7GIORNI IN SENATO (n. 61) – Dalla ricostruzione delle zone terremotate alle scelte europee sul Decreto salva-Stati, dal finanziamento della politica al bilancio di previsione per il 2020

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO –

Lunedì 9 dicembre l’Aula si è riunita alle ore 12:00 e in relazione all’andamento dei lavori della 5a Commissione sulla legge di bilancio, è stata convocata la Conferenza dei Capigruppo che ha rimodulato il calendario: la giornata di domani sarà dedicata ai lavori delle Commissioni; mercoledì alle ore 9 sarà discusso il decreto sulla ricostruzione dei territori colpiti dal sisma, alle ore 15,30 sono confermate le comunicazioni del Presidente del Consiglio; giovedì, dopo il dibattito sul finanziamento dei partiti, dalle ore 12 alle 24 si svolgerà la discussione della legge di bilancio che proseguirà venerdì senza orario di chiusura.

I senatori Romeo (L-SP), La Russa (FdI) e Pichetto Fratin (FI) hanno valutato irrealistico il nuovo calendario: i lavori della Commissione sulla legge di bilancio procedono a rilento perché la maggioranza non si accorda e il Governo rinvia la presentazione di emendamenti o tenta di introdurre nella manovra misure estranee alla legge di bilancio. La proposta di posticipare la manovra alla prossima settimana è stata respinta.

Il Presidente del Senato Casellati ha invitato l’Assemblea a osservare un minuto di silenzio per Piero Terracina, che si è spento ieri all’età di 91 anni. Per ricordare uno dei pochi uomini sopravvissuti ad Auschwitz, hanno preso la parola i sen. Daniela Sbrollini (IV-PSI), Grasso (Misto-LeU), Vescovi (L-SP), Calandrini (FdI), Bressa (Aut), Astorre (PD), Pichetto Fratin (FI), Sabrina Ricciardi (M5S). La seduta è terminata alle ore 18:00.a

Martedì 10- Niente Aula in quanto tutta la giornata è dedicata ai lavori delle Commissioni. La Commissione Finanze con la relazione del sen. Emiliano Fenu del M5S ha avviato l’esame del disegno di  legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili, già approvato dalla Camera dei deputati (A.S. n. 1638). Il provvedimento sarà discusso in Aula a partire da lunedì 16 dicembre.

La Commissione Finanze, mercoledì 11, con la relazione del sen. Luciano D’Alfonso  del PD aveva incardinato la Bozza di riforma del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Atto n. 322-bis).

La Commissione d’inchiesta sul femminicidio, ha ascoltato martedì la ministra Bonetti. In Commissione Semplificazione, si è svolta mercoledì 11 l’audizione del ministro Speranza. La Commissione Federalismo fiscale, ha ascoltato il ministro Provenzano del PD. In Comitato Schengen, sempre mercoledì è intervenuto il ministro Di Maio.

