I lavoratori della Whirlpool di Napoli bloccano l’autostrada per protesta contro il trasferimento dell’azienda all’estero e il no alla trattativa con il governo

Il blocco all’ingresso dell’autostrada Napoli-Salerno dei lavoratori della Whirlpool (foto Ansa di Cesare Abbate) 

Per difendere i 400 posti di lavoro, minacciati dalla decisione dell’azienda di trasferirsi all’estero, i lavoratori della Whirlpool hanno bloccato di nuovo per oltre un’ora l’autostrada Napoli-Salerno. Gli operai sono usciti in strada dalla sede della fabbrica, che si trova a Napoli in via Argine, dopo aver appreso le notizie sull’esito negativo dell’incontro a Roma tra la multinazionale produttrice di lavatrici e il ministro Patuanelli, presente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

L’incontro è durato pochissimo perché la Whirlpool Emea si è dimostrata irremovibile e chiusa alle proposte del Governo. Anzi ha affermato che “prende atto con grande rammarico della mancata disponibilità da parte del Governo a discutere il progetto di riconversione del sito“, ossia della cessione del sito di Napoli alla società Prs, che produce container refrigeranti e non più lavatrici. E sostiene che questa “rappresenterebbe l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità dello stabilimento nel lungo periodo”, concludendo che “vista l’impossibilità di discutere di riconversione, si trova costretta a procedere alla cessazione dell’attività produttiva dal 1 novembre 2019“.

I lavoratori e i sindacati sono convinti che la cessione alla Prs sarebbe un pretesto per mascherare una successiva chiusura dell’attività e il trasferimento all’estero della produzione. Il ministro Patuanelli ha perciò ribatito che “quello con i vertici di Whirlpool a Palazzo Chigi è stato un incontro non positivo, nonostante la massima disponibilità del Governo a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per continuare la produzione sul sito di Napoli non c’è stata nessuna apertura da parte di Whirlpool“. L’azienda “continua a proporre come unica soluzione una cessione del ramo d’azienda sostanzialmente verso l’ignoto”, ha aggiunto.

Se il problema di Whirlpool con la sede di Napoli “è il prodotto, perché ha difficoltà di mercato, si può cambiare tipo di prodotto o cambiare fascia di gamma. Su questo c’è la massima disponibilità del governo a dare tutto il supporto”, ha continuato il ministro Patuanelli. “Ci sono molti strumenti che il governo può mettere in campo ma per noi è fondamentale che ci siano impegni diretti di Whirlpool”, ha garantito Patuanelli, spiegando che quella della multinazionale sulla cessione del sito di Napoli “è una scelta unilaterale di Whirlpool perché questa procedura può essere ritirata e ci può essere lo spazio per fare cose diverse”.

Per il ministro “è surreale che ci si sieda al tavolo col presidente del Consiglio nella stessa posizione di 3 settimane fa al Mise“, ha aggiunto riferendosi ai vertici aziendali di Whirlpool. “E’ evidente che il livello di attenzione del governo, nella sua interezza, è alto. Quello che sta succedendo su questo stabilimento è esemplificativo di situazioni che non vogliamo che si ripetano”, ha fatto notare Patuanelli. “Pensare che ci siano comportamenti predatori all’interno del tessuto produttivo italiano per noi non è accettabile e il piano industriale firmato a ottobre del 2018 deve essere assolutamente rispettato”, ha concluso.

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