Minacciosa intervista di Renzi a “La Stampa”: sempre più urgente mandarlo a casa

matteo-renzi-porta-porta-perplesso-ansa-300x200di Ennio Simeone/

Come le belve ferite: diventano più aggressive e più pericolose. Questa è la sensazione che si ha leggendo l’intervista (l’ultima, se mentre scriviamo non ne ha rilasciate altre quattro o cinque a giornalisti compiacenti pronti a raccoglierne acriticamente il pensiero) “concessa” a Massimo Gramellini, vice direttore della Stampa, da Matteo Renzi dopo il disastroso esito delle elezioni amministrative di fine maggio e, ancor più, dei ballottaggi di domenica scorsa. La sintesi è in questa frase: “Queste elezioni dicono che col Renzi 2 non si vince, devo tornare il Renzi 1. E basta primarie nel Pd”.

Poi si scrolla di dosso ogni paternità della sconfitta, dicendo: “Non ho scelto io i candidati” (omettendo di dire che ha dato il suo avallo e anzi è andato personalmente a sostenerli in campagna elettorale). Infine sconfessa le primarie del Pd, con le quali – proprio pretendendo e ottenendo l’allargamento alla partecipazione dei non iscritti al Pd – ha conquistato la carica di segretario del partito e si è poi imposto (con il colpevole e attivo avallo di Napolitano) come capo del governo: “Fosse per me la stagione delle primarie sarebbe finita”. Ulteriore accentramento dei poteri nelle sue mani, dunque, e  cambio di ritmo: “Riforme più vicine, dovrò aumentare i giri, non diminuirli”.

E butta ancora letame sui suoi stessi candidati: “Questo è un Paese moderato, vince chi occupa il centro. Con personalità. Perché se invece degli originali corrono le copie, allora non funziona”. E fa spregiudicatamente il caso Liguria: “La Paita non ha perso perché il candidato di Civati le ha tolto dei voti che probabilmente non sarebbero andati comunque a lei, ha perso perché nell’ultima settimana il 5% degli elettori di centro si è spostato verso Toti”.

Quindi preannuncia una strategia fondata su uno spostamento ancora più a destra e un cambiamento delle regole nel partito “anche perché – spiega – tra un anno si vota nelle grandi città: Torino, Milano, Bologna, Napoli, forse Roma”. Roma? – gli chiede l’ intervistatore. Risposta: “Se torna Renzi 1, fossi in Marino non starei tranquillo”. Una non velata minaccia di ritorno alla rottamazione. Insomma, sì, proprio come una belva ferita. Perciò è indispensabile e urgente che venga messo in condizione di non nuocere oltre. Le forze sane del Pd, ma anche quelle di tutta la sinistra, devono scendere in campo unite per mandarlo a casa. Magari a fare il sindaco di Pontassieve.

PS – Come previsto, poco dopo che era uscita l’intervista su “La Stampa”, Renzi è stato intervistato da Bruno Vespa, naturalmente senza nessun contraddittore o altro giornalista in studio. E qui ha cambiato versione su molte cose, come si è appreso dalla diffusione anticipata della registrazione del colloquio andato in onda dopo la mezzanotte. Ma essenzialmente a) è andato alla ricerca di un capro espiatorio per addebitargli la sconfitta elettorale, individuandolo nel sindaco di Roma, Ignazio Marino, che ha detto “se non risce a governare bene è meglio che lasci”; b) ha lanciato un vergognoso ricatto, annunciando che non potranno essere fatte le assunzioni promesse a 100mila docenti perché la legge di “riforma” non sarà approvata in tempo a causa degli emendamenti presentati dalle opposizioni.

Nuovo capogruppo di fiducia alla Camera. Ettore Rosato, su proposta di Renzi, è stato eletto nuovo capogruppo del Partito Democratico alla Camera al posto di Roberto Speranza, dimessosi per dissenso sulla linea politica del segretario e presidente del Consiglio . Risultato: dei 309 deputati pd aventi diritto hanno votato in 290; Rosato ha ottenuto 239 voti. Coloro che non erano d’accordo o non sono andati a votare (19), o hanno votato scheda bianca (27), o hanno  fatto egli scarabocchi (24). Insomma in 60 non hanno accettato la proposta del segretario. Se la sinistra continuerà a manifestare il suo dissenso in questo modo, lascerà sempre margini al dittatorello di sopravvivere a se stesso.

Commenta per primo

Lascia un commento