CORONAVIRUS in ITALIA/ Aggiornamento di sabato 4 aprile/ Segnale confortante: calo di ricoveri nelle terapie intensive. Regione Lombardia: tutti con mascherina. Ministro Speranza: non abbassare la guardia. Arcuri: nuovi rifornimenti

Si registra il primo calo di ricoveri in terapia intensiva dall’inizio dell’emergenza Covid-19. Sono 3.994 i malati di coronavirus ricoverati in terapia intensiva, 74 in meno rispetto a ieri. Di questi, 1.326 sono in Lombardia. Degli 88.274 malati complessivi, 29.010 sono poi ricoverati con sintomi  (269 in più rispetto a ieri)  e 55.270 sono quelli in isolamento domiciliare. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile consueta nella conferenza delle ore 18 tenuta dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli, affiancato dal presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Franco Locatelli.

Anche il numero di deceduti – sempre molto alto –  si è ridotto dai 970 di ieri ai 680 di oggi. “Ma non abbiamo superato la fase critica. Il pericolo non è scampato, non abbiamo scampato proprio nulla”, ha detto Locatelli. Il quale ha sottolineato che “uno studio autorevole ha di fatto definito in almeno superiori a 30mila il numero delle vite che sono state salvate o delle morti evitate attraverso queste misure di contenimento“.

STRETTA IN LOMBARDIA – Comunque in Lombardia il presidente della Regione, Fontana, ha deciso di emettere una ordinanza secondo cui si dovrà andare in giro indossando la mascherina o, comunque, con una protezione su naso e boccai.

Purtroppo da segnalare che altri due medici sono deceduti per l’epidemia di Covid-19. Sono il dottor Paolo Peroni (medico chirurgo specialista in Oftalmologia) e Giandomenico Iannucci (medico di famiglia). Il totale dei medici morti in questa epidemia sale dunque a 80. 

Oggi ha tenuto una conferenza stampa anche l’altro commissario per l’emergenza,  Domenico Arcuri, il quale ha affermato che dobbiamo  evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, che abbiamo costretto “l’avversario” in un angolo e stiamo per avere il sopravvento: gli indicatori ci dicono solo che stiamo cominciando a contenerne la portata. Ma la sua dimensione, seppure non uniforme, è ancora rilevante. Bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare comportamenti“.

“Sui tamponi e i test sierologici abbiamo iniziato una attività di approvvigionamento affinché le Regioni possano assistere assiduamente e notevolmente”, ha detto ancora Arcuri. “I posti letto in terapia intensiva, che erano 5.579, ora sono 9.284 e cioè il 79% in più. – ha aggiunto – Quelli nei reparti di malattia infettiva e pneumologia che erano 6.198 ora sono 34.320, oltre 4 volte in più, dunque è stato fatto uno sforzo gigantesco. Fino a ieri distribuiti 72,3 milioni di apparecchiature e dispositivi, lunedì scorso il 30 marzo erano 48,8 milioni: in 5 giorni è stato distribuito il 48% di questi strumenti in più. I dpi inviati alle regioni sono 51,8 milioni, lunedì scorso erano 40,6 milioni”.

L’ospedale di terapia intensiva realizzato in gran fretta alla Fiera di Milano con la guida di Bertolaso (nel frattempo contagiato dal virus) entrerà in funzione lunedì con i primi pazienti. Ancora non si sa quanti ne saranno ricoverati esattamente (dipende dalle richieste degli altri ospedali che non hanno più posto), ma saranno disponibili fino a 24 letti. Al momento secondo quanto si apprende, il personale è più che sufficiente, tra i collaboratori del Policlinico (che gestirà l’ospedale) e le persone assunte attraverso i bandi regionali e della Protezione civile.

“La prima mattonella per ricostruire l’edificio dell’Italia è vincere la battaglia sanitaria in corso altrimenti non ci potrà essere una ripartenza di natura economica sul terreno dello sviluppo”, aveva detto in mattinata il ministro della Salute, Roberto Speranza a RaiNews24. “Tutte le energie dello Stato e delle Regioni, di ogni singolo cittadino, devono essere rivolte a vincere questa battaglia sanitaria. Il distanziamento sociale – ha ribadito Speranza – è l’unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l’unica al momento che dà certezze”.

Con le misure adottate “l’indice di contagio ha iniziato la discesa, ha detto il ministro della Salute. “L’indice ‘R con zero’ – ha spiegato Speranza – nel mese di febbraio e nei primi di marzo ha sfiorato i 3, quindi ogni persona contagiata ne contagiava altre 3, producendo una moltiplicazione molto significativa. Con l’applicazione delle misure che abbiamo disposto in maniera rigorosa a partire dal 10 di marzo ha iniziato la sua discesa. Ma la battaglia è ancora nel suo pieno”.

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