A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 170) di LUCIO DE SANCTIS/ Usato vivace – Moto in calo -Cresce la bici –

di LUCIO DE SANCTIS – 

Usato, aprile vivace – Segno più nel mese di aprile per il mercato delle auto di secondo mano, mentre stenta a riprendere quota l’usato nel comparto delle due ruote, considerata la presenza ad aprile 2018 di una giornata lavorativa in più rispetto al corrispondente mese del 2017.

I passaggi di proprietà delle quattro ruote, depurati dalle minivolture, ad aprile hanno messo a segno un incremento mensile del 9,7% (+3,9% in termini di media giornaliera). Per ogni 100 vetture di nuova immatricolazione nel mese di aprile ne sono state vendute 135 di seconda mano, che salgono a 149 considerando l’intero primo quadrimestre dell’anno.

Bilancio contrastato per i passaggi di proprietà dei motocicli, che al netto delle minivolture hanno registrato una variazione mensile positiva dell’1,6%, che tuttavia si trasforma in un valore negativo del 3,7% in termini di media giornaliera.

Moto in calo – Complessivamente nel primo quadrimestre 2018 si evidenziano incrementi del 5,5% per le autovetture e del 3,4% per tutti i veicoli, a fronte di un calo del 4,6% per i motocicli.

I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito www.aci.it

Non riacquista slancio nel mese di aprile il settore delle radiazioni. I dati mensili evidenziano una crescita delle radiazioni delle autovetture del 2,8% rispetto all’analogo mese del 2017, ma anche in questo caso la variazione giornaliera scende in terreno negativo (-2,6%) per effetto della giornata lavorativa in più ad aprile 2018. Il tasso unitario di sostituzione a giugno è stato pari a 0,61 (ogni 100 auto iscritte ne sono state radiate 61), attestandosi a 0,74 nel primo quadrimestre dell’anno.

Ancora trend negativo invece per le radiazioni dei motocicli, che hanno chiuso il bilancio di aprile con una flessione mensile del 7,7%, che raggiunge il 12,6% in termini di media giornaliera.

Nei primi quattro mesi del 2018 le radiazioni hanno fatto registrare incrementi complessivi dell’8,1% per le autovetture, del 16,1% per i motocicli e del 9% per tutti i veicoli.

Flette la produzione auto – Secondo i dati preliminari di ANFIA, a marzo 2018 la produzione domestica di autovetture supera le 65.000 unità, in calo del 18% rispetto a marzo 2017. Nel primo trimestre dell’anno in corso, la produzione di autovetture registra una flessione del 12% (oltre 175.000 vetture). Il totale degli autoveicoli prodotti nel primo trimestre 2018 ammonta a quasi 280.000 unità, in calo del 7% rispetto al primo trimestre 2017. Oltre il 50% delle vetture prodotte è destinato all’export, percentuale che sale se consideriamo la produzione di tutti gli autoveicoli destinati all’export, che superano il 60% del totale.

A gennaio-aprile, il mercato italiano dell’auto ha riportato un aumento dello 0,3% (+6,5% nel mese di aprile). Ad aprile le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno registrato una quota di mercato del 27%. Negli altri comparti, ad eccezione dei rimorchi leggeri (-1% nel quadrimestre e +0,3% ad aprile), il mercato presenta un segno positivo nel cumulato: +2% per i veicoli commerciali leggeri (-4% nel mese), +15% per gli autocarri (+42% nel mese), +12,5% per gli autobus (+12% nel mese) e +11% per i rimorchi e semirimorchi pesanti (+6% nel mese).

A febbraio 2018, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia ammonta a 1,88 miliardi di Euro, il 5,2% del totale esportato e risulta in calo dell’1,3%. L’import di autoveicoli vale, invece, 2,92 miliardi di Euro (-1,1%), pari all’8,8% del totale importato in Italia. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota 21%, seguiti da Francia e Germania, rispettivamente con un 15% e un 12%.

Commerciali ancora lenti – Dopo l’inversione di tendenza del mese di marzo, anche aprile conferma un andamento di leggera flessione per le vendite di veicoli commerciali nel nostro Paese (autocarri con ppt fino a 3,5t).

Le stime elaborate e diffuse dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE indicano per il mese appena concluso una flessione del 3,9% e 12.920 veicoli immatricolati rispetto ai 13.441 venduti nell’aprile 2017, che aveva già segnato una riduzione del 7,6%. A chiusura del 1° quadrimestre le immatricolazioni raggiungono le 57.520 unità, in territorio positivo dell’1,8%, confrontandosi con le 56.483 del gennaio-aprile 2017.

