Mugabe si è dimesso da presidente dello Zimbabwe dopo 37 anni al potere. Da rivoluzionario a tiranno, era il più anziano capo di stato al mondo

Dopo un tira e molla durato tre giorni, il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, si è dimesso. L’annuncio è stato dato dallo speaker del Parlamento, Jacob Mudenda, precisando di avere ricevuto una lettera dell’ultra novantenne leader. Un coro di acclamazioni è esploso tra i deputati. Lo speaker ha dunque interrotto le procedure di impeachment a carico di Mugabe. Così si è chiusa, dopo 37 anni al potere, l’era del più anziano capo di stato al mondo.
La folla ha esultato per le strade della capitale, Harare, con gente che cantava, ballava, mentre nelle auto in molti suonavano i clacson. Lo scorso fine settimana sempre ad Harare si era svolta una imponente manifestazione per chiedere le dimissioni dell’anziano leader.
Militari mettono in guardia su possibili vendette  – “Ogni vendetta sarà punita severamente”. Con queste parole il generale Constantino Chiwenga, capo delle forze armate nello Zimbabwe, ha messo in guardia il Paese e la popolazione a non prendere di mira gli avversari dopo le dimissioni di Mugabe.

L’ambasciata Usa in Zimbabwe ha definito le dimissioni del presidente Robert Mugabe “un momento storico” per il Paese e si è congratulata con il popolo che ha fatto sentire la sua voce. “Qualsiasi accordo a breve termine il governo possa prendere, la strada da seguire deve portare a elezioni libere, eque e inclusive”, ha fatto sapere la sede diplomatica americana.

La premier britannica Theresa May ha commentato: “Le dimissioni di Robert Mugabe sono una opportunità per aprire una nuova era libera dall’oppressione che ha caratterizzato la sua presidenza”.  May ha aggiunto che il regno Unito è “un vecchio alleato” dello Zimbabwe e “aiuterà il Paese ad avere il futuro radioso che merita”.

37 anni al potere. Da rivoluzionario a tiranno

“Questa è la mia terra e ciò che è mio lo tengo fino a quando sarò in vita”, aveva detto Mugabe fino a poco tempo fa. Ma la sua intenzione era quella di trasferire il potere – che deteneva da 37 anni (dal 1980 al 1987 come premier e dal 1987 a oggi come capo dello stato) –  alla seconda moglie, la cinquantenne Grace. Ma ormai era inviso al popolo

perché da eroe della lotta contro il regime segregazionista di Ian Smith, Mugabe si era trasformato in un tiranno che ha trascinato il suo Paese nel baratro di una catastrofica crisi economica e nell’isolamento internazionale.

Dopo essere stato educato dai gesuiti, ha studiato in varie università africane ed ha insegnato in un liceo del Ghana, dove conobbe la prima moglie, Sally Hafron. Nel 1960 ritornò in quella che allora era la Rhodesia coloniale, diventando uno dei protagonisti della lotta per l’indipendenza e i diritti della maggioranza nera. Condannato nel 1964 a dieci anni di carcere, fu poi rilasciato e riparò in Mozambico, dove diventò il capo dell’ala paramilitare del partito Zanu (Unione del Popolo Africano dello Zimbabwe) e poi capo dell’intera formazione politica.

Nel 1980 Mugabe vinse le prime elezioni dopo la fine del regime bianco e diventò primo ministro. Fra i suoi meriti vi è la creazione di un sistema d’istruzione che ha ridotto l’analfabetismo al 10%, ma il suo governo, sempre più dittatoriale e corrotto, ha progressivamente portato il paese, ricco di risorse minerarie, alla rovina economica, aggravata dall’ intervento nella guerra civile nella Repubblica democratica del Congo (1998-2002) e dalla disastrosa riforma agraria varata nel 2000. Quell’anno Mugabe fu sconfitto nel referendum sulla nuova costituzione da lui propugnata. Cose che poi… sono successe anche altrove. Solo che lui intensificò la persecuzione degli avversari politici, tramite la sua milizia di veterani della guerra di liberazione, e attuando l’esproprio delle piantagioni dei 4mila farmer bianchi rimasti nel paese, che detenevano il 70% delle terre migliori. Terre finite nelle mani di membri del partito Zanu, in gran parte incapaci di gestire una fattoria.

Fra il 2008 e il 2009, mentre la zecca continuava a stampare nuova moneta, il paese si è avviluppato in una  inflazione pazzesca, che ha generato una emigrazione in massa e una disoccupazione che ha  portato l’80% della popolazione a vivere in regime di povertà, con una speranza di vita di 54 anni per gli uomini e 53 per le donne. E in questa situazione Mugabe si permetteva il lusso offensivo di lussuose feste di compleanno, con migliaia di invitati e portate a base di animali in via di estinzione, dove non mancavano persino  trofei di leoni uccisi.

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