IL TERREMOTO IN TURCHIA E IN SIRIA/ Salito a 7.826 il numero delle vittime accertate, ma si teme che il bilancio finale possa toccare quota 20mila. Dalle macerie estratti oggi altri bambini miracolosamente vivi.

(Foto EPA di Erdem Sahin)

Mentre ancora proseguono le affannose ricerche tra le macerie il terrificante bilancio (ancora provvisorio) delle vittime fino accertate del terremoto che ha sconvolto la notte di domenica la Turchia e la Siria ha superato la cifra di  7.826 (di cui 5894 in Turchia e 1932 in Siria). Ma si teme che queste cifre saliranno, fino all’ipotesi che si possa arrivare a un totale di 20mila. Tra coloro che mancano all’appello c’è ancora un italiano: l’imprenditore veneto sessantenne Angelo Zen (nella foto a destra).

Ma non si sono perdute le speranze, come per tanti altri, perché anche nelle ultime ore sono stati estratti superstiti dalle macerie dei palazzi sbriciolati tal terribile sisma. Infatti si sono verificati ancora dei salvataggi miracolosi, come quello della neonata trovata viva ancora con il cordone ombelicale attaccato alla mamma, che purtroppo è morta sotto le macerie. Una madre e le sue due figlie sono state estratte vive dalle macerie dopo 33 ore ad Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto nel sud est della Turchia.  Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per 3 mesi nel sud est.

Anche in Siria la situazione è drammatica. “I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità”. A raccontarlo, in una testimonianza audio, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. “Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei”, aggiunge

Intanto dalla Turchia si segnala anche  un incendio al porto di Iskenderun, colpito dal sisma. Inoltre si è attivata un’altra faglia al confine tra la Siria e la Turchia ed è stata la responsabile del secondo terremoto forte registrato nella mattinata di ieri, ossia quello di magnitudo 7,5 delle 12:24 (le 11,24 in Italia). Lo ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Quel terremoto – ha aggiunto – è avvenuto su una faglia che si trova più a Nord rispetto a quella Est anatolica, lunga fra 70 e 80 metri”.  La nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri, ha detto sempre all’ANSA il sismologo Alessandro Amato. Il terremoto ha spostato l’Anatolia di 3 metri (vedi grafico in basso)

Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in #Turchia e #Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L’aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia”. Lo afferma oggi papa Francesco in un tweet. Joe Biden ha chiamato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e gli ha ribadito la disponibilità degli Stati Uniti a fornire tutta l’assistenza necessaria “al nostro alleato della Nato di fronte a questa tragedia”. Il presidente ha espresso le condoglianze a nome del popolo americano a coloro che sono rimasti feriti o hanno perso i propri cari nei terremoti. Biden ha anche sottolineato che “squadre Usa sono state dispiegate rapidamente per supportare gli sforzi di ricerca e soccorso turchi e coordinare l’assistenza alle persone colpite dal sisma”.

Bloccati sotto le macerie: chiedono aiuto e filmano tutto

Temperature gelide, neve e pioggia stanno inoltre ostacolando gli sforzi dei soccorritori, in entrambi i Paesi. Anche raggiungere le aree vicine all’epicentro in Turchia si sta rivelando incredibilmente difficile. Si teme che l’autostrada che porta a Sud non sia sicura dopo le forti scosse e il transito è stato tutto spostato su una tortuosa strada di montagna. La protezione civile locale ha cercato disperatamente di far passare ambulanze e squadre di soccorso, ma il percorso è intasato di camion e persone che cercano di scappare. Le strade sono sconnesse, con profonde fratture. E come conseguenza del sisma un grande incendio è divampato da ieri notte nel porto di Iskenderun (Alessandretta), località costiera del sud est della Turchia, forse a causa della caduta di alcuni container nel porto provocata dal sisma. Intanto Ankara, nonostante tutto, ha trovato il tempo di arrestare quattro persone per i post “provocatori che miravano a creare paura e panico” pubblicati sui social in Turchia meridionale. Rabbia infatti era stata espressa dei dai cittadini nella provincia meridionale di Hatay per la lentezza dei soccorsi, confermata anche dal sindaco della città.

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