Il dissidente russo Alexey Navalny, appena rientrato a Mosca dalla Germania, è stato condannato a 30 giorni di arresto

Alexei Navalny all’arrivo all’aeroporto  Sheremetyevo di Mosca  (foto Afp di Kirill Kudryavtsev)

Il dissidente Alexey Navalny, appena rientrato a Mosca da Berlino, a 5 mesi dal misterioso avvelenamento (per il quale è stato curato in Germania, con il consenso di Putin), è stato prelevato dalla polizia. Infatti a riceverlo all‘aeroporto di Sheremetyevo, come previsto, oltre a un nutrito gruppo di suoi sostenitori (tra cui il fratello Oleg), c’erano ad attenderlo gli agenti del nucleo operativo del Servizio Penitenziario Federale, che lo hanno preso in consegna al varco passaporti dello scalo con un ordine di arresto. Ma lui, che prevedeva questo evento, ha detto: «Questa è casa mia, sono felice di essere qui. Io non ho paura e non dovete averne nemmeno voi», ha aggiunto rivolto ai fan che erano in attesa.

Ma ventiquattr’ore più tardi il giudice del Tribunale del municipio di Khimki ha condannato l’oppositore Alexey Navalny a 30 giorni di arresto. L’udienza è avvenuta all’interno della stazione numero 2 del dipartimento del ministero dell’Interno russo a Khimki. La richiesta è stata avanzata dalla sezione moscovita del Servizio Penitenziario Federale (FSIN). Il tribunale distrettuale Simonovsky di Mosca ha intanto rimandato dal 29 gennaio al 2 febbraio il processo sull’appello avanzato dal sistema penitenziario russo per revocare a Navalny la condizionale concessagli per una condanna a tre anni e mezzo inflittagli nel 2014 in un processo ritenuto di matrice politica. Lo riferisce l’avvocata di Navalny, Olga Mikhailova, ripresa dall’agenzia Interfax. Se la corte accoglierà la richiesta del sistema penitenziario, Navalny rischierà di finire in galera.

Ieri Navalny era arrivato a Mosca a bordo di un aereo decollato da Berlino, e sul quale, oltre ad Alexey e alla moglie Yulia, c’erano decine di giornalisti, che hanno trasmesso in diretta ogni singolo passo della coppia più celebre del web russo.

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