I Cinquestelle e il calabrone di Galbraith

di SERGIO SIMEONE – Io non condivido quasi nulla del movimento 5 stelle (dal ruolo preponderante della Casaleggio Associati, entità metafisica che si autolegittima e che ha col movimento un rapporto di emanazione come l’Uno di Plotino, alla mancanza di una vera democrazia interna, alla presunzione di essere composto dagli unici italiani incorruttibili, all’assenza di un programma, sostituito dal continuo rincorrere gli umori della gente, al basso livello culturale di chi lo guida). Eppure non mi unisco al coro di coloro che hanno esultato per la sua “sconfitta” alle elezioni regionali siciliane.

Ma quale sconfitta? Sì, è vero, è stato mancato l’obiettivo massimo, l’elezione di Cancelleri a presidente dell’ARS, ma il movimento 5 stelle è comunque risultato essere di gran lunga il primo partito dell’isola e, secondo i più recenti sondaggi, è quello che raccoglie più consensi anche a livello nazionale.  A me invece viene in mente il suggestivo paradosso di J. K. Galbraith (anche se scientificamente infondato): il calabrone, secondo le leggi dell’aerodinamica, non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso. E così anche il movimento 5 stelle, nonostante errori , contraddizioni e infortuni che avrebbero azzerato qualsiasi altro partito (dal calcio ricevuto dagli europeisti liberali, con ritorno immediato agli antieuropeisti di Farange, alla cancellazione delle primarie di Genova, alla falsificazione delle firme in Sicilia, alla affannosa e caotica esperienza amministrativa della giunta Raggi, alla scoperta dell’abusivismo di necessità, al passaggio graduale dal giustizialismo al garantismo) continua a volare.

Non si può dire, per la verità, che i suoi avversari, anche a sinistra, non abbiano fatto oggetto di osservazione questo strano fenomeno politico, ma sono arrivati alla conclusione che il segreto del suo successo consisterebbe soprattutto nel rincorrere gli umori della gente, anche i più retrivi, e si sono lanciati ad inseguirlo su questo terreno. Ma si sa, chi copia appare subito inferiore all’originale e viene bocciato (è una regola che non vale solo a scuola).

La chiave di lettura che io propongo è invece diversa, quella di chiedersi a quale esigenza profonda risponda questo movimento, tanto da far pensare che gli infortuni  su elencati siano accidenti e quindi  non scalfiscano la sua sostanza. Io penso che soprattutto i giovani siano disposti ad investire in quei partiti che  non si limitino a gestire l’esistente, magari in modo anche saggio,  ma  riescano a trascendere la realtà presente: non si aspettano, cioè,  una sommatoria di provvedimenti, ma una società diversa, più giusta,  più pulita.

E’ questo che i 5 stelle hanno fatto intravedere. E’ questa la ragione sostanziale del loro successo. D’altra parte la prova di questo assunto l’abbiamo avuta  con le elezioni europee, svoltesi  quando Renzi aveva appena conquistato la leadership del Pd ed il premierato. Allora Renzi apparve l’uomo nuovo che avrebbe “rottamato” il passato e gettato le basi di una nuova società: il Pd balzò al 40% ed i 5 stelle crollarono al 20%. Quando l’elettorato capì che la “rottamazione” consisteva nel sostituire un vecchio gruppo dirigente con uno nuovo, ma solo anagraficamente,  il Pd cominciò a scivolare nei sondaggi ed i 5 stelle ripresero a salire.

La sinistra, se vuole battere i 5 stelle, deve saper offrire un’idea  di rinnovamento della società italiana, che sia più convincente perché meno vaga, non costituita da semplici enunciazioni, ma sostanziata da misure che rendano la nostra società  capace di offrire un futuro alle nuove  generazioni e nella quale sia vincente il merito e  sia promosso il diritto ad un lavoro stabile per dare certezza di reddito al lavoratore e garantire la sua libertà e dignità.

Poi ci sarebbe un altro modo: quello di farli andare al governo … Ma l’Italia si può permettere, senza rete, di essere governata per 5 anni da  Giggino ‘o ripetente (come chiamano Di Maio a sud del Garigliano)?

 

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