NICOLA ZINGARETTI SI DIMETTE DA SEGRETARIO DEL PD: «Mi vergogno che nel mio partito si parli solo di poltrone e di primarie di fronte ai problemi che angosciano il paese». Aspettando il 13 marzo.

Nicola Zingaretti, segretario del Pd e presidente della Regione Lazio  (foto Ansa di Giorgio Onorati)

Clamoroso gesto di Nicola Zingaretti, che, a sorpresa, preannuncia le sue dimissioni da segretario del Pd. Questa la motivazione resa pubblica su facebook: «Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni». Poi aggiunge: «Dovremmo discutere di come sostenere il governo Draghi, una sfida positiva che la buona politica deve cogliere. Ma, visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Nelle prossime ore scriverò alla Presidente del partito per dimettermi formalmente. L’Assemblea Nazionale farà le scelte più opportune e utili».

Zingaretti ricorda ai suoi compagni di partito le motivazioni della sua elezione a segretario del Pd: «Sono stato eletto proprio due anni fa. Abbiamo salvato il Pd e ora ce l’ho messa tutta per spingere il gruppo dirigente verso una fase nuova. Ho chiesto franchezza, collaborazione e solidarietà per fare subito un congresso politico sull’Italia, le nostre idee, la nostra visione. Ma non è bastato. Anzi, mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni. Ma il Pd non può rimanere fermo, impantanato per mesi a causa in una guerriglia quotidiana. Questo, sì, ucciderebbe il Pd. Visto che il bersaglio sono io, per amore dell’Italia e del partito, non mi resta che fare l’ennesimo atto per sbloccare la situazione. Ora tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità. Io ho fatto la mia parte, spero che ora il Pd torni a parlare dei problemi del Paese e a impegnarsi per risolverli. A tutte e tutti, militanti, iscritti ed elettori un immenso abbraccio e grazie».

Shock nel Pd. Dirigenti e parlamentari del Pd, a prescindere dalla loro posizione, manifestano stupore e rammarico per il gesto di Zingaretti. Il quale, a quanto pare, non aveva anticipato a nessuno il proposito di compiere questo gesto di ribellione contro l’andazzo di alcuni pezzi del suo partito. Anzi, c’era attesa per l’assemblea nazionale del 13 marzo per capire come affrontare le tensioni interne e la richiesta della minoranza di fare il congresso, richiesta che il segretario Pd aveva già respinto nell’ultima direzione, affermando che se ne sarebbe potuto parlare solo nel 2023. Ma nessuno immaginava un gesto così dirompente.

Sorpresa l’ex premier Enrico Letta, ospite in videocollegamento alla presentazione online di un libro dell’economista Laura Pennacchi. “Sono rimasto colpito, un attimo perplesso per quanto sta accadendo”, ha detto Letta, chiedendo scusa per essersi brevemente distratto leggendo la notizia, mentre interveniva un altro relatore. A sua volta il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Del Rio, ha dichiarato: «In un momento così grave e difficile per il Paese il Pd ha bisogno che Nicola, che ha sempre ascoltato tutti, rimanga alla guida del partito. Il dibattito interno è fisiologico e non deve essere esasperato. Ritroviamo insieme la strada». E sono seguiti altri messaggi e dichiarazioni di esponenti del Pd che invitano Zingaretti ad un ripensamento.

Le prime reazione negli altri partiti.  LUIGI DI MAIO (M5s): «Cosa penso? Ho lavorato con Nicola per mesi. È una persona perbene». Quasi sprezzante il commento del capo leghista MATTEO SALVINI: «Spero che le dimissioni di Zingaretti non siano un problema per il governo: di tutto abbiamo bisogno tranne che di problemi».

IL GIORNO DOPO. “RISPETTERO’ LA SCELTA DELL’ASSEMBLEA PD”Nicola Zingaretti durante l’inaugurazione di un playground alla periferia di Roma, rispondendo alla domande dei giornalisti se sia possibile un suo ripensamento, ha detto: Qualsiasi scelta farà l’assemblea la rispetterò. Il tema non è un mio ripensamento. Ma mi auguro che il mio gesto aiuti il PD a ritrovare la voglia di discutere anche con idee diverse ma con più rispetto e efficacia“. E poi: “Salvini stia tranquillo, il governo Draghi è forte e solido, andrà avanti e troverà il Pd al 1000 per 1000 per portare avanti il programma. Io ce l’ho messa tutta ma non c’è l’ho fatta a cambiare questo clima. Ho fatto un passo di lato, non scompaio“. Poi, rispondendo alla domanda di come si comporterenne nella eventualità che l’assemblea del Pd rigetti le sue dimissioni, ha replicato: “Leggetevi lo statuto. Non è previsto“.

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