7GIORNI IN SENATO/ La Giornata delle vittime dell’immigrazione (3 ottobre) e quella delle vittime della mafia (21 marzo), ma anche amianto e bollette

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Martedì 15 alle 15,30 prima dell’Aula il presidente del Senato, Pietro Grasso, e il segretario di Stato di Sua Santità, Cardinale Pietro Parolin, hanno inaugurato la mostra “Antiquorum habet“, sulla storia dei Giubilei ospitata nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. L’apertura al pubblico è in programma fino al 1° maggio, tutti i giorni, dalle 10 alle 18.

Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla riforma della struttura del bilancio, le Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, hanno svolto le audizioni dei rappresentanti di Ufficio parlamentare di bilancio e Corte dei conti; alle ore 20 si è svolta quella dei rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato. In Commissione Lavori pubblici si sono svolte le comunicazioni del sottosegretario per lo Sviluppo economico Giacomelli sul rinnovo della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo. Il Copasir ha ascoltato il ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni. L’Assemblea alle ore 16,30 ha avviato l’esame del ddl n. 1878, recante istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento istituisce il 3 ottobre quale Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione per ricordare il naufragio, avvenuto nel 2013 a largo di Lampedusa, nel quale morirono 366 migranti. Il fine è diffondere un più forte senso di solidarietà civile e sensibilizzare, soprattutto i giovani, ai valori dell’accoglienza e dell’integrazione. Nella discussione generale hanno preso la parola i senatori Donatella Albano, Venera Padua, Laura Fasiolo, Micheloni, Manconi (PD); Liuzzi (CoR); Tosato (LN); Romano (Aut); Paola De Pin (GAL); Campanella, Uras (SI-SEL); Torrisi (AP); D’Alì (FI-PdL). Il relatore,  Mazzoni (AL-A), i senatori della maggioranza e di SI-SEL hanno espresso preoccupazione per un’Europa in cui si erigono nuovi muri e prosperano gli egoismi, la xenofobia, l’indifferenza verso chi fugge da guerra e miseria. Secondo Liuzzi (CoR), per evitare ipocrisie e atteggiamenti propagandistici, bisognerebbe negoziare seriamente a livello europeo per una politica comune di accoglienza e redistribuzione dei migranti e per l’efficace contrasto del traffico di profughi. Secondo  Tosato (Lega Nord), che ha annunciato voto contrario, il ddl non serve a salvare vite umane. La senatrice De Pin (GAL), nel criticare il finto buonismo, ha invitato la politica a riflettere piuttosto che a celebrare.  D’Alì (FI-PdL) ha proposto di ricomprendere, nella giornata celebrativa, la storia dell’emigrazione italiana. Il seguito dell’esame è rinviato a domani. La seduta è terminata alle ore 19:45.

Mercoledì 16 l’Aula si è riunita alle ore 9,30 e  ha approvato definitivamente il ddl n. 1878, recante istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. In replica il relatore, Mazzoni (AL-A), ha affermato che la chiusura delle frontiere è uno slogan propagandistico: i flussi migratori possono essere regolati, non impediti. La risposta fin qui offerta dalla UE non è all’altezza della situazione e la sospensione di Schengen sarebbe disastrosa per l’Europa e per l’Italia. Occorre superare la logica dell’emergenza, definendo standard di accoglienza e una politica d’asilo europea, che consentano un’equa distribuzione dei profughi nei Paesi membri. Il sottosegretario Pizzetti ha ricordato che l’accoglienza è simbolo di una democrazia aperta e ha assicurato l’impegno del governo per una politica comune dei confini europei. Gli emendamenti del senatore D’Alì (FI-PdL), volti a ricomprendere le vittime dell’emigrazione italiana nelle iniziative di commemorazione e di formazione, sono stati respinti. Nelle dichiarazioni di voto,  Bruni (CoR) ha annunciato l’astensione.  Giovanardi (GAL) ha motivato il mancato sostegno al ddl con il rifiuto della maggioranza di estendere la commemorazione alle vittime dell’emigrazione italiana. Anche  D’Alì (FI-PdL) ha evidenziato che il ddl istituisce una giornata del ricordo dimezzata. Crimi (M5S) ha rilevato che la legge è inutile, ipocrita e propagandistica.  Calderoli (LN) ha annunciato voto contrario. Orellana (Aut), Loredana De Petris (SI-SEL), Mancuso (AP) e Doris Lo Moro (PD) hanno annunciato voto favorevole e il ddl n.1878, è stato approvato in via definitiva dal Senato stamattina con 143 voti favorevoli, 9 contrari e 69 astensioni. L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1894 e connessi, recante istituzione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il relatore, Campanella (SI-SEL), ha ricordato che il ddl istituisce la giornata della memoria delle vittime della mafie il 21 marzo, data di inizio della primavera e perciò simbolo, nell’immaginario collettivo, di rinascita e speranza. L’iniziativa è occasione per restituire centralità al tema della lotta alle mafie e per promuovere la cultura della giustizia e della legalità. Alla discussione generale hanno partecipato Donatella Albano, Lucrezia Ricchiuti (PD), Mineo (SI-SEL), Consiglio (LN), Elisa Bulgarelli (M5S). La seduta è terminata alle ore 14.

