BOTTA E RISPOSTA A DISTANZA TRA I VIROLOGI/ Il coronavirus divide Burioni e Tarro prima sui social poi in tv, coinvolgendo persino… Premio Nobel e Miss Italia

Tra uno studio e l’altro (in laboratorio o in tv, in clinica o sui giornali), virologi, epidemiologi, infettivologi, dicono e (spesso) si contraddicono fino a smentire persino se stessi sull’epidemia di coronavirus. L’ultimo conflitto a distanza (in ordine cronologico) è avvenuto tra  Roberto Burioni e Giulio Tarro, protagonisti di un botta e risposta anche sui social.

L’ottantenne professor Giulio Tarro, primario emerito dell’ospedale Cotugno di Napoli (che nel 1973  isolò per primo il vibrione del colera e per questo fu due volte candidato al premio Nobel) aveva pronosticato una possibile fine del flagello epidemico con l’arrivo del caldo (come tutti virus influenzali). Più esattamente aveva  affermato: «Con l’estate avremo abbastanza immunizzati e non ci sarà motivo per stare ulteriormente agli arresti domiciliari».

Questa teoria è stata rilanciata, tra gli altri, dal deputato irpino (quindi conterraneo di Tarro) Gianfranco Rotondi, il quale su Twitter ha scritto: “Il virologo Tarro scommette la sua reputazione dicendo che tra un mese il coronavirus ci abbandonerà come tutti i corona influenzali”. 

Ed è a lui (…nuora perché suocera intenda) che risponde l’altro virologo che frequenta con assiduità i programmi televisivi e radiofonici, il 57enne professore marchigiano Roberto Burioni, scrivendo: “Tarro è stato candidato al Nobel come io a Miss Italia.

La replica del suo collega Tarro non si è fatta attendere: «Burioni scrive su twitter: ’Se Tarro è virologo da Nobel, io sono Miss Italia’. Su una cosa ha ragione: Lui deve fare solo le passerelle come Miss Italia, ma… senza aprire bocca».

A questo punto anche Rotondi ha voluto dire la sua: «Tra un’intervista e l’altra, Burioni trova anche il tempo di polemizzare con me, che ho solo ritwittato un’intervista al “Mattino” del professor Giulio Tarro, secondo il quale tra un mese con il caldo il Coronavirus ci saluterà per conto suo. Naturalmente non sono in grado di confutare la tesi del professor Tarro, ma spero vivamente che sia confermata dai fatti. Non permetto a Burioni di ironizzare sul professor Tarro, eroe della lotta al colera nel 1973, primario vincitore di concorso all’ospedale Cotugno di Napoli, tuttora ospedale leader in campo infettivologico».

E’ bene far notare, a margine, che entrambi gli illustri virologi ieri sera (19 aprile) erano quasi contemporaneamente su due emittenti televisive: Burioni, come ogni domenica sera, ospite in studio di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai2. Tarro invece ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena su La7. 

E il virologo irpino si è tolto il sassolino (del virologo marchigiano) dalla scarpa: «Non mi interessa fare polemica con una persona che il 2 febbraio ha detto che non ci sarebbero stati casi in Italia» (quando si parlava ancora soltanto dell’epidemia della Cina). Tant’è che aggiunse in una intervista: «Domani sera vado a cena al ristorante cinese». 

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