A RUOTA LIBERA/ rubrica (n.76) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaAuto UE ancora in salita – Ancora in crescita il mercato auto dell’UE. In aprile nell’area sono state immatricolate 1.273.733 autovetture con un +9,1% sullo stesso mese 2015. Si tratta della trentaduesima crescita mensile consecutiva. Il buon risultato, sottolinea il Centro Studi Promotor, acquista una valenza ancor più marcata considerando che la crescita non interessa soltanto l’area complessiva, ma anche tutti i mercati nazionali dell’Unione e per giunta tutti i gruppi automobilistici. Un contributo decisivo al risultato di aprile lo danno i cinque maggiori mercati nazionali. Tra questi il più dinamico è quello spagnolo che cresce del 21,2%, seguito dal mercato italiano (+11,5%) e quindi da quelli di Germania (+8,4%), Francia (+7,1%) e Regno Unito (2%).

Lontani i livelli ante-crisi – Di rilievo anche il consuntivo del primo quadrimestre che chiude con 5.094.026 immatricolazioni e con una crescita dell’8,5%. Si tratta ovviamente di un tasso di crescita apprezzabile, afferma Gian Primo Quagliano presidente del CSP, ma che non consente ancora al mercato UE di tornare ai livelli ante-crisi. Proiettando l’incremento dei primi quattro mesi sull’intero anno si ottiene infatti un volume di immatricolazioni di 14.867.087 che è un risultato ancora al di sotto del massimo ante-crisi del 2007 del 4,54%. Il fatto che il mercato dell’UE non abbia ancora raggiunto i vecchi livelli è un’anomalia sorprendente perché nel mondo la stragrande maggioranza dei mercati ha decisamente superato le quotazioni ante-crisi.

Molto bene FCA – La crescita del mercato dell’Unione Europea nel 2016 è comunque apprezzabile anche perché la situazione dell’economia non è particolarmente brillante anche se la domanda di auto cresce comunque ugualmente. Come accennato prima, il recupero in atto interessa tutti i maggiori gruppi. Tra questi un risultato significativo nel primo quadrimestre è stato fatto registrare dal gruppo FCA che mette a segno una crescita del 16,1% contro un incremento dell’area dell’8,5%.

I dealer dicono +10% – La crescita delle immatricolazioni auto dovrebbe continuare nel corso dell’anno, ma a un ritmo leggermente minore. E’ quanto stimato da Federauto ‘associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, di tutti i brand commercializzati in Italia. “L’aumento delle immatricolazioni di circa il +20% registrato nel primo trimestre di quest’anno, con aprile che flette al +11%, ci fa ritenere che il 2016 potrebbe chiudere a un +10% rispetto all’anno scorso. Un 2015, è bene ricordarlo, che era cresciuto del +16% circa rispetto al 2014. L’anno in corso, quindi, potrebbe consuntivare circa 1.750.000 immatricolazioni di auto nuove. Un buon risultato che però è molto vicino a quanto realizzato nel lontano 1996”, ha affermato Filippo Pavan Bernacchi, che ha aperto i lavori dell’assemblea annuale della Federazione in corso a Verona nell’ambito di Automotive Dealer Day. “Invitiamo sempre alla prudenza perché – continua Pavan Bernacchi – sebbene il mercato degli autoveicoli sembri fuori dal tunnel, il settore necessita di ancorarsi a una crescita solida, strutturale, la stessa che attende il Paese”. (finanzaonline)

Cresce il mercato ricambi – Secondo i dati del Barometro Aftermarket – rilevazione statistica interna al Gruppo Componenti ANFIA che fornisce un trend indicativo dell’andamento del mercato dei ricambi automotive su base mensile, sia a livello consolidato, sia a livello delle singole famiglie di prodotto – il fatturato aftermarket registra un incremento del 4,3% nel 2015 rispetto all’anno precedente, che era risultato pressoché allineato al 2013 (+0,4%).  Chiusura positiva per tutti e 4 i trimestri: il primo a +3,4%, seguito da un secondo trimestre ulteriormente in crescita, a +6,9%, da un terzo trimestre in rialzo del 2,6%, per concludere con ottobre-dicembre a +4,7%.