Terminata la seduta, ho chiesto un commento alla presidente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro,  la senatrice Camilla Fabbri del PD, sulle audizioni relative all’indagine aperta all’ex Isochimica di Avellino, della dottoressa Musmeci (Istituto Superiore di Sanità), del dottor Auriemma (consulente tecnico della Procura di Avellino), del dottor Morrone (Asl di Avellino). L’inchiesta è stata avviata dalla Commissione lo scorso ottobre con lo scopo di indagare, come di sua competenza, le condizioni di sicurezza del lavoro dell’ex Isochimica, opificio dove negli anni ’80 venivano scoibentate dall’amianto le carrozze ferroviarie, tenendo conto che è in corso un processo con 29 indagati accusati di aver cagionato 6 morti e malattie a 231 lavoratori. La senatrice Fabbri mi ha detto: “La nostra inchiesta ha come obiettivo quello di illuminare la vicenda dell’ex Isochimica di Avellino, paradigmatica di una storia industriale che ha visto, nel nostro Paese, una massiccia lavorazione dell’amianto. Un’attività che ha provocato, provoca e provocherà altre morti fra gli ex lavoratori e che, a causa dell’assenza di una bonifica dei luoghi che l’hanno ospitata, come nel caso di Avellino, risulta ancora pericolosa per la salute pubblica. Si tratta di un percorso di giustizia per le famiglie delle vittime, ancora oggi impegnate in lunghi processi anche per il riconoscimento di indennizzi e risarcimenti. Sono trascorsi quasi 30 anni – conclude la senatrice Fabbri – e, per quanto riguarda Isochimica, ancora non è stata verificata la catena delle responsabilità e non si è posto rimedio ad un situazione così allarmante sul piano ambientale”.

Nella seduta pomeridiana delle ore 16,30 il presidente del Consiglio ha reso comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 marzo. Il Consiglio europeo si riunirà per la terza volta in un mese con lo stesso ordine del giorno: è il segnale – sostiene Renzi – di un malfunzionamento, che l’Italia non ha mancato di sottolineare, ovvero della difficoltà, a causa del potere di veto, di rendere operative le decisioni in tema di ricollocazione e di rimpatri dei migranti. Il problema dei veti incrociati non riguarda solo le istituzioni europee, ma anche la formazione dei governi in diversi Paesi europei: il premier ha colto l’occasione per affermare che l’Italicum garantirà al Paese governabilità e stabilità. Sulla questione migratoria, l’Italia, che ha sempre avuto una politica di apertura nei confronti della Turchia, è favorevole all’accordo ma non a tutti i costi, ritenendo imprescindibile la fedeltà ai valori costitutivi dell’Unione. L’emergenza migratoria, d’altronde, non si pone solo in Turchia, ma anche in Libano, in Africa e nel Sud Est asiatico. La lotta al terrorismo – ha detto ancora il presidente del Consiglio – non si fa chiudendo le frontiere: gli investimenti nella sicurezza vanno affiancati da investimenti nella cultura e nell’educazione. In tema di crescita, il premier ha lodato le scelte della BCE, ma ha rilevato che la politica monetaria non basta a scongiurare la deflazione: è necessario sostenere i consumi con sgravi fiscali e realizzare investimenti pubblici. Occorrono flessibilità e infrastrutture: se le regole fossero rispettate fino in fondo e la Germania spendesse il suo surplus commerciale, l’area euro disporrebbe di maggiori risorse per 40 miliardi.  Renzi ha ricordato, infine, che le proposte italiane in sede europea sono in linea con le misure adottate dal governo a livello nazionale.

