COMMISSIONI PARLAMENTARI/ Dai call center alle monetine: quando la politica ti semplifica (o può complicarti) la vita

 

di GIOVANNI ONORATI/

Stop alle telefonate sgradite– Capita sempre nei momenti peggiori: quando stai lavorando, quando ti stai divertendo o quando stai guidando. Il cellulare inizia a squillare, guardi lo schermo, è un numero di Bari, pensi per un secondo “chi conosco a Bari?”, non ti viene in mente nessuno, ma decidi di rispondere. All’altro capo del telefono una voce squillante ti saluta e comincia a elencarti gli immensi pregi di un nuovo metodo di investimento o la strepitosa offerta per 24 mesi della televisione satellitare. Tu, che mi quel momento sei preso da tutt’altre preoccupazioni, prima argomenti gentilmente che non ti interessa, poi, di fronte all’insistenza dell’interlocutore, attacchi. Ma non è mica finita qui: riceverai nei giorni successivi altre 25 telefonate da altrettanti poveri cristi costretti a rompere le scatole al prossimo per sbarcare il lunario.

Finora c’era un’unica soluzione: mettere il numero nella lista nera del cellulare e bloccare le telefonate all’origine. Ma i numeri cambiano in continuazione e dunque a poco serviva. Dai prossimi mesi potrebbe esserci un’altra possibilità: iscrivere il proprio numero nel registro delle opposizioni, nato nel 2010 proprio per comunicare la propria volontà di non essere disturbati dai call center e fin qui limitato ai soli numeri di telefono fissi e solo a quelli inseriti negli elenchi del telefono. Poco conosciuto, anche perché scarsamente pubblicizzato, il registro conta poco più di un milione e mezzo di numerazioni iscritte. Un numero risibile, se rapportato ai 100 milioni di utenze telefoniche cellulari attive in Italia.

La Commissione Lavori pubblici del Senato ha dato in settimana il primo ok a un disegno di legge che prevede la possibilità di iscrivere nel registro sia i numeri fissi non inseriti nell’elenco del telefono, sia i numeri cellulari. Non solo: l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni individuerà un prefisso univoco per le chiamate dai call center. E gli operatori che violeranno i divieti previsti dalla legge (compreso quello di usare compositori telefonici per la ricerca automatica dei numeri) rischieranno multe da 10mila a 120mila euro e, nei casi più gravi, la sospensione o la chiusura dell’attività. Adesso è corsa contro il tempo per approvare la legge entro la fine della legislatura: nelle prossime settimane si cercherà di non far passare il testo per l’Aula ma di approvarlo direttamente in Commissione, poi ci dovrà essere il passaggio alla Camera ed eventualmente di nuovo al Senato, e non possono essere ovviamente escluse manovre di lobby. Ma se tutto andrà bene, entro fine anno la “gentile” signorina che nel momento peggiore della tua giornata ti chiama per sapere se vuoi installare a casa il miscelatore di acqua sanitaria o se vuoi cambiare gestore elettrico sarà soltanto un brutto ricordo.

Rimpiangeremo le monetine? – “Il meccanismo di arrotondamento degli importi al multiplo di 5 centesimi più vicino avrà certamente effetti inflazionistici in quanto è ipotizzabile un arrotondamento verso l’alto, tanto che la stessa norma affida al garante per la sorveglianza dei prezzi il compito di verificare l’impatto delle nuove disposizioni”. Un po’ contorto, ma chiaro: la sospensione della produzione (in termini tecnici il “conio”) delle monetine da 1 e 2 centesimi alla fine potrebbe essere una fregatura per tutti, soprattutto in rapporto ai risparmi che assicurerebbe alle casse dello Stato. Se n’è accorta la Commissione Finanze del Senato. Il ragionamento è semplice. Se oggi, per dire, di bollo auto pagate 178,83 euro, domani pagherete 178,85. Dici: e vabbe’, per due centesimi… Sì, ma aggiungete gli arrotondamenti della spesa al supermercato (che, ovviamente, saranno sempre verso l’alto) e moltiplicateli per 365 giorni. Magari non sarà una cifra enorme per il singolo, ma per la collettività sì. Il Governo ha risposto che si tratta di una misura temporanea e che vigilerà. Ma alla fine l’impressione è che pagherà sempre Pantalone…

Mai più stipendio in contanti – Nelle prossime settimane l’Aula della Camera dovrebbe approvare una legge che vieta il pagamento diretto delle retribuzioni a dipendenti o professionisti tramite assegni o contanti. Il testo ha avuto l’ok della Commissione Lavoro già ad aprile, ma si era cercato di trasferirlo alla sede legislativa (ossia approvarlo senza passare per l’Aula). Tentativo andato a vuoto. Le modalità utilizzabili saranno solo bonifico oppure pagamento in contanti o tramite assegno ma sempre presso uno sportello bancario o postale indicato dal datore di lavoro. La proposta, si legge nella relazione illustrativa, “offre una soluzione a un problema che colpisce moltissimi lavoratori. È infatti noto che alcuni datori di lavoro, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione, corrispondono ai lavoratori una retribuzione inferiore ai minimi fissati dalla contrattazione collettiva, pur facendo firmare al lavoratore, molto spesso, una busta paga dalla quale risulta una retribuzione regolare”.  Chi violerà il divieto previsto dalla legge rischierà una multa da 5mila a 50mila euro. Tra l’altro, la legge si applica anche a rapporti di “committenza”. Insomma, anche se fate venire un elettricista a casa per rifare l’impianto e stipulate con lui un regolare contratto, non potrete più pagarlo in contanti, ma con assegno o bonifico, oppure indicando uno sportello bancario o postale dove andare a ritirare i contanti.

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