Cellula jihadista con base in Alto Adige e Norvegia reclutava per l’Isis

Jihadisti MeranoUna cellula jihadista agiva tra l’Italia e il Nord Europa per ingrossare le file del terrorismo islamico e reclutare combattenti da destinare al fronte siro-iracheno. E’ lo scenario del blitz antiterrorismo “JWeb”, condotto stamattina dai carabinieri del Ros che con le autorità giudiziarie e di polizia di Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia, coordinate da Eurojust, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della Procura, nei confronti di 17 persone, sedici curdi iracheni e un kosovaro, indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla transnazionalita’ del reato. Sette degli arresti sono stati eseguiti in Italia, tra Merano e Bolzano.

L’organizzazione, denominata “Rawti Shax” o “Didi Nwe”, era “collegata allo Stato Islamico”, ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, ma il comandante del Raggruppamento operativo speciale, generale Giuseppe Governale, ha smentito con decisione la notizia, di fonte norvegese, secondo cui gli indagati progettavano attentati nel nostro Paese: “Nel corso delle indagini – ha rivelato Governale – è stata invece documentata la progettazione di attività ostili con attentati a diplomatici norvegesi e del Regno Unito presso le rappresentanze diplomatiche in Medioriente e persino in Norvegia contro dei parlamentari per ottenere l’attenuazione del regime carcerario del Mullah Krekar“, indicato dagli inquirenti come il leader dell’organizzazione.

Mullah Krekar è l’alias di Najmuddin Faraj Ahmad, residente in Norvegia dove è da tempo detenuto. Descritto dagli investigatori come “un vero e proprio ideologo dell’islamismo a tutti i costi”, capace di attirare attraverso il web l’attenzione di numerosi proseliti, nel 2001 aveva fondato Ansar al-Islam, gruppo terroristico curdo sunnita, poi smantellato: fuggito dall’Iraq e ottenuto asilo politico in Norvegia, negli anni successivi aveva continuato a sostenere pubblicamente l’attività dei gruppi jihadisti convergenti in Ansar al-Islam e al-Qaida, finendo più volte arrestato e condannato per istigazione all’odio e alla violenza. E’ stato lui – si legge nell’ordinanza – nella prospettiva della costituzione di uno Stato islamico in Kurdistan, ad elaborare il progetto di un’organizzazione, “Rawti Shax” appunto, che superasse i limiti palesati da Ansar al-Islam perseguendo moduli organizzativi che ne garantissero l’impenetrabilità: fine ultimo, ‘educare’ una nuova generazione di curdi iracheni “ad un’ideologia radicale di matrice religiosa affinché si preparassero, in futuro, a sostenere una rivolta violenta contro i regimi di ‘infedeli’ che governano nelle aree curde”. “La morte per noi è martirio, e siamo pronti contro chiunque occupa il Kurdistan, americani, russi o altri”, assicura Krekar in un colloquio captato in carcere nel novembre 2012: “noi difendiamo il nostro Paese…per questi che hanno bruciato il Corano? Almeno 100 persone sono pronte in Europa ed in Kurdistan a fare giustizia”.

Per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, l’operazione ribadisce “quanto funzioni sia la cooperazione internazionale sia tutta l’attività di prevenzione in Italia. Non esistono Paesi a ‘rischio zero’, ma il nostro sistema sin qui ha funzionato e l’Italia ha realizzato un’attività ragguardevole in termini di espulsioni e di prevenzione”. Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, dopo aver ringraziato Procure e forze dell’ordine “per lo straordinario sforzo che ogni giorno compiono per garantire la sicurezza dei cittadini” ha ricordato invece come “un doveroso riconoscimento” vada rivolto “anche ai componenti della comunità dell’intelligence che in modo riservato e professionale hanno svolto un prezioso lavoro”.

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