Arrestato Raffaele Marra, capo del personale del Campidoglio. La nomina della Raggi era stata contestata da una parte del M5s

Raffaele Marra (S) con Salvatore Romeo (D) al termine dell'incontro tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e il sottosegretario Claudio De Vincenti a palazzo Chigi, Roma, 18 ottobre 2016. ANSA/ ANGELO CARCONI
Raffaele Marra (S) con Salvatore Romeo (D). Foto Ansa di Angelo Carconi

Altro colpo giudiziario alla giunta M5s di Roma. E’ stato arrestato Raffaele Marra, di recente nominato dal sindaco Virgnia Raggi capo del personale del Campidoglio: gli viene contestato il reato di corruzione, che avrebbe compiuto nel 2013, quando era alle dipendenze del sindaco Gianni Alemanno. Raffaele Marra, persona da sempre invisa ad una parte del Movimento 5 Stelle per il suo passato politico, aveva lavorato anche con la presidente della Regione Lazio  Renata Polverini.

La vicenda che ha portato all’arresto di Marra, come si è detto, è legata all’inchiesta sulla compravendita delle case Enasarco e risale al 2013. In quel periodo Marra era a capo del dipartimento politiche abitative del Comune di Roma. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo.

Insieme a lui è finito in manette anche il costruttore Sergio Scarpellini. L’indagine si riferisce al periodo in cui Marra era, sotto il sindaco Alemanno, direttore dell’ufficio delle Politiche abitative del Comune e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa. Il costruttore avrebbe messo a disposizione dell’attuale capo del personale del Comune di Roma il denaro per acquistare una casa dove lui viveva

Marra era stato stato al centro del caos nomine in Campidoglio, contestate all’interno dei Cinque Stelle. Il dirigente, inizialmente nominato vicecapo di gabinetto della sindaca, è stato poi spostato alla guida delle Risorse Umane come capo del personale del Campidoglio.

Ma non è tutto. L’Authority anticorruzione (Anac) e la Procura di Roma indagano sulla nomina alla direzione turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele. E’ l’effetto di un esposto presentato il 14 novembre dall’associazione dei consumatori Codacons, che chiedeva di accertare la possibile violazione dell’articolo 7 del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, in vigore dal 2013 (‘il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attivita’ che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado’), ma anche “responsabilità penalmente rilevanti quali il reato di abuso di ufficio”.

Inoltre un’inchiesta del settimanale L’Espresso ha svelato suoi presunti legami impropri in passato con alcuni costruttori, dai quali avrebbe ricavato vantaggi. Accuse sempre smentite da Raffaele Marra, che ha annunciato querele.

Corruzione per funzione. E’ questa l’accusa contestata in concorso a Marra ed al suo amico Scarpellini. Nell’ordinanza di custodia il giudice ricostruisce alcuni episodi, uno dei quali è stato ritenuto indice di una vicinanza troppo stretta. E’ quello relativo all’acquisto di un appartamento, nel 2013, in via dei Prati Fiscali, da parte di Marra ed all’arrivo nella sua disponibilità di oltre 367mila euro. A pagare sempre Scarpellini. “Da una parte ci sono tracce del flusso in una direzione – spiega una fonte vicina all’inchiesta – dall’altra non ci sono elementi relativi ad una possibile restituzione, che comunque non renderebbe più leggero il quadro indiziario”. Il pm Barbara Zuin ha condotto le verifiche sul caso d’intesa con il procuratore aggiunto Paolo Ielo. Fondamentali nei controlli sono stati gli esperti della Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia. L’episodio dell’appartamento Enasarco – fa notare il sito di Rainews24 – rivela la natura dei rapporti tra il dirigente, all’epoca dei fatti protagonista del passaggio dalla direzione del Demanio della Regione Lazio al Campidoglio. Per un analogo episodio, avvenuto nel 2009, l’acquisto di un’altra casa da parte di Marra sempre con soldi di Scarpellini la Procura non procederà in quanto si tratta di un caso coperto da prescrizione.

