La Germania all’Ue: richiami Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade per le emissioni gas

La “guerra” delle emissioni di gas delle auto tra Italia e Germania continua. Il portavoce del ministero del Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, ha chiesto che venga garantito il richiamo dal mercato e dalla circolazione dei seguenti modelli prodotti da Fiat Chrysler Automobiles: Fiat 500, Doblò e Jeep-Renegade per la presunta violazione delle norme europee sulle emissioni di gas di scarico.

German Federal Minister of Transport and Digital Infrastructure Alexander Dobrindt (L) and Italian Minister in charge of Infrastructure and Transport Graziano Delrio after the emergency meeting on border cooperation, at the French interior ministry in Place Beauvau in Paris, France, 29 August 2015. EPA/ETIENNE LAURENT
I ministri Alexander Dobrindt  e Graziano Delrio 

“Abbiamo ripetutamente chiesto all’Italia di presentarci risposte convincenti al più presto. Il tempo si sta esaurendo, perché vogliamo concludere le discussioni sulla conformità della Fiat a breve”, ha ribadito a sua volta la portavoce della Commissione europea per l’Industria, Lucia Caudet. In mancanza di una risposta dell’Italia nell’ambito del processo di mediazione con la Germania, Bruxelles potrebbe intraprendere azioni, che potenzialmente includono anche la procedura di infrazione, spiegano fonti Ue. La Commissione europea sta cercando di fissare una data per un incontro con le due parti per gli inizi di febbraio, perché è intenzionata a chiudere il dossier entro le prossime settimane.
Delrio: i tedeschi ci rispettino  – “Non ci sono dispositivi illeciti dimostrati”, ha replicato il ministro dei trasporti Graziano Delrio  a chi gli chiedeva della vicenda Fca. “I tedeschi hanno detto che, tra i dispositivi legali, ci sono alcuni componenti anomali, ma noi abbiamo detto che non è così”, ha detto ancora Delrio, sottolineando che “sono le Autorità di omologazione di ogni stato che decidono se un dispositivo è lecito o no. Come noi non abbiamo detto niente su Volkswagen, dobbiamo esigere” che si rispetti la regola che siano le Autorità italiane a decidere. “Siccome noi abbiamo rispettato loro – ha aggiunto – loro devono rispettare noi”.
“Sulle emissioni auto l’Italia non accetta lezioni: rigore e trasparenza a partire dal caso Volkswagen, impegno Ue è test su strada in 2017”, twitta a sua volta il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

La tesi del ministero dei Trasporti tedesco. Un meccanismo illegale di spegnimento a bordo delle auto Fiat-Chrysler è stato rilevato nell’ambito delle analisi degli esperti della commissione d’inchiesta tedesca, istituita all’indomani del Dieselgate. Lo ha spiegato il portavoce del ministero dei Trasporti a Berlino. “Dopo la rivelazione delle manipolazioni Vw, nel 2015, il ministro Dobrindt ha istituito una commissione d’inchiesta, che ha lavorato fino a maggio, alla quale sono stati sottoposti moltissimi veicoli. Fra questi, anche diversi della Fiat-Chrysler. E la risposta senza dubbi dei periti è stata che su questi veicoli viene utilizzato un meccanismo illegale di spegnimento”.

Ieri  Dobrindt, riferendosi all’ipotesi di un uso di software irregolari per superare  i test sulle emissioni, aveva dichiarato alla Bild on Sonntag:  “Le autorità italiane sapevano da mesi che Fca, nell’opinione dei nostri esperti, usava dispositivi di spegnimento illegali”,

CARLO CALENDA SOTTOSEGRETARIO SVILUPPO ECONOMICO

Il ministro per lo Sviluppo, Roberto Calenda (foto) aveva replicato: “Il ministro Dobtrindt si occupi di Volkswagen’. Secondo Dobrindt, Fca si è “rifiutata di chiarire” e la commissione Ue “deve conseguentemente garantire il richiamo” di alcuni modelli. “Berlino, se si occupa di Volkswagen, non fa un soldo di danno”: ha detto Calenda a margine della registrazione di ‘Faccia a faccia’ condotto da Giovanni Minoli su La7, sulla richiesta tedesca di un intervento della Commissione Ue su Fca. Circa il caso di Fiat Chrysler Automobiles con le autorità americane, il ministro sottolinea che “le agenzie Usa di solito sono abbastanza indipendenti. Ma ora non so, bisogna vedere le carte”.

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