Figuraccia di due big del Pd, Lotti e Fiano: accusano il M5s di aver organizzato una “macchina del fango” sul web, ma l’autrice era la moglie di Brunetta

Che figura quel sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, che aveva presentato una querela per diffamazione alla magistratura fiorentina contro il Movimento 5 stelle! E che figura Emanuele Fiano, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali della Camera (detto “Pagnottella” per le sue inconfondibili guance paffute), che ha presentato una interrogazione sul “complotto” grillino! Si è scoperto che dietro il famoso account Twitter ‘Beatrice Di Maio‘ (@BeatricedimaDi) dal quale partivano numerose critiche e invettive firmate Elena Ferrante contro il premier Renzi e il governo non si nascondeva nessun grillino, ma Brunetta e moglieTommasa Giovannoni Ottaviani detta ‘Titti’, moglie di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera (insieme nella foto) . E’ stata lei stessa a confermarlo in un’intervista al vicedirettore di  ‘Libero’, Franco Bechis,  in cui racconta di aver aperto un account Twitter all’insaputa del marito. Che – ha precisato – “non c’entra con questa storia. Non ha mai saputo nulla di quello che facevo. Ho deciso da sola di entrare su Twitter, di usare ovviamente un nickname…” E chiarisce: “Non sono una militante del Movimento 5 Stelle, non conosco nessuno personalmente. Ho fatto amicizia virtuale con tanti e altre persone che avevano idee simili”. Non si trattava dunque di “una star della galassia social” del Movimento 5 Stelle, come insinuava  Fiano nell’interrogazione parlamentare in cui avanzava l'”ipotesi di una macchina del fango costruita ad arte”con il “compito di diffamare con notizie false il Pd e le istituzioni della Repubblica”.

Quanto alla denuncia di Lotti, relativa a un tweet dell’aprile scorso, che ironizzava sulle intercettazioni che portarono alle dimissioni del ministro Federica Guidi, la ‘Titti’ afferma: “Ho fatto una battuta sarcastica, paradossale. Se Lotti si è sentito offeso mi dispiace e me ne scuso. Ma se il signor Lotti vorrà andare avanti con la causa andrò in Tribunale e mi difenderò”.

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