La “Rifiutopoli” romana si tinge di grottesco per la bugia della Muraro e le omissioni della Raggi

muraroraggi3REDAZIONE- Il giallo dell’inchiesta sull’immondizia a Roma – inchiesta, è bene precisarlo, che risale alla gestione del servizio in epoca dei sindaci Alemanno (destra), Marino (Pd) e poi del commissario Tronca – ha avuto ieri una svolta a sorpresa con le dichiarazioni dello stesso assessore Paola Muraro e del sindaco Virginia Raggi davanti alla Commissione parlamentare sulle Ecomafie. In quella sede la Muraro e la Raggi hanno ammesso di aver saputo solo nel mese di luglio della apertura di una fascicolo che riguardava anche l’attuale assessore, avvenuta il 21 aprile. E, benché nessun avviso di garanzia sia finora pervenuto alla Muraro, la Raggi ha detto di averne informato il M5s (cosa che la Muraro, non essendo una aderente al M5s, non aveva alcun dovere di fare).

Quella svoltasi ieri in Commissione Ecomafie è stata un’audizione fiume in cui, al di là della gestione dei rifiuti della Capitale, è stata la figura di Muraro a finire nel mirino dei componenti. Sul piano più squisitamente politico, invece, un problema di apre per la Raggi nei rapporti con i vertici pentastellati, da quali è venuta una sola reazione finora: quella di  Alessandro Di Battista. I”l quale ha dichiarato attraverso Facebook: “Contro di noi c’è un intero sistema che ci fa guerra. Le Olimpiadi sono l’obiettivo di questi palazzinari”.

L’occasione è stata buona, per l’opposizione Pd in Campidoglio, anche per attaccare la nomina di Raffaele De Dominicis alla carica di assessore al Bilancio in sostituzione del dimissionario Minenna. De Dominicis ha detto in una intervista di essere stato contattato, per conto della Raggi, dall’avvocato Sammarco, presso il cui studio (di cui era stato socio anche il berlusconiano Previti) il sindaco aveva fatto dopo la laurea il praticantato legale.

Ora la Raggi commenta, a proposito della Muraro: “Attendiamo di leggere le carte. Quando avremo maggiori informazioni prenderemo provvedimenti”.

Comunque di fronte alla commissione Raggi e Muraro hanno ribadito più volte di non aver mai mentito: “Le domande che ci ponevate – hanno spiegato – erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi avessero chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui”, ha affermato la Raggi difendendosi, indirettamente, anche dalla raffica di attacchi targati Pd secondo cui “Raggi e Muraro sono inaffidabili”.

Ora bisognerà vedere quali ripercussioni avrà questa vicenda sull’elettorato del Movimento 5 stelle. Dell’argomento si occupa, con il consueto acume, il direttore del “Fatto quotidiano”, Marco Travaglio, il quale nel suo editoriale di oggi scrive:

«Quasi sempre, per un politico o un amministratore pubblico, avere un’indagine a carico è molto più grave che dire una bugia. Nel caso di Paola Muraro, ex consulente dell’Ama e da due mesi assessore all’Ambiente della giunta Raggi, è vero il contrario: la sua bugia è peggio dell’inchiesta per presunti reati ambientali e concorso in abuso d’ufficio. Il nostro giornale l’ha intervistata due volte, il 2 agosto e il 4 settembre. Ed entrambe le volte la Muraro ha raccontato frottole: non solo a noi e ai nostri lettori, ma a tutti i cittadini, ai quali aveva il dovere di dire la verità. Quella verità che ieri ha finalmente ammesso nell’audizione davanti alla commissione Ecomafie, quando un commissario le ha sbattuto in faccia una comunicazione della Procura che attesta come l’assessora abbia saputo fin dal 18 luglio di essere stata iscritta nel registro degli indagati dal 21 aprile almeno per la parte dei presunti reati ambientali (e non – pare – per il concorso in abuso). Lo ha saputo perché lei stessa, tramite il suo legale, aveva chiesto di conoscere la sua posizione in base all’articolo 335 del Codice di procedura penale. E i pm le avevano risposto che c’era un fascicolo a suo nome.

