattutto, perché considera il desiderio di giustizia della famiglia del ricercatore e della maggioranza degli italiani per il barbaro crimine, solo  un fastidioso intralcio al compimento di affari, questi sì davvero importanti, con un dittatore che copre i poliziotti egiziani autori del crimine, e comunque ben più importanti di una vita umana.

Dopo aver provato, però, il naturale profondo disgusto per questo, come per gli altri indecenti titoli di “Libero”, io penso che tutto sommato dovremmo ringraziare questo giornale, perché toglie il velo di ipocrisia che copre le dichiarazioni dei politici della destra e fa emergere con chiarezza il loro vero sentire. “Liberoè il ritratto di Dorian Gray della destra italiana: razzismo, omofobia, negazione del riconoscimento dei diritti civili, egoismo di classe, il ritenere gli interessi economici prevalenti sulla dignità  e spesso sulla stessa vita delle persone emergono con grande chiarezza e senza pudore come i suoi veri “valori”.

*Sergio Simeone, docente di Storia e Filosofia, è stato anche dirigente del sindacato Scuola della Cgil

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