In una brevissima conferenza stampa il sindaco Virginia Raggi ha dichiarato: “Abbiamo appreso con sorpresa dell’arresto per fatti che, per quanto risulta fino ad oggi, non riguarderebbero questa consiliatura. Piena fiducia nel lavoro magistratura. Procederemo con la sostituzione del Capo del Dipartimento del Personale. L’amministrazione va avanti, Marra è uno dei 23mila dipendenti e non un esponente politico. Il mio braccio destro sono i romani”. “Mi dispiace per i romani e nei confronti di Beppe Grillo che aveva sollevato qualche perplessità” rispetto alla nomina di Marra.

Emiliano Fittipaldi, il giornalista dell’Espresso che ha raccontato le “strane” compravendite di immobili dice ai microfoni di Rainews24: “Nonostante le mie inchieste Raggi  ha sempre difeso Marra”, il quale nel 2009  aveva acquistato da Sergio Scarpellini un lussuoso attico ottenendo uno sconto di mezzo milione di euro. E nel 2013 la moglie del capo del personale del Comune aveva acquistato un appartamento Enasarco per 350mila euro, ottenendo uno sconto del 40 per cento.       Quella di Raffalele Marra è la nomina più discussa dei primi sei mesi di giunta di Virginia Raggi. Il dirigente comunale, infatti, non rientra nel profilo del militante tipo del Movimento 5 Stelle, visti i numerosi incarichi ricoperti con altre amministrazioni o enti pubblici guidati dal centrodestra. Un curriculum il suo, che ha sollevato numerose polemiche, anche all’interno del Movimento. La deputata Lombardi lo definì “un virus che inquina il movimento“.

Chi è Raffaele Marra. Napoletano, 44 anni, Marra si laurea prima in giurisprudenza e poi in economia e commercio. Nel 1991 si arruola nella Guardia di Finanza, dove trascorre circa quindici anni. Dieci anni fa il passaggio alla pubblica amministrazione. Nel 2006 passa alla direzione affari generali del ministero dell’Agricoltura con Alemanno. Due anni dopo, nel 2008, con Gianni Alemanno ministro, va a lavorare all’area galoppo dell’Unione Nazionale Razze Equine, allora guidata da Franco Panzironi, poi condannato in primo grado per la “parentopoli” Ama e oggi a processo per Mafia Capitale. Nello stesso anno trasloca in Campidoglio assieme ad Alemanno, eletto nel frattempo sindaco di Roma: prima va a dirigere il dipartimento casa e poi entra nel Gabinetto del sindaco. Nel 2010 passa in Rai, come consulente dell’allora direttore generale Mauro Masi. L’anno successivo, invece, viene chiamato alla direzione del personale della Regione Lazio su chiamata della presidente di centrodestra Renata Polverini, nonostante un pronunciamento del Tar che lo valuta “inidoneo” per quell’incarico. Nel frattempo Marra vince il concorso da dirigente comunale, con Ignazio Marino sindaco viene relegato in un ruolo di minore rilievo, alla tutela dei consumatori.

La Raggi, invece, si fida di lui, e lo difende anche dalle critiche interne sul suo ruolo piovute da vari esponenti del M5S, come la Lombardi.  La Raggi prima lo nomina vice capo di gabinetto vicario, poi dopo le polemiche lo sposta alla guida del personale. Anche in questo ruolo però non mancano le grane: nella macrostruttura recentemente varata dal Campidoglio il fratello di Marra, Renato, dirigente della Polizia Locale, è stato nominato alla direzione Turismo, scelta che ha fatto scattare un esposto all’Anac del sindacato dei dirigenti pubblici Direr per un possibile conflitto di interessi.

Le opposizioni.  Dopo gli arresti di Marra e Scarpellini, la richiesta che arriva dalle opposizioni è di dimissioni del sindaco Virginia Raggi.  Dal Pd, Matteo Orfini (quale pulpito! E’ il commissario renziano che organizzò la sfiducia al sindaco Marino portando i consiglieri Pd e alcuni dell’opposizione davanti a un notaio!)  commenta: “Prima le tardive dimissioni della Muraro, poi le perquisizioni in Campidoglio, oggi l’arresto di Marra: quando dissi che stavano riciclando il peggio, quando raccontai i legami pericolosi di questa gente, Grillo, Di Battista e Di Maio mi insultarono. Oggi non chiederanno scusa. Perché sono politicamente corresponsabili”.

