Quando il maiale è di destra e il pollo diventa di sinistra

di ENNIO SIMEONE – Chissà se venerdì prossimo, 4 ottobre, in concomitanza con la celebrazione di Sam Petronio, patrono di Bologna, l’ex ministro degli Interni (ma sempre capo della Lega) Matteo Salvini ci regalerà la lieta sorpresa di immortalarsi in un self-video di protesta divorando in segno di protesta, anziché il solito panino alla mortadella, un piatto di tortellini. Ma se davvero decidesse di concedersi allo smartphone in tale faticosa esibizione gastronomica si sappia che lo farà al solo scopo di arginare l’onda migratoria proveniente dagli stati nei quali vige l’islamismo e, soprattutto, di contrastare l’arrendevolezza, anzi la compiacenza della Chiesa cattolica nei confronti di coloro che praticano quella religione.

Quel gesto sarebbe il degno coronamento di una ferma presa di posizione adottata da combattivo politico lombardo appena ha appreso che il vescovo di Bologna ha acconsentito che i consueti festeggiamenti per la ricorrenza di San Petronio, oltre che con i tradizionali tortellini riempiti con carne di maiale, vengano accompagnati anche con tortellini ripieni di carne di pollo, che l’alto prelato ha addirittura pericolosamente ribattezzato «tortellini dell’accoglienza», in modo che – sospetta argutamente il «capitano» leghista –  anche gli infedeli, che rifuggono dall’alimentarsi con carne suina, possano partecipare con i credenti cattolici alla celebrazione del santo.

E a chi ha osato obiettare che, in effetti, se il proposito dell’alto prelato cattolico fosse quello di fare proseliti tra persone di altro credo religioso, la sua scelta gastronomica non sarebbe poi da biasimare, il capo leghista ha argutamente replicato senza ulteriori indugi: “È come proporre il vino senza uva». “Non c’azzecca“ direbbe Di Pietro. Ma almeno Salvini stavolta non ha proposto di tornare subito al voto. Al massimo potrà chiedere ai bolognesi di fare il voto: quello dell’astinenza. Dai tortellini.

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