COVID-19/ IN ITALIA continuano ad aumentare i contagi e i ricoveri, segnale di trasmissione del virus in ambito familiare e nei “focolai”. IN EUROPA nuovi lockdown

Ancora un aumento dei contagi di Covid in Italia: ieri sono stati registrati 1.907 nuovi casi, rilevati con 99.839 tamponi, qualche migliaio in meno rispetto a quelli effettuati giovedì. Il totale dei contagiati dall’inizio dell’epidemia in Italia, comprese vittime e guariti, sale così a 294.932. Calato lievemente il numero giornaliero di vittime: era di 13 giovedì, è stato di 10 venerdì, per un totale complessivo dall’inizio dell’emergenza di 35.668. Tra tutte le regioni, solo la Basilicata ha fatto registrare zero casi nell’ultimo giorno.

«Il problema – afferma il capo del dipartimento prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza (foto: a sinistra accanto al capo della Protezione civile Borrelli) –  è che ci sono dei focolai diffusi nel Paese. Inoltre l’età media sta aumentando ed è di circa 41 anni. Questo vuol dire che evidentemente c’è trasmissione intra-familiare, cioè il virus passa dai più giovani alle persone più anziane. Questo spiega un certo aumento lento ma graduale nelle ospedalizzazioni» .

Nella settimana di monitoraggio 7-13 settembre sono stati riportati complessivamente 2397 focolai attivi di cui 698 nuovi, entrambi in aumento per la 7° settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 2280 focolai attivi di cui 691 nuovi), secondo il monitoraggio settimanale Iss-ministero Salute. Questo comporta , si sottolinea, “un sempre maggiore impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che sono riusciti finora a contenere la trasmissione locale del virus”.

In quasi tutte le Regioni si osserva un aumento del tasso di occupazione dei posti letto dedicati sia in area medica che in terapia intensiva. A livello nazionale il tasso di occupazione in area medica è aumentato dal 2% al 4% rispetto al periodo 17-30 agosto 2020, mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva dal 1% al 2%, con valori superiori al 5% per alcune Regioni. Lo rileva il monitoraggio settimanale Iss-ministero della salute. “Sebbene, non siano ancora stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali – si legge – la tendenza osservata potrebbe riflettersi in un maggiore impegno”.

Nelle due ultime settimane si è osservato un “aumento significativo dell’età mediana alla diagnosi. Questo è probabilmente dovuto ad una trasmissione dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia: questo si riflette in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri”. Si raccomanda quindi di adottare “tutte le opportune precauzioni anche in ambito familiare“.

SI AGGRAVA LA SITUAZIONE IN EUROPA E NEL MONDO

Il contagio non si ferma negli altri paesi europei, che corrono ai ripari. Nelle ultime ore si allunga la lista dei provvedimenti varati in diverse nazioni del Vecchio Continente per scongiurare il ‘decollo’ dei numeri della pandemia di coronavirus.

In Inghilterra si allarga l’area delle misure speciali. Nel Lancashire, Merseyside, parti della regione delle Midlands e nel West Yorkshire, un’area dove vivono quasi 4,7 milioni di persone, da martedì sarà vietato incontrare persone non conviventi in casa o nei giardini privati. In parti del Lancashire e il Merseyside verrà anticipata la chiusura dei pub. Con questi nuovi provvedimenti, annunciati ieri dal governo di Londra, salgono a 13,5 i milioni di residenti del Regno Unito che sono sottoposti a misure restrittive.

Da lunedì è inoltre ovunque in vigore la regola del sei, che vieta riunioni di più di sei persone all’interno e all’esterno, con l’eccezione di scuole e uffici. Johnson ha invitato tutti a rispettare le nuove disposizioni, così come le regole base di distanza sociale e igiene delle mani. E avverte che la seconda ondata dell’epidemia di coronavirus sta arrivando in Gran Bretagna. “La stiamo vedendo in Francia, Spagna, attraverso l’Europa. Temo sia assolutamente inevitabile che la vedremo in questo Paese”, ha detto il premier britannico durante una visita nell’Oxfordshire.

Johnson ha spiegato che il suo governo sta valutando se “andare oltre” le restrizioni imposte questa settimana, sottolineando tuttavia di non volere un nuovo lockdown. “E’ l’ultima cosa che vogliamo”, si vogliono mantenere aperte le scuole e l’economia, ha spiegato.

In Spagna sono 4.697 i nuovi contagi e 90 i decessi per covid-19 registrati nelle ultime 24 ore, secondo quanto hanno reso noto le autorità sanitarie. Dall’inizio dell’epidemia le persone infettate sono state 640.040 e vi sono stati 30.495 morti.

Nell’ultima settimana i morti sono stati 432. Attualmente vi sono 10.143 persone ricoverate in ospedale, di cui 1.345 in terapia intensiva. La maggior parte dei contagi delle ultime 24 ore si sono registrati a Madrid (1.553). Seguono a distanza Andalusia (430) e Aragona (419)

E i riflettori sono  accesi soprattutto sulla capitale. La regione di Madrid ha annunciato restrizioni alla libertà di movimento in 37 distretti dell’area metropolitana. A partire da lunedì gli abitanti di queste aree – circa 850mila persone – non potranno lasciare il loro distretto se non per andare a lavoro, a scuola, dal medico o assistere familiari. Saranno vietati i raduni di oltre sei persone, mentre verranno chiusi parchi e giardini. “Vi sono 37 aeree nella comunità di Madrid dove vi è una maggiore incidenza. Stiamo parlando di mille contagi per 100mila abitanti, un dato gravissimo”, ha detto in conferenza stampa la presidente della regione, Isabel Diaz Ayuso, sottolineando che tali misure sono necessarie per evitare di dover ricorrere al confinamento.

Le limitazioni di movimento riguardano sei distretti della capitale e sette municipi della regione. In quest’area vive il 13% degli abitanti della comunità di Madrid, ma nell’ultima settimana vi è stato il 24% dei contagi della regione. Nella comunità di Madrid vivono 6,6 milioni di persone. La regione ha registrato 1212 nuovi casi nelle ultime 24 ore, con 33 decessi.

Attenzione altissima in Francia, che ha archiviato una giornata con 123 decessi, il dato peggiore dal 18 maggio. A Marsiglia il sindaco esprime preoccupazione per le dotazioni degli ospedali cittadini. A Tolosa, vietati gli assembramenti con più di 10 persone in parchi e aree pubbliche, prorogato l’obbligo di indossare la mascherina.

Giro di vite in Irlanda a Dublino, con provvedimenti che resteranno vigenti per le prossime tre settimane nella capitale: il livello 3 di allerta prevede limitazioni a ristoranti e locali, oltre al ‘numero chiuso’ per la partecipazione a funerali e matrimoni.

In Danimarca, da oggi bar e ristoranti verranno chiusi alle 22 e gli avventori dovranno indossare la mascherina fino a quando non si saranno seduti. Lo ha annunciato la premier Mette Federiksen, estendendo a tutto il paese misure entrate già in vigore a Copenaghen, la capitale. Il tetto massimo per le riunioni viene ridotto a 50 persone, con eccezioni per luoghi con grande capienza di posti a sedere, come gli stadi da calcio. La premier ha esortato tutti a lavorare il più possibile da casa, ridurre i contatti sociali ed evitare i mezzi pubblici affollati. Le nuove misure saranno in vigore almeno fino al 4 ottobre.

In Grecia scatta la chiusura dei cinema ad Atene. Fuorilegge gli assembramenti con 10 persone, partecipazione limitata a battesimi, matrimoni e funerali.

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