Forza Italia  vorrebbe che Grillo chiedesse le dimissioni della Raggi “Il Movimento 5 stelle cerca di minimizzare una vicenda che sta diventando ogni giorno più insostenibile. L’arresto di Marra rappresenta l’ultimo atto del fallimento dei grillini, della loro inesperienza, vantata come una virtù, ma che si è dimostrata totale inadeguatezza ad amministrare e a governare”, sostiene Deborah Bergamini, responsabile Comunicazione di Forza Italia. Di dimissioni parla anche un altro esponente di Forza Italia, Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato: “In casi ordinari bisognerebbe essere garantisti, ma con i 5Stelle non lo si può essere fino in fondo. L’arresto di Marra, pervicacemente e misteriosamente difeso dal sindaco Raggi e da tanti esponenti del mondo grillino, impone un atto di coerenza. E lo dico a prescindere dall’epoca in cui i fatti contestati a Marra si sarebbero verificati” (certo,”a prescindere”, perché Marra è un personaggio prodotto dalle amministrazioni di destra della capitale e della Regione).

L’imprenditore edile Sergio Scarpellini è considerato “l’affittacamere della politica”. “Io facevo il fornaretto. Me so’ comprato un piccolo immobile, poi l’ho venduto, poi un altro e un altro ancora. E so’ diventato Sergio Scarpellini. C’ho 76 anni e mi sveglio presto, mai dopo le cinque. Ho coccolato la politica: bei posti, ristrutturati, pulitissimi, pregiati e ora mi sbattono sui giornali”. In una scheda biografica del 2014 così si raccontava il re del mattone arrestato con Marra. Le manette per i due sono scattate sulla base di fatti risalenti al 2013.  Scarpellini non è nuovo alla cronaca giudiziaria. ‘Er fornaretto’, o ‘er sor Sergio’ come lo chiamano a Roma, nel 2013 fu al centro della vicenda “affitti d’oro”: suoi alcuni dei locali per la Camera, il Tar del Lazio, il Comune e un tempo il Senato. Quell’anno, una battaglia proprio sugli affitti d’oro occupò l’aula di Montecitorio negli ultimi giorni pre pausa natalizia.

Dal 1997, senza un bando pubblico, Scarpellini ospita la politica. La cifra, esatta, fa 48 milioni di euro l’anno. “Ho coccolato la politica: bei posti, ristrutturati, pulitissimi, pregiati e ora mi sbattono sui giornali” disse a fine 2013 in una intervista al Fatto Quotidiano. Spiegò come con i soldi spesi in anni per l’affitto, la Camera avrebbe potuto comprare due dei tre palazzi locati: “Perché con i 369 milioni di euro che hanno speso per le locazioni, non hanno direttamente acquistato gli immobili?”. Ma che l’opzione non era stata esercitata, perché Montecitorio non ha mai voluto accollarsi il costo dei 500 dipendenti che ci lavorano. E ammise: “In 13 anni ho distribuito 650mila euro a bianchi, rossi e verdi. Io non sono né di sinistra né di centro o di destra, sono di tutti. Tifo per la Roma e vado a vedere pure la Lazio. Sono l’imprenditore delle larghe intese”.

‘Er sor Sergio’ è proprietario pure di due milioni di metri cubi alla Romanina (dalle parti del Flaminio). La Romanina è il suo regno: ottenne in passato che questo quartiere quasi tutto abusivo a sud est della città fosse la sede di una delle 18 centralità previste dal Piano regolatore di Roma. Sarebbe stato lui a dare a Raffaele Marra i soldi necessari per l’appartamento Enasarco, un attico acquistato con uno sconto di quasi mezzo milione di euro, sfruttando la dismissione del patrimonio immobiliare. Negli stessi giorni in cui il funzionario capitolino comprava la casa, Scarpellini acquistava il vecchio appartamento di Marra, pagandolo il triplo. “È una permuta indiretta, la fa chiunque”, diceva Marra a chi gli faceva notare la “fortuna” di acquistare una nuova casa e vendere in contemporanea la propria.

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