A quel punto – fa notare Travaglio –  la Muraro ha informato la Raggi che, in una riunione con lei e con l’allora capo di gabinetto Carla Raineri, si era riservata di prendere una decisione non appena fossero rese note le carte con le accuse a suo carico: non trattandosi di un avviso di garanzia, ma di una semplice iscrizione nel registro, i fatti addebitati alla Muraro sono tuttora ignoti. E quelli che si leggono sui giornali non sono certo sufficienti per giustificare le dimissioni di un assessore. Bastava che, dopo aver avvertito la sindaca, la Muraro avesse detto la verità: non tanto al M5S (a cui non è iscritta), quanto ai cittadini attraverso i giornali che la intervistavano. Soprattutto se è vero – e non c’è motivo di dubitarne, fino a prova contraria – quel che va ripetendo da due mesi: e cioè che si è sempre comportata correttamente, non ha nulla da nascondere, ha segnalato ai vertici Ama tutte le storture che andava scoprendo nella fogna di Rifiutopoli, dunque sono altri a doversi preoccupare. Invece, il 2 agosto, quando il nostro Luca De Carolis le domandò “Teme di essere indagata?”, rispose: “Ho piena fiducia nella magistratura”. Cioè svicolò.

Ma fu più precisa e tranchant due giorni fa, quando ormai la notizia della sua iscrizione era uscita dalla Procura e molti giornali la scrivevano. Domanda del Fatto: “Assessore, si scrive e si sussurra di un possibile avviso di garanzia per lei”. Risposta: “Non ho ricevuto nulla e non mi risulta nulla”. Che non avesse ricevuto nulla è vero: l’avviso di garanzia non c’è mai stato. Ma che non le risultasse nulla è falso. Che cosa le costava dire subito “sì, so di essere iscritta nel registro degli indagati, spero di essere sentita presto dai magistrati per chiarire la mia posizione”? Nessuno, a parte qualche doppiopesista peloso e qualche giustizialista a corrente alternata dell’ultima ora, le avrebbe chiesto di dimettersi. Lo stillicidio di voci e indiscrezioni che pende da due mesi sul suo capo si sarebbe interrotto. E lei avrebbe potuto continuare a ripulire Roma, come ha iniziato a fare in queste settimane con buoni risultati dopo l’emergenza ereditata dalle disastrose gestioni precedenti. Invece ora quell’inchiesta della Procura, doverosa ma – per il poco che se ne sa – tutt’altro che infamante, diventa molto imbarazzante proprio perché la Muraro la conosceva e, mentendo, la negava. E le bugie dei politici e dei pubblici amministratori sono sempre inaccettabili. Tantopiù in una giunta a 5Stelle che ha sempre predicato non solo l’onestà (che, riguardo alla Muraro, non è in discussione fino a prova del contrario), ma anche la trasparenza (che invece è stata platealmente calpestata)».

«Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti – ricorda Travaglio – è stato sospeso dal Movimento per aver taciuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. Il caso della Muraro è diverso per tre motivi: l’assessora è un tecnico esterno, dunque non risponde alle regole del Movimento; ha informato la sindaca Raggi; e non ha ricevuto avvisi, ma ha “soltanto” saputo di un’iscrizione. Probabilmente la Raggi ha sottovalutato l’indagine o non ha voluto costringere la Muraro a rivelare una notizia ancora riservata in piena bufera, anche se avrebbe fatto molto meglio a farlo. E la Muraro aveva persino il diritto di non parlarne e di non rispondere sul punto alle domande dei giornalisti. Ma, quando ha accettato di rispondere, doveva dire la verità. Invece non l’ha fatto e ora dovrebbe trarne le conseguenze, cioè dimettersi. Non per l’inchiesta, che nessuno sa che esito avrà e, non riguardando tangenti, appalti truccati, mafiosità o altre accuse infamanti, non è roba da dimissioni, almeno fino all’eventuale rinvio a giudizio. Ma per la bugia».

1 Commento

  1. dimettersi per una “bugia”
    che più che bugia direi nascondimento…nascondere sino a che non si fossero lette le carte perchè, si sa, tutto sarebbe venuto fuori ugualmente ma conoscendone i fatti per i quali è accusata
    Ora, da simpatizzante, votante e sostenitrice M5s invito il movimento a far quadrato attorno alla Raggi affinchè prosegua il lavoro così bene iniziato
    ha una salda maggioranza, che governi e prenda le decisioni che servono senza guardare in faccia a nessuno, non può essere un nascondimento a far crollare tutto!

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