Salvini ha mentito su Savoini (e quindi sui possibili affari Lega-Russia): questo si ricava dalla informativa di Conte al Senato. E lui non smentisce nulla, ma parla d’altro e offende il capo del governo

Salvini aveva quasi finto di non conoscerlo. Ma aveva mentito. Perché, invece, il leghista Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e suo vecchio sodale, era presente a Mosca nei giorni 15 e 16 luglio proprio al seguito del ministro Matteo Salvini, così come, anche in occasione della visita di Putin a Roma, Savoini era presente perché accreditato dall’ufficio del ministro Salvini. La precisazione è stata fornita davanti al Senato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha inteso così correttamente rispondere su questo aspetto alla richiesta di chiarimenti sui rapporti Lega-Russia arrivati dalle opposizioni, cosa – questa – che avrebbe dovuto fare lo stesso Salvini. Il quale, invece, ha avuto la sfrontatezza e l’arroganza di rifiutarsi, motivo pr il quale la gran parte dei senatori del M5s si è allontanata dall’aula di Palazzo Madama appena Conte ha iniziati a parlare.

Conte è stato preciso e corretto per cui sono suonate come una stonatura politica e istituzionale (oltre che una idiozia tattica) le interruzioni dei senatori del Pd fedelissimi di Renzi durante il suo pacato discorso: “Sulla base delle informazioni disponibili alla presidenza del Consiglio posso precisare che il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo. Era presente a Mosca il 15 e 16 luglio 2018 al seguito del ministro Salvini. Il quale  è stato presente a Mosca anche il 15 luglio 2018 per la finale del mondiale di calcio e il 16 luglio 2018 per l’incontro con le controparti russe.

In quella occasione fu notificata alle controparti russe dalla nostra ambasciata la composizione della delegazione italiana su indicazione del protocollo del ministero dell’Interno: la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.

Conte si è occupato anche della spinosa vicenda del Treno ad Alta Velocità, la cosiddetta TAV   Torino-Lione spiegando: “In ogni occasione di interlocuzione con i partner francesi e le istituzioni europee ho sempre sostenuto con chiarezza la volontà dell’Italia di ridiscutere l’opera, nell’interesse del Paese, non mio personale, e dei cittadini italiani”. Ed ha aggiunto: “Se oggi sono qui davanti a voi è in ragione del mio ruolo, è per il profondo rispetto che nutro nei confronti di quest’Aula. Non mi sono mai sottratto all’interlocuzione con il Parlamento. Il confronto è la vera essenza della nostra forma di governo”.

Al termine dell’informativa di Conte in Aula, il capogruppo pd al Senato, Andrea Marcucci, ha annunciato che il suo gruppo “nell’immediato presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini, che scappa dalle sue responsabilità”.

Questa mattina, intervenendo su RadioRai alla trasmissioneRadio anch’io” , Matteo Salvini, con la sua consueta eleganza ha detto: «Le parole Conte?  Mi interessano meno di zero» una squallida volgarità seguita dalla solita fanfaronata: «Mi alzo ogni mattina per andare al Viminale per lavorare. Io finché posso far le cose sto al governo, se dovessi accorgermi che sto al governo per non fare le cose…».  Ma lui al governo ci sta poco: preferisce girare per le piazze a recitare slogan propagandistiti indossando divise, magliette e tute mimetiche o stare davanti a uno smartphone a registrare selfie da far trasmettere alle tv compiacenti.

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