Il Centro Studi e Statistiche UNRAE ha, inoltre, analizzato nel dettaglio il fenomeno delle radiazioni dell’intero 2017, a dati completi. Nell’analisi emerge che le cancellazioni di veicoli commerciali dal Pubblico Registro Automobilistico hanno segnato un incremento nel 2017 pari al 7,9%, più forte di quello evidenziato dal mercato delle autovetture, con 92.000 unità, quasi 7.000 in più delle 85.268 dell’anno 2016. Nel dettaglio per Direttiva di emissione, a fronte di una riduzione dei veicoli più anziani, segno che comunque resiste anche un discorso di natura economica alla sostituzione di tali mezzi, sono cresciute le radiazioni dall’Euro 3 in poi. Forte è stata la crescita di quelle di veicoli Euro 6 determinata – in particolare – dal volume delle esportazioni, per un tema di smaltimento dello stock di km0. Tale stock a fine anno 2017, secondo le elaborazioni del Centro Studi UNRAE, superava le 11.000 unità.

Cresce l’uso della bici – Tra le forme di mobilità condivisa che si sono affermate maggiormente negli ultimi anni il bike sharing è sempre più diffuso nelle maggiori città italiane. Di pari passo, l’uso della bicicletta è cresciuto anche tra i cosiddetti commuters, cioè coloro che utilizzano diversi mezzi di trasporto per compiere un tragitto –  classico esempio è il casa – lavoro. La bicicletta assume sempre più il ruolo di mezzo ideale per raggiungere le stazioni ferroviarie o le fermate di tram o bus e, in alcuni casi, sono le stesse aziende che offrono ai lavoratori incentivi per l’uso di biciclette al posto delle auto.

Questione ciclisti sicuri – In questo scenario è sempre più attuale la questione della sicurezza dei ciclisti che sono sulla strada. Dal 2011 al 2016 in Italia gli incidenti stradali che coinvolgono biciclette sono passati dal 5.167 a 5.191, con un aumento dello 0,5%. Non è tanto questa leggera crescita a destare preoccupazione, quanto il fatto che nel periodo di tempo preso in considerazione il numero di incidenti stradali, in generale, è diminuito del 14,5%. Questa discrepanza, che emerge dai dati elaborati dal Centro Studi Continental su dati Istat, evidenzia dunque che è necessario porre maggiore attenzione alla sicurezza di coloro che utilizzano la bici. “Cogliamo l’occasione del Giro d’Italia, di cui Continental è partner – sottolinea Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia – per augurare buon Giro a tutti gli appassionati e per lanciare una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza dei ciclisti. Nell’ecosistema rappresentato dalla strada le biciclette occupano un posto particolare, confinate ai lati della carreggiata quando è presente una pista ciclabile ed in diretta condivisione con i mezzi a motore nel resto dei casi. A chi va in bici va garantita la sicurezza e riconosciuto il merito di limitare la produzione di inquinanti”.
Una rinnovata attenzione – L’elaborazione del Centro Studi Continental da cui derivano i dati sugli incidenti stradali che coinvolgono biciclette offre anche altri spunti di analisi. La necessità di una rinnovata attenzione nei confronti della sicurezza dei ciclisti è testimoniata anche dal fatto che il numero di biciclette coinvolte in un incidente stradale dal 2011 al 2016 è sempre oscillato intorno alle 17.500 / 18.000 unità all’anno, senza dimostrare progressi sensibili. È inoltre possibile compiere un ulteriore approfondimento dell’analisi sugli incidenti che coinvolgono biciclette, che possono essere suddivisi in incidenti a veicoli isolati e incidenti tra veicoli. Gli incidenti a veicoli isolati nel 2016 erano il 35,4% sul totale, mentre gli incidenti tra veicoli erano il 64,6%. Nel comparto degli incidenti tra veicoli i più frequenti sono gli incidenti con autovetture (43,4%), seguiti da quelli con un’altra bicicletta (6,8%) e dagli incidenti con motocicli (4,4%). Tra gli incidenti a veicoli isolati invece, la tipologia più frequente è la caduta dal veicolo (10,4%), seguita dalla fuoriuscita dalla carreggiata (10,1%) e dall’investimento di un pedone (6,6%)

Flotte all’esame sicurezza – 285 fleet e mobility manager presenti, per un totale di circa 700 partecipanti, 31 brand automobilistici protagonisti con numerose anteprime nazionali, 1.823 test drive effettuati e oltre 140 test di sistemi ADAS e prove di frenata sul bagnato. Sono questi i numeri registrati dalla quarta edizione del Fleet Motor Day, l’evento annuale dedicato ai gestori delle flotte aziendali promosso presso l’autodromo di Vallelunga da Sumo Publishing, con il patrocinio e la partecipazione dell’Osservatorio Top Thousand, composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende nazionali e multinazionali e di ANIASA – l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria.

