CASO SCHWAZER/ Il marciatore azzurro rilancia e attacca: “Non mi sono dopato, la provetta è stata manipolata”. Sotto accusa la Iaaf, chiesto l’esame del DNA sul campione analizzato e incriminato

schwazer4di FABIO CAMILLACCI/

Alex Schwazer non si arrende, anzi attacca: “Continuo ad allenarmi in questi giorni perché per vincere alle Olimpiadi non c’è bisogno di doping. Non ho bisogno della giornata di grazia, non mi sono dopato, la provetta potrebbe esser stata manipolata”. Il marciatore azzurro è tornato a parlare in conferenza stampa a Vipiteno, per difendersi dalle accuse: “Siamo in attesa del termine della scadenza per le Olimpiadi, voglio solo concludere che se tra un anno mi danno ragione non me e frega niente, io sono nettamente il migliore nella mia disciplina e mi alleno così da 4 anni. Non mi sono dopato. O qualcuno mi ha dato di nascosto la sostanza, o la provetta è stata manipolata”.

Esame del DNA. Il legale di Alex Schwazer, Gerhard Brandstatter, ha chiesto che sia fatto l’esame del DNA sul campione di urina costato la sospensione all’altoatesino. L’avvocato ha inoltre annunciato che è stato presentato un esposto in procura con l’ipotesi di frode sportiva: “Faremo ricorso al Tas di Losanna, è una corsa contro il tempo”.

Donati al veleno. Attacco pesante anche da parte di Sandro Donati, allenatore di Schwazer: “È evidente la volontà di spazzare via un atleta ed un lavoro mio e suo. Voglio rivolgermi a quella parte della Iaaf che non è stata colpita dalla corruzione. In primis a Sebastian Coe, dicendo che deve segnare la differenza tra il prima e il dopo e come lui anche quelli là dentro”. In precedenza Donati aveva attaccato anche Maurizio Damilano: “Io so che Damilano si è opposto fin dall’inizio addirittura all’organizzazione del campionato del mondo a Roma perché lo riteneva non opportuno. Sono in grado di indicare molti atti di ostilità che sono venuti anche dal fratello, dicendo che un atleta squalificato per doping sì aveva il diritto di rientrare ma non di essere portato in nazionale o partecipare alle Olimpiadi. Damilano dovrebbe ricordare la sua storia personale. Dovrebbe ricordare la partecipazione alle attività di Francesco Conconi, dovrebbe ricordare che il nome del fratello è inserito in un file per il quale i periti del tribunale hanno attestato l’avvenuta somministrazione di Epo”.

Altri dubbi. Quale ruolo ha svolto Thomas Capdevielle, l’antidoping senior manager della Federazione internazionale che (così recita il dossier) nel processo sul doping a Schwazer svoltosi a Bolzano era stato teste a discarico dei medici Giuseppe Fischietto e Pierluigi Fiorella, a loro volta messi sotto accusa dal campione altoatesino? Secondo il dossier inoltre del legale di Schwazer, Capdevielle ordinando una seconda analisi avrebbe messo in atto una procedura straordinaria con pochi precedenti. Il dossier avanza anche dubbi sull’anonimato della provetta oggetto delle analisi ed afferma che ci sarebbero stati numerosi punti oscuri nel viaggio compiuto dal contenitore dal momento del prelievo a quello dell’analisi. Ecco perchè il legale di Schwazer aggiunge: “In questa vicenda c’è stata una ingerenza esterna molto forte. Molto strano che una analisi negativa dopo cinque mesi è stranamente diventata positiva. Evidentemente qualcuno sapeva qualcosa”. Al dossier sono allegate due perizie: una dell’olandese Douw de Boer e l’altra di Giuseppe Pieraccini di Firenze. Quest’ultimo ipotizza anche che potrebbe esserci stata una manipolazione per mettere in dubbio la credibilità dell’allenatore di Schwazer, Alessandro Donati (nella foto: Schwazer in conferenza stampa col suo avvocato).

Commenta per primo

Lascia un commento