I guasti della società moderna: dalla marcia indietro dei potenti della Superlega calcistica, allo sfogo di Beppe Grillo sul figlio accusato di stupro. L’analisi di Nuccio Fava

di NUCCIO FAVA/ I grandi signori del “gioco più bello del mondo” sono costretti in un mare di generale vergogna a fare marcia indietro e ad abbassare i toni, quasi si trattasse di un banale errore, che impone un indispensabile ripensamento. Senza trucchi e doppi giochi ma con una profonda riconsiderazione il prima possibile. La loro bravata invece ha costretto e potrebbe costituire una severa riflessione su questo calcio miliardario e “drogato”che ci siamo cresciuti in grembo, con sprechi sempre più folli e contratti spropositati. Diseducando gli stessi tifosi e l’impazzimento del mercato delle televisioni, della pubblicità e delle sponsorizzazioni che ormai ti inseguono in maniera invasiva.

Flop totale. Davvero una felix culpa quella della Superlega dei paperoni del calcio che sono fortunatamente caduti con un gran ruzzolone sul castello di smisurate ambizioni da loro stessi costruite con ingaggi stratosferici e conseguente diseducazione degli stessi tifosi a cominciare dai più piccoli. Questa sciagurata esperienza, questo pericolosissimo scivolone fortunatamente infranto, potrebbe tramutarsi in una occasione positiva per un serio e generoso ripensamento di cui c’è ancora di più urgente bisogno.

Ovviamente non intendo fare alcun accostamento né paragoni di sorta. Ma anche la vicenda di Grillo è dolorosa, sconcertante e lascia senza fiato. Non solo perché tocca il tasto dolente delle ricorrenti tragedie, non solo giovanili, del rapporto violento e viziato tra sesso, sentimenti, maschilismo e abuso del corpo. Ma perché la singola drammatica vicenda si tende a ridurla quasi a patologia individuale, trascurando che la stessa frequenza di accadimenti singoli sono spia inesorabile di una assuefazione diffusa che riguarda si singoli casi atroci ma non può non rappresentare una severa questione aperta nella nostra società, nella delicata condizione della scuola e delle agenzie formative ma anche una responsabilità enorme soprattutto nelle famiglie.

Proprio per questo la reazione di Grillo, il suo tono concitato e adirato non può che aggravare la posizione del figlio, di tutti i partecipanti a quella orribile violenza in cui ciascuno dà la peggiore rappresentazione di se stesso. A cominciare dallo stesso Grillo che nel disperato tentativo di difendere il figlio, ne accresce responsabilità e, nel migliore dei casi, brutalità e incoscienza. Una lezione davvero amara per tutta la società su cui bisognerebbe riflettere senza strumentalizzazioni ma consapevoli della gravità di una condizione che ci riguarda tutti.

*Nuccio Fava, presidente dell’Associazione Giornalisti Europei, è stato direttore del Tg1, del Tg3 e delle Tribune elettorali Rai

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