Nella discussione hanno preso la parola Barbara Lezzi, Elena Fattori (M5S); Carraro, Marin, D’Alì (FI-PdL); Verducci, Cociancich (PD); Tosato (LN); Mario Mauro (GAL); Compagna (CoR); Manuela Repetti (AL-A); De Cristofaro (SI-SEL) e Casini (AP). La Lega Nord ha criticato la trattativa con la Turchia, che ha già incassato tre miliardi di euro dando prova di inaffidabilità nella gestione della crisi migratoria. GAL e CoR hanno chiesto chiarimenti sulla rotta adriatica, che sembra esclusa dalla regolazione dei flussi migratori. FI-PdL ha giudicato generiche e vaghe le comunicazioni del premier che non ha chiarito, ad esempio, quale sarà la posizione italiana sul mancato ricollocamento di 20.000 persone e sul mancato riconoscimento della clausola migranti. SI-SEL ha invocato un radicale mutamento di strategia nella politica economica e nella politica dell’immigrazione europea, sollecitando la revisione del fiscal compact e l’apertura di corridoi umanitari. Secondo  Casini (AP) un rapporto rinnovato tra Italia e Germania è l’unica alternativa allo sfascio dell’Europa. Il M5S ha duramente criticato l’accordo con la Turchia: si delega il lavoro sporco ad un Paese che non garantisce i diritti umani, sostiene l’Isis contro le truppe curde e siriane, sfrutta la questione dei rifugiati per ottenere 6 miliardi di finanziamenti e per accelerare l’ingresso in Europa. Nella replica  Renzi ha polemizzato con la senatrice Lezzi, negando che il governo abbia ridotto le tasse solo per le grandi imprese e che il Job act abbia aumentato disoccupazione e precarietà. Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti  Tosato (LN), Mario Mauro (GAL), Barani (AL), Panizza (Aut), De Cristofaro (SI-SEL), Catalfo (M5S), Floris (FI-PdL), Anna Finocchiaro (PD). L’Assemblea ha poi ripreso l’esame, avviato nella seduta antimeridiana, del ddl n. 1894 e connessi, recante istituzione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La discussione generale si è conclusa con gli interventi di Pagano (AP) e Doris Lo Moro (PD). La seduta è terminata alle ore 20:33.

Giovedì 17 la seduta è iniziata alle 9,30. L’Assemblea ha approvato il ddl n. 1894, recante istituzione il 21 marzo della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Il testo ora passa alla Camera.  L’iniziativa è occasione per restituire centralità al tema della lotta alle mafie e per promuovere la cultura della giustizia e della legalità. Poi l’Assemblea ha avviato l’esame, nel testo proposto dalla Commissione, del ddl n. 1870, delega al governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, già approvato dalla Camera dei deputati. Il relatore, Lepri (PD), ha sottolineato l’importanza della riforma che trasforma il Terzo settore in una categoria giuridica, e ha preannunciato un emendamento del governo volto a istituire la fondazione “Italia sociale”. La seduta è terminata alle ore 13,20.

All’ascensore che porta ai gruppi incontro il sen del M5S Gianluca Castaldi, il quale mi ferma e mi chiede di trascrivere questa sua dichiarazione: “Sulle bollette della luce Renzi promise meno 10%. Ma stavolta non è la solita bufala renziana, ma peggio. La bolletta, con il petrolio ai minimi storici, sarebbe dovuta diminuire di default. Invece no. Anzi dal 1° gennaio chi meno consuma paga di più ogni kWh. Inoltre, nel ddl concorrenza, c è un emendamento che potrebbe peggiorare le cose causando un aumento di ben 380 euro a famiglia. È nostro dovere informare e soprattutto trovare soluzioni favorevoli ai 24 milioni di consumatori. Con la scomparsa del mercato tutelato si rischia di dare in pasto agli avvoltoi ben 24 milioni di clienti. Un business colossale a danno di tutti ed a vantaggio di pochissimi, i soliti. Il M5s propone, in alternativa, un’asta al ribasso nonché altre soluzioni per difendersi autonomamente dagli aumenti”.

Nella seduta pomeridiana delle ore 16 il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha risposto in Aula a quesiti sull’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e sulla prevenzione vaccinale e la profilassi.

Commenta per primo

Lascia un commento