ANCHE IL SENATO APPROVA IL DECRETO CHE ABOLISCE I VOUCHER

Il decreto che abolisce i voucher, già approvato dalla Camera, diventa definitivo: il provvedimento è stato infatti approvato dal Senato con 140 sì, 49 no, 31 astenuti.

Lepri: «Ora nuove norme su lavori occasionali» – “Oggi, dopo il voto del Senato, l’abrogazione dei voucher e le modifiche delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti, diventano legge. Non si tratta di una scelta dettata dal timore del referendum ma è in linea con l’approccio riformista del Governo e della maggioranza parlamentare”. Lo afferma Stefano Lepri, vicepresidente del gruppo Pd intervenendo nell’Aula del Senato in dichiarazione di voto. “Abbiamo voluto evitare di dare un significato politico ad un quesito referendario che è squisitamente di merito – spiega – e abbiamo voluto evitare che l’esito referendario ritardasse o impedisse di rimettere prontamente mano ai limiti individuati, così da garantire le indiscutibili esigenze di assicurare lavori erogabili anche in forma occasionale. Sui voucher ci sono stati abusi, ma nella maggior parte dei casi essi hanno permesso di svolgere in modo semplice, con costi amministrativi ridotti e con copertura contributiva, lavori che altrimenti sarebbero rimasti nell’economia sommersa. Appare dunque indiscutibile l’utilità dei voucher in campi quali agricoltura, inserimento lavorativo di persone svantaggiate, assistenza a congressi o in occasione di eventi sportivi, vendita in periodo natalizio, servizi scolastici pomeridiani, quelli domestici, per i non autosufficienti, per i bambini”. “Per questo dopo la loro abrogazione serviranno subito nuove norme da definire anche attraverso un proficuo confronto con le parti sociali. Esempi positivi – conclude Lepri – possono venire dagli chêques francesi, che incorporano anche un contributo pubblico a sostegno dei servizi alla famiglia o dai mini-jobs tedeschi, magari attivabili modificando le attuali forme del lavoro a chiamata”.

Camusso: «Non più necessario il referendum» – “Essendo il testo corrispondente al quesito referendario ci immaginiamo che la Corte di Cassazione applichi le norme che prevedono la possibilità di non svolgere il voto qualora l’intervento legislativo corrisponda ai quesiti proposti dalla Cgil”. Così ha risposto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dal presidio in piazza del Pantheon dopo l’ok alla legge su voucher e appalti. “Ovviamente – ha aggiunto – l’ultima parola spetta alla Corte di Cassazione”.

Camusso ha anche ribadito che con l’addio ai voucher “non si crea alcun vuoto normativo: è una leggenda inventata il giorno dopo il decreto. Forme di flessibilità e di lavoro breve ce ne sono in un numero infinito nel nostro ordinamento”. Per le famiglie, ha ribadito, c’è “la nostra proposta contenuta nella ‘Carta dei diritti universali del lavoro‘ con la formulazione del rapporto di lavoro subordinato occasionale“.

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