PERISCOPIO/ Noi visti, oggi, da una giornalista inglese

Nuccio-Fava-545x384di NUCCIO FAVA – Mi trovo nella “capitale morale” italina ad accompagnare una collega londinese, amica di vecchia data. Si trova a Milano per il “Salone del Mobile”, divenuto ormai di rilievo mondiale, aperto anche a visitatori e curiosi. Il clima è ideale, primavera avanzata che anticipa già l’estate. La mia collega è affascinata da negozi e vetrine –non solo di abbigliamento – tutte eleganti e curate con originalità e gusto. Scendiamo dalla metropolitana, ci viene incontro un maxi manifesto elettorale di Sala, candidato del Pd, con alle spalle una gigantografia dei Navigli, traboccante di piante e fiori.

La mia amica mi chiede del voto per il nuovo sindaco e del “Referendum sulle Trivelle”. La domanda mi sorprende, fatta da una giornalista che si occupa di arredo e di moda. Anche in Gran Bretagna sono alle prese con la brutta vicenda di Cameron per i capitali depositati a Panama e, ancora di più, per il Referendum sull’Europa. La mia amica è preoccupata, teme l’antieuropeismo incolto e demagogico, il suo pericoloso intreccio con l’anti-politica e il populismo diffuso.

Mi chiede poi del voto di Milano e se la mossa di Passera, unitosi  al centrodestra, può danneggiare Sala, ex protagonista dell’Expo. Possibile anche un effetto ulteriore: stemperare l’effetto Salvini, fin troppo abile protagonista delle confuse vicende romane. Mi sorprende, fino ad un certo punto, la conoscenza e l’interesse per l’Italia e le sue vicende politiche. Ambientalista della prima ora, è nettamente a favore del “Referendum sulle trivelle”, ed esprime stupore per la scelta del premier di far campagna per l’astensione.

Renzi le è simpatico, ma lo considera un po’ smargiasso. Aveva in mano una grossa carta di fiducia e di attese, che sta però dissipando, a causa dei problemi enormi che restano sul tappeto, ma anche per il suo modo personalistico di intendere la politica. A questo punto mi sento bello e sistemato, anche l’eco della seduta alla Camera accresce sconforto e timori. C’è però l’autorevole consolazione della dichiarazione del presidente della Corte Costituzione, che ci ricorda che il voto è un dovere civico, ferma restando la scelta personale di ognuno.

Non mi resta che portarla a cena con risotto e cotoletta alla milanese, accompagnati da un buon rosso dell’Oltrepò pavese.

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