76 after market jpgGuardando all’andamento delle singole famiglie prodotto, riportano una crescita a due cifre (+13,4%) i componenti di carrozzeria e abitacolo, che recuperano rispetto alla flessione a due cifre (-18,4%) del 2014. In crescita anche i componenti motore (+9,4%), i componenti undercar (+4,6%), dopo un 2014 a -8,5%, e i materiali di consumo (+2,5%), mentre l’unica categoria in calo è quella dei componenti elettrici ed elettronici (-7,4%), che già risultava in ribasso del 2%

Drastico calo del trasporto – Dal 2006 al 2014 il trasporto merci su strada sia in Italia che in Europa è diminuito notevolmente, ma va purtroppo rilevato che in Italia il calo è stato molto maggiore rispetto alla media dei Paesi europei. Infatti, fatti 100 i dati relativi all’anno 2006, la quota del trasporto merci su strada in Europa nel 2014 è stata 92,9, mentre la quota in Italia è stata 63. Ciò vuol dire che in otto anni il traffico europeo delle merci su strada è calato di 7,1 punti percentuali, mentre quello italiano è diminuito di ben 37 punti. Questi dati derivano da un’elaborazione dell’Osservatorio sulla Mobilità Sostenibile di Airp (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) sulla base di dati Eurostat.

76 calo trasporto jpgI volumi di merci movimentate su strada in Italia e in Europa hanno subìto una prima importante fase di calo nel 2009 per effetto della crisi, hanno poi recuperato nel 2010, per poi calare nuovamente nel biennio 2011/2012. In particolare in questo biennio, il traffico merci su strada è calato drasticamente soprattutto in Italia, dove si è registrata una diminuzione di 27,7 punti percentuali rispetto al 2010. A partire dal biennio 2013/2014 vi è stata una ripresa, anche se non sostenuta, per le merci movimentate sulle strade europee. In Italia, invece, dopo la leggera ripresa nel 2013 che aveva fatto sperare in un’inversione di tendenza, nel 2014 si è assistito ad una nuova flessione di 5 punti percentuali, portando di fatto la quota di trasporto merci su strada al livello più basso dal periodo ante-crisi.

Aumentano consumi e CO2 – Da gennaio a marzo 2016 le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono aumentate dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. Nel solo mese di marzo l’incremento è stato dell’1%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.

76 consumi CO2 jpgA marzo sono aumentate sia le emissioni di CO2 derivate da benzina (+0,5%) sia quelle derivate da gasolio (+1,2%). Se si considerano i primi tre mesi dell’anno, invece, le emissioni derivate da benzina sono in calo (-0,5%) mentre quelle derivate da gasolio sono aumentate (+1,1%). “L’incremento registrato a marzo – rileva Alessandro De Martino, amministratore delegato di Continental Italia – segue quello di febbraio e consolida la tendenza alla crescita che si è manifestata dopo il calo registrato a gennaio. È presto per dire se questa tendenza continuerà anche nei prossimi mesi, anche perché l’aumento di febbraio (+4,8%) è stato maggiore di quello di marzo (+1%). Sarà interessante seguire l’evoluzione dei dati per capire se l’incremento continuerà o se ci sarà un’inversione di tendenza. Si può già dire che l’aumento delle emissioni di CO2 segnala una crescita dei consumi di carburante, uno degli indicatori che testimoniano una ripresa, seppure debole, del settore dei trasporti su strada”.

Multa per motore acceso – La sosta con il motore acceso è praticamente equiparata a quella della guida in stato di ebbrezza. La legge risale al 2007, emanata dall’allora governo Prodi, fu ispirata da motivazioni ecologiche. Nell’articolo si legge che “è fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta o la fermata del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso; dalla violazione consegue la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 200 a euro 400”. Nel 2010 la legge 120 ha tolto le parole “o la fermata”, ma è stata aumentata la multa, che va da 216 a 432 euro.

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