Primarie per il segretario della Lega: confermato Salvini, a Gianni Fava il 18%. E Bossi ipotizza l’abbandono

L’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Fava al seggio per le primarie della lega

Circa quindicimila militanti della Lega Nord sono stati chiamati a scegliere il segretario federale fra l’uscente Matteo Salvini e lo sfidante Gianni Fava, sostenuto dal Bossi e da Maroni. Lo spoglio ha dato il seguente esito, abbastanza scontato:  82% a Salvini, 18% a Fava. La proclamazione del segretario federale è prevista al congresso di Parma della prossima domenica. Salvini ha votato a Milano, in via Bellerio, come il presidente fondatore Umberto Bossi, mentre Fava ha votato nel Mantovano. L’altro ex segretario, Roberto Maroni, a Varese.

“La mia operazione è stata messa in piedi per salvare la Lega”, ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Fava, subito dopo aver votato nel seggio allestito nella sede della Lega nord provinciale a Sant’Antonio di Porto mantovano, comune nell’hinterland di Mantova. “Il dato politico delle primarie è chiaro – ha dichiarato uscendo dal seggio – Qualcuno ha cercato di annientare una componente, vedremo poi stasera quanto numerosa, della Lega ma non ci è riuscito. La mia operazione – ha aggiunto – è stata messa in piedi per salvare la Lega. Già abbiamo perso circa 3mila militanti dall’ultimo congresso del 2013 quando eravamo in 18mila; adesso siamo quasi 15mila. Se vogliono evitare che questa vicenda si trasformi in un’emorragia è necessario che qualcuno si mantenga fermo sulle nostre posizioni originarie indipendentiste e autonomiste”. Fava ha, quindi, concluso: “Io il mio congresso l’ho già vinto con la mia candidatura”.

“La Lega sovranista non esiste, forse è nelle intenzioni di Salvini. Non è stata ancora ratificata da nessun passaggio congressuale: per me la questione settentrionale è più forte di 20 anni fa, lasciare queste praterie libere per altre forze politiche è un errore”, ha aggiunto Fava.

Matteo Salvini, a margine del voto, ha replicato così ai giornalisti che gli hanno ricordato le recenti primarie del Pd: “Non chiediamo due euro, facciamo votare gratis. Ma comunque noi le facciamo meglio, non abbiamo file di cinesi e di rom fuori”. “Non ho mai parlato di percentuali – ha proseguito -, ho sempre sperato che tanta gente partecipasse, votasse per confermare quanto fatto in questi tre anni. Ho un’idea di Lega che non sia al servizio di nessuno e combatte le battaglie non solo in Lombardia e Veneto ma anche al fianco dei terremotati abruzzesi, dei pescatori siciliani, degli agricoltori pugliesi”. Quanto alle alleanze, “dentro qualcuno mi dice che dobbiamo allearci a prescindere e a vita con Berlusconi: no, io lavoro per un centrodestra unito e compatto per andare a governare però patti chiari e amicizia lunga”. Fra gli impegni, stop immigrazione e “ridiscutere i trattati Ue”. Ma Bossi non è dello stesso parere e ha ipotizzato, se non si cambia linea, un suo abbandono della Lega, di cui è stato il fondatore.

Ma (Ansa)

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