Affare De Luca. Il giudice Anna Scognamiglio trasferita dal presidente del Tribunale di Napoli.

La Procura di Roma avvia indagini a carico del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: la vicenda (134mm x 80mm)

Redazione – Le intercettazioni telefoniche, se confermate dalle verifiche predisposte dagli inquirenti, la accusano e la giudice Anna Scognamiglio, indagata per concussione nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca, è stata trasferita dal presidente del Tribunale di Napoli, Ettore Ferrara,  ad altra sezione. Ma può accaderle di peggio, perché su di lei ha avviato accertamenti il Pg della Cassazione Pasquale Ciccolo.

Quale sarebbe la intercettazione che accuserebbe la Scognamiglio? “Abbiamo finito, è fatta”, questa la telefonata che il 17 luglio scorso, mentre era ancora in camera di consiglio, fece al marito, l’avvocato Guglielmo Manna, dopo aver scritto la sentenza che ha consentito al governatore della Campania di rimanere in carica. Frase sibillina, ma che induce subito dopo Manna a fa partire un sms nei confronti di un componente dello staff di De Luca, nel quale scrive: “E’ andata come previsto”. Dunque, arguiscono gli investigatori, Manna chiede così di riscuotere il frutto dell’avvertimento che avrebbe fatto: fatemi ottenere dal presidente De Luca il posto nella Sanità regionale al quale ambisco in cambio del buon esito del ricorso che lo stesso De Luca aveva presentato alla magistratura contro l’applicazione della legge Severino che gli impediva di ricoprire la carica.

Secondo i magistrati della Procura di Roma è l’elemento cruciale alla base dell’inchiesta sul presunto accordo illecito. “Credi di essere intelligente solo tu e invece anche io sono furbo”, aggiunge in un altro passaggio Manna rivolto alla moglie. In altre telefonate Manna annuncia alla moglie che andrà a Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. Il 2 agosto, poi, riferisce di essere stato convocato. “Io sto a Ponza, sono stato chiamato”, e lei: “Domani?”. Manna: “Sì in Regione. Ora sto partendo”. La Scognamiglio riprende: “Se dovesse essere quello, te ne vai in ferie e parti. Speriamo bene”. Manna è abbastanza esplicito: “Dovrebbe essere Napoli 1, gira voce. Non ho chiesto Napoli, ma Avellino, Caserta e Benevento”. Il giorno dopo, Manna riferisce: “Sono stato segnato su una specie di blok notes”.

Però quel posto non lo avrà mai. Un particolare di non poco conto a favore di De Luca, che insiste nel sostenere di essere all’oscuro della squallida trattativa, forse condotta a sua insaputa dal capo della segreteria, Mastursi, che si è dimesso da questo incarico pochi giorni dopo una perquisizione a casa sua disposta dalla Procura di Roma e, ieri, ha lasciato anche la carica di membro della segreteria regionale del Pd. Dove un silenzio inquietante accompagna la vicenda. Unico a parlare, il ministro della Giustizia, Orlando, che dice: “De Luca non lo avrei scelto come candidato alla Regione” visto che sulla sua testa incombeva la legge Severino.

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