Gli iscritti al M5s bocciano la proposta di non presentare liste alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria

Gli iscritti del M5s alla “piattaforma Rousseau” hanno votato a stragrande maggioranza a favore della presentazione della lista del movimento alle prossime elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria. Infatti coloro che hanno risposto sì alla pausa alla partecipazione elettorale con proprie liste (in vista di una riorganizzazione) sono stati inferiori al 30%.

Quindi il M5s presenterà proprie liste in entrambe le regioni. Ora, però, bisogna vedere quanto questa scelta finirà per favorire in entrambi gli appuntamenti elettorali la destra capeggiata da Salvini. Infatti, poiché la legge elettorale regionale prevede che la maggioranza vada al candidato presidente che ottiene più voti, gli elettori dei Cinquestelle se non avessero un loro candidato potrebbero votare per il presidente uscente, il Pd Bonaccini, ma se hanno un loro candidato indeboliranno le possibilità di vittoria del presidente in carica. A meno che Di Maio riesca a convincere i suoi esponenti emiliani e calabresi a stipulare un’alleanza con il Pd.

Accadrà? Difficile dirlo alla luce di quanto i Cinquestelle emiliani hanno detto alla vigilia del referendum: “Il Movimento sta attraversando una fase di cambiamento. Ma mandare i cittadini nelle istituzioni è nel suo dna. Per questo vi invitiamo a votare ‘no’ al quesito proposto su Rousseau per permettere la presentazione della lista M5s alle prossime Regionali in Emilia-Romagna”. Nel post si ricorda che “tanti attivisti e portavoce dell’Emilia-Romagna in questi mesi hanno manifestato la volontà che il M5s si presenti alle elezioni regionali in programma per il prossimo 26 gennaio”.

Prima di questa votazione Di Maio aveva detto: “Sicuramente il Movimento è in un momento difficoltà e lo ammetto prima di tutto io.  C’è bisogno di mettere a posto alcune cose”. “Il Movimento sta facendo questa azione non per decidere esclusivamente su un appuntamento elettorale ma perché riconosciamo che c’è un momento di difficoltà, che dopo 18 mesi al governo e 10 anni nelle istituzioni, abbiamo bisogno di definire una nuova carta di valori, una nuova organizzazione e nuovi obiettivi ed è normale che devi dedicare tutte le energie che hai a quell’obiettivo sennò non riesci”, ha continuato Di Maio, ricordando ad esempio che “i facilitatori dovevano essere pronti entro settembre, poi è caduto il governo e tutto si è ritardato”. E ha concluso: “Dobbiamo sistemare alcune cose dentro il Movimento e sono due anni che ce lo diciamo e diciamo sì, ma dopo questa elezione..”.

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