Il NO alla fiducia al Governo motivato da Conte: “Da Draghi non è mai arrivata una risposta concreta alle proposte contenute nel nostro documento di 9 pagine che gli abbiamo consegnato”

Con le medesime lineari, coerenti motivazioni” di quanto fatto alla Camera, al Senato “non parteciperemo al voto”: questa la decisione presa dall’assemblea dei parlamentari del Movimento Cinquestelle, presieduta da Giuseppe Conte, il quale ha aggiunto: “Non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa. Il M5s – ha aggiunto – è l’unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi con grande serietà, anche con soluzioni da vari mesi. L’unica forza che sta incalzando il governo sulle emergenze, l’unica forza che non ha paura di calibrare la propria azione politica in funzione della concreta realtà che il Paese sta vivendo“.

Conte intervistato dai giornalisti  (foto Ansa di Massimo Percossi

Questi obiettivi erano dettagliatamente indicati nel documento di 9 pagine che Conte aveva consegnato nelle mani di Draghi, documento al quale non era arrivata nessuna proposta concreta, ma soltanto generiche adesioni non argomentate e non calendarizzate. Tuttavia Conte all’assemblea dei gruppi parlamentari del M5s ha ribadito: “Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare un nostro contributo costruttivo a questo governo e al premier Draghi, ma non siamo  disponibili, non per arroganza ma per sensibilità verso famiglie e imprese, a dare una cambiale in bianco“.

“Oggi ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però – ha sottolineato Conte – è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di impegni, occorrono concrete misure”.

Si è appreso poi che a dissociarsi da questa linea è stato solo il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, durante l’assemblea congiunta dei parlamentari M5s, affermando: “Rischiamo di regalare il Paese al centrodestra, di mettere in difficoltà la coalizione progressista ed essere accusati di mettere a rischio il Pnrr”. Ma gli è stato obiettato che neppure è accettabile che Draghi continui a dire “senza i Cinquestelle il governo non può continuare” e contemporaneamente non prende nessun impegno concreto per l’attuazione dei punti qualificanti  di azione del governo indicati dai Cinquestelle.

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