Conducenti distratti – Al centro di questa edizione la sicurezza su strada anche per le flotte aziendali. Continua, infatti, ad aumentare il tasso di mortalità causato da incidenti stradali (1.710 unità nel 2017, ben oltre 4 ogni giorno) che oggi costituiscono la principale causa di morte sul lavoro: il 16,2% (oltre 36.000) dei crash registrati sulle nostre strade è dovuto alla distrazione dei conducenti, spesso a causa di un improprio utilizzo dello smartphone che da 1 fleet manager su 3 è reputato il comportamento più “a rischio” mentre si è alla guida. La sicurezza rappresenta un elemento centrale nelle strategie di mobilità aziendale che passa anche da una maggiore sensibilizzazione di mobility manager e driver verso i cosiddetti ADAS, gli Advanced Driver Assistance Systems.

“Nostre recenti analisi evidenziano come ormai l’uso del cellulare per telefonate, invio di sms, email e consultazione dei social network sia considerato dal 34% dei fleet manager come il comportamento più pericoloso che il driver possa tenere mentre è alla guida, seguito ex aequo (17%) da generici atteggiamenti di distrazione e disattenzione e dall’eccessiva velocità. Tra gli altri pericoli per la guida segnalati, i lunghi periodi in marcia senza soste con il rischio dei colpi di sonno (9%), l’eccesso di confidenza (8%) e la stanchezza (6%)”, ha commentato Gianfranco Martorelli, Presidente di Top Thousand, che ha aggiunto, “Oggi registriamo una crescente attenzione da parte delle grandi aziende verso questi temi e le contromisure da mettere in campo per limitare la piaga degli incidenti e aumentare la sicurezza dei driver di vetture aziendali”.

Gli incentivi spingono i pesanti – Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE ha elaborato le stime relative all’andamento del mercato per il mese di aprile 2018.

I dati evidenziano un balzo in alto delle immatricolazioni dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 t che crescono del 44,6% ad aprile rispetto allo stesso mese del 2017 (con 2.725 unità immatricolate contro 1.884).

Il dato consolidato dei primi quattro mesi del 2018 indica un incremento del mercato pari al 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2017 (9.382 unità contro 7.852).

Nel comparto dei veicoli pesanti con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t si è verificato l’incremento maggiore. Questo mercato ha registrato in aprile +56,1% rispetto all’aprile del 2017 (2.362 unità immatricolate contro 1.513). Nel consolidato dei primi quattro mesi del 2018 l’incremento è stato del 23,1% (7.873 unità contro 6.397).

“Osservando le nostre stime – ha commentato Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, possiamo vedere che si ripete lo stesso fenomeno registrato lo scorso anno, allorché in marzo il mercato registrò un +32,6%, venendo da un +1,1% di febbraio per ritornare poi verso un +8% ad aprile.

Questo andamento la dice lunga sulla capacità degli incentivi agli investimenti di influenzare la domanda, che si concentra in corrispondenza con la chiusura del periodo annuale di presentazione delle richieste di sostegno. Per questo siamo lieti di avere appreso che il Ministro uscente delle Infrastrutture e dei Trasporti ha firmato il decreto di riparto per il 2018 delle risorse destinate agli investimenti nell’autotrasporto, di poco inferiori a quelle dello scorso esercizio finanziario”.

Rottamate poche Euro zero – Alla fine del 2016 in Italia risultavano registrate 37,8 milioni di macchine, di cui 11,9 milioni rispondenti alle norme Euro 1/2/3. Di queste, nel corso dell’anno successivo, il 2017, ne vennero radiate (per rottamazione o esportazione) 874mila, pari al 7,4%. Un fenomeno normale, data l’anzianità di questi veicoli, e salutato positivamente da tutti, visto l’impatto sull’ambiente. Sempre alla fine del 2016, risultavano registrate anche 22,1 milioni di auto Euro 4/5/6, dunque molto più recenti. Di queste, ne furono comunque radiate 450mila, ovvero il 2%. Una percentuale vicina a un quarto dell’altra, comprensibile data la giovane età di questi veicoli.

Infine, risultavano registrate anche 3,8 milioni di vetture antecedenti alle norme sulle emissioni, cosiddette Euro 0. Di queste, nonostante si trattasse di mezzi vecchi e ad elevato impatto sull’ambiente, ne vennero radiate appena 25.000, pari a un misero 0,6%. Lo stesso fenomeno, nelle medesime percentuali, era già stato osservato nei due anni precedenti. Al ritmo degli ultimi anni, l’eliminazione di tutte le auto Euro 0 richiederebbe oltre un secolo.

Alcune di queste sono auto storiche, da collezione, ma il loro numero dovrebbe aggirarsi intorno al mezzo milione. Per tutte le altre, sembra esserci la volontà di non privarsene, visto che non hanno alcun valore, ma possono servire anche per spostarsi- Interessante sarebbe sapere quanto e dove circolano queste vetture obsolete.

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