La manovra economica ottiene il via libera dal Senato con 166 voti a favore e 128 contrari. 4 assenti e un no dal M5s. Ora passa al vaglio della Camera

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con accanto il ministro dell’Economia Guatltieri

A due mesi esatti dal Consiglio dei ministri che la varò, la manovra riceve il primo via libera parlamentare. Il Senato la approva con 166 sì e 128 no al voto di fiducia: nel M5s spunta una pattuglia di dissidenti, con Gianluigi Paragone che vota no e quattro assenti, Cataldo Mininno, Lello Ciampolillo, Primo Di Nicola, Mario Michele Giarrusso.

Dopo settimane assai turbolente, lo stralcio in extremis di 15 norme e una settantina di correzioni finali. Fa discutere la decisione della presidente Elisabetta Casellati di dichiarare inammissibile la norma per legalizzare la cannabis leggera: il centrodestra la applaude, maggioranza e governo protestano e il M5s chiede le dimissioni da presidente del Senato.

Il testo deve ora essere approvato dalla Camera blindato, senza più modifiche, per essere approvato a ridosso del Natale. Salvo imprevisti, la manovra non cambia più: passa senza la legalizzazione della canapa, con lo stop all’aumento dell’Iva, con un taglio da 3 miliardi delle tasse per i lavoratori, con plastic e sugar tax ma anche con una nuova tegola da 47 miliardi di aumenti di Iva e accise nel 2021 e nel 2022 che dovranno essere disinnescati.

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