Ezio Mauro lascia a Mario Calabresi la direzione di Repubblica. Molinari alla Stampa

Calabresi e Maurodi Michele Cassano- 

La legge dei venti anni. Tanti ne aveva passati Eugenio Scalfari alla guida di Repubblica, tanti ne passerà Ezio Mauro. Il direttore lascerà l’incarico il 14 gennaio prossimo, proprio nel giorno del quarantesimo compleanno del giornale. Lo ha comunicato stamane nella riunione giornaliera con i responsabili delle varie redazioni, un po’ a sorpresa. Al suo posto il cda del Gruppo Espresso ha designato all’unanimità Mario Calabresi, che ha dato nel pomeriggio l’annuncio del suo imminente addio ai colleghi della Stampa. «A Natale dopo 6 anni e mezzo lascerò la_stampa e un pezzo di cuore: è stata un’avventura bellissima. A gennaio ricomincio a Repubblica», ha scritto su Twitter.

Maurizio MolinariIl suo posto sarà preso da Maurizio Molinari (già corrispondente da Parigi) mentre  il  vicedirettore Massimo Russo diventa condirettore. Massimo Gramellini, ora vicedirettore, diventa direttore creativo di Itedi e continuerà a scrivere per La Stampa.

«Niente dura per sempre», avrebbe detto Mauro ai suoi, ricordando che anche Scalfari era rimasto al timone del quotidiano per un ventennio. Commozione e occhi lucidi tra i partecipanti, ai quali il direttore avrebbe assicurato: «state tranquilli, verrà una brava persona». Poi nei corridoi si è cominciato a parlare anche del futuro, di come cambierà la linea editoriale del quotidiano, di quale sia il disegno che ha in mente l’ingegnere Carlo De Benedetti, dopo il piano di prepensionamenti per l’uscita di 58 giornalisti.

Ezio Mauro «ha maturato la decisione di lasciare la direzione del giornale, dopo averlo guidato con successo per vent’anni», ha fatto sapere il Gruppo Espresso, comunicando che il giornalista proseguirà il suo lavoro nel gruppo. Piemontese, 67 anni, Mauro inizia la carriera nel ’72 alla Gazzetta del popolo di Torino, scrivendo degli anni di piombo. Dal 1980 una prima esperienza a La Stampa, come corrispondente di politica interna da Roma e poi come inviato. Passa nel 1988 a la Repubblica per raccontare, come corrispondente da Mosca, la perestrojka. Nel ’90 torna a La Stampa come condirettore, poi dal ’92 come direttore. Nel maggio ’96 ha il via il ventennio alla direzione di Repubblica, caratterizzato da una forte opposizione alle politiche berlusconiane.

Mario Calabresi, milanese, 45 anni, inizia invece la sua carriera nel ’98 come cronista parlamentare all’ANSA. Poi nel ’99 passa alla redazione politica di Repubblica. Dal 2000 al 2002 lavora come inviato speciale per La Stampa, per poi tornare a Repubblica, prima come caporedattore centrale e poi come corrispondente da New York. Dal 2009 assume la direzione del quotidiano torinese. Il cambio al timone ha già provocato un addio di primo piano a Repubblica. «Essendo la mia lunga collaborazione a Repubblica un riflesso della mia personale amicizia per Ezio Mauro, naturalmente finirà con la sua direzione», ha scritto sul sito de Il Foglio Adriano Sofri, condannato in via definitiva per l’omicidio del padre di Mario Calabresi, il commissario Luigi Calabresi. (Ansa)

Adriano Sofri chiude la sua collaborazione.

 “Leggo – dal Bangladesh, dove sto viaggiando – che Ezio Mauro lascerà la direzione di Repubblica dal prossimo 14 gennaio. Sono contento per lui, che comincerà una terza delle sue sette vite nella forma migliore. Gli sarà un po’ difficile, con la passione che lo anima, lasciare proprio durante una guerra mondiale. Ma troverà senz’altro un buon punto da cui partecipare”, ha scritto Adriano Sofri.

Va ricordato che Sofri fu condannato a 22 anni di carcere con l’accusa di essere il mandante dell’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, padre del giornalista Mario, avvenuto nel 1972. L’ex direttore di Lotta Continua si è sempre professato innocente.

 

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