LA NUOVA SERIE A/ E’ la stagione più anomala nella storia del campionato a girone unico causa i Mondiali d’inverno. Lo storico dello sport ci presenta le 20 squadre

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Siamo all’edizione n. 120 di quel romanzo popolare che è diventato la Serie A, sta per iniziare un’edizione anomala come non si è mai visto dall’istituzione del Girone Unico, stagione 1929/1930, che pur con un numero variabile di squadre accompagna ormai quotidianamente la nostra vita, eccezion fatta per il periodo delle due guerre mondiali. Anomalia dovuta al Mondiale che si disputerà in inverno e che costringerà il campionato a fermarsi a novembre, manifestazione di cui abbiamo mancato la qualificazione per la seconda volta consecutiva.

La nuova stagione. Sperando sempre di volgere in positivo i fatti negativi, leggasi approfittare di questa situazione per varare riforme finalmente propositive per lo sport nazionale, la compressa stagione che va a iniziare vede il Milan, fresco vincitore della precedente, ancora lepre, forte di una freschezza innata e di idee chiare nella gestione del gruppo, ritoccato il giusto e al meglio per puntare anche alla seconda stella oltre che a ripetersi. Il gruppetto delle inseguitrici è guidato dall’Inter, che però ha palesato problemi di assemblamento, anche se ha un Romelu Lukaku in più nel motore, e dalla Juventus, che molto si è rinnovata per provare a vincere subito, pochi giovani e tanti campioni stagionati, come Angel Di Maria o il ritorno di Paul Pogba, anche se si sono dovute registrare le partenze importanti di Mathijs de Ligt e Paulo Dybala, in una stagione in cui, comunque, ai bianconeri e a Massimiliano Allegri non sarà più consentito sbagliare.

La rinnovata Roma di Mou. In questo gruppetto di pretendenti di prepotenza si inserisce la Roma di José Mourinho, la cui rosa si arricchisce anche qui di giocatori collaudati e pronti come Georginio Wijnaldum e Nemanja Matic, ma il vero colpo è proprio quel Dybala scaricato dalla Juventus. Ora per la squadra gestita dagli ottimi Friedkin si tratta di raccogliere i meritati frutti, proseguendo un’ascesa iniziata già la scorsa stagione con la vittoria in Conference League. Fuori da queste certezze iniziano i dubbi: l’Atalanta, che ha già dimostrato di avere esaurito la spinta garantita in questi anni dall’entusiasmo e dalla novità di gioco di Gian Piero Gasperini, ma che non vuole lasciare il vertice della classifica.

Le altre “sorelle”. La Fiorentina che, pur migliorata, resta un’incognita, con una guida tecnica, Vincenzo Italiano, non saldissima in panca; la Lazio, che sembra sempre a metà del guado, con incertezze tecniche dovute alla gestione dei giocatori, leggasi Francesco Acerbi e Luis Alberto, apparentemente in uscita. In tutto questo, però, la vera novità negativa è rappresentata dal Napoli. Dopo un’ottima stagione conclusa al terzo posto, sembrava che la squadra di Luciano Spalletti potesse rilanciare decisamente per puntare ancora più in alto, invece la politica societaria ha portato, in pratica, allo smembramento dell’organico. Ecco allora gli addii di David Ospina, Kalidou Koulibaly, Lorenzo Insigne, Dries Mertens, quello probabile di Fabian Ruiz, sostituiti da giocatori magari di prospettiva ma non in grado di garantire grandi traguardi subito.

I problemi del Napoli di ADL. Certo, poi il campo potrà smentirci, ma in partenza, al di là delle esternazioni, anche imbarazzanti, sicuramente ingannevoli verso i propri tifosi, di Aurelio de Laurentiis, il Napoli non ci sembra in grado di potersi inserire in una lotta al vertice. C’è, poi, la zona sorpresa, con squadre che possono puntare a una qualificazione europea, o ritrovarsi a lottare per non retrocedere: tra queste il Torino, il Sassuolo, il Bologna, cui va aggiunto il Monza, per la prima volta nella massima serie, ma cui non sono preclusi grandi traguardi, visto il duo Silvio Berlusconi – Adriano Galliani che tiene le redini societarie. Serrata lotta salvezza per le altre, la Salernitana, la Cremonese, il Lecce, l’Empoli cui va aggiunta la solita Sampdoria di questi ultimi anni e non solidissime sembrano, in partenza, nemmeno Udinese e Verona.

*Storico dello sport

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