Mercoledì 11. LAula si è riunita alle ore 9:00 e con 160 voti favorevoli e 119 contrari l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo approvando definitivamente il ddl n. 1631, conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, recante disposizioni urgenti per l’accelerazione e il completamento delle ricostruzioni in corso nei territori colpiti da eventi sismici. Il relatore sen. Mirabelli (PD) ha riferito sulle norme principali del decreto. L’articolo 1 proroga di un anno, cioè fino al 31 dicembre 2020, lo stato di emergenza nei territori dell’Italia centrale colpiti dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016. L’articolo 1-bis, introdotto durante l’esame alla Camera, integra la disciplina vigente relativa all’affidamento degli incarichi di progettazione e dei servizi di architettura e ingegneria ed altri servizi tecnici e per l’elaborazione degli atti di pianificazione e programmazione urbanistica prevedendo che, per importi sotto la soglia di rilevanza europea ma superiori a 40.000 euro, l’aggiudicazione avvenga utilizzando il criterio del prezzo più basso. L’articolo 1-ter, introdotto alla Camera, reca norme in materia di assunzioni di personale e prevede inoltre la possibilità per l’Ufficio speciale per la ricostruzione di avvalersi di personale di società in house della Regione. L’articolo 2, modificato alla Camera, reca una serie di modifiche puntuali sia alla disciplina della ricostruzione privata che a quella della ricostruzione pubblica. Tra gli interventi sul patrimonio pubblico disposti dal Commissario straordinario del Governo è data priorità a quelli concernenti la ricostruzione di edifici scolastici e universitari. L’articolo 2-bis novella la materia della ricostruzione privata, prevedendo la possibilità, nel corso dell’esecuzione dei lavori per danni lievi, che siano ammesse varianti fino al 30 per cento del contributo concesso, qualora necessarie. L’articolo 2-ter, prevede, in materia di interventi di immediata esecuzione, la possibilità che il Commissario differisca al 30 giugno 2020 il termine ultimo per la presentazione della documentazione necessaria per l’ottenimento dei contributi per i lavori eseguiti. L’articolo 3 detta disposizioni per la semplificazione e l’accelerazione della ricostruzione privata. Si introduce una procedura semplificata per la concessione del contributo per gli interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di determinati immobili privati e si prevede che gli uffici della ricostruzione definiscano due elenchi separati per abitazioni e attività produttive ed esegua controlli a campione. L’articolo 3-bis prevede l’adozione, da parte delle Regioni, di uno o più programmi straordinari di ricostruzione nei territori dei Comuni maggiormente colpiti dagli eventi sismici avvenuti in Italia centrale. L’articolo 3-ter stabilisce che le domande di concessione di contributi per le quali non sia stato adottato il provvedimento di concessione del contributo alla data di entrata in vigore della presente legge, possano essere regolarizzate. L’articolo 3-quater, introdotto dalla Camera dei deputati, integra un riferimento normativo in ordine alle previste possibili deroghe a disposizioni del Codice dei contratti pubblici in relazione ai soggetti attuatori per gli interventi di riparazione, ripristino con miglioramento sismico, nonché ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale. L’articolo 3-quinquiesqualifica la partecipazione alla Conferenza permanente, come “dovere d’ufficio”, mentre l’articolo 3-sexies estende la fruizione del cosiddetto Artbonus anche alle erogazioni liberali per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali di interesse religioso presenti nei territori di Venezia e di Matera. L’articolo 3-septies, estende da tre a sei anni la durata dell’intervento del Fondo di garanzia in favore delle micro, piccole e medie imprese, ivi comprese quelle del settore agroalimentare, che hanno subito danni in conseguenza degli eventi sismici. L’articolo 4, modifica e integra le disposizioni in materia di trattamento e trasporto del materiale derivante dal crollo parziale o totale degli edifici al fine di prevedere l’aggiornamento dei piani regionali per la gestione delle macerie, velocizzare le procedure per la medesima gestione, nonché disciplinare i metodi per verificare la presenza di amianto e altre sostanze pericolose nelle macerie. L’articolo 4-bis, modifica la disciplina della subappaltabilità delle lavorazioni nei contratti tra privati. L’articolo 5, sostituito nel corso dell’esame alla Camera, estende la misura a favore dei giovani imprenditori del Mezzogiorno denominata “Resto al Sud“- in deroga ai limiti di età stabiliti ai fini dell’accesso alla stessa – anche ai territori dei comuni delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. L’articolo 5-bis consente alle regioni di predisporre, con oneri a proprio carico, incentivi finanziari e premi di insediamento a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni, con meno di 3.000 abitanti, colpiti dagli eventi sismici in Italia centrale e individuati dalle regioni. Tali benefìci sono attribuibili anche ai soggetti già residenti nei citati comuni. L’articolo 6 estende il contributo di 5 milioni per il 2019 previsto per i comuni con più di 30 mila abitanti per interventi urgenti di manutenzione straordinaria o di messa in sicurezza su strade ed infrastrutture comunali. L’articolo 7 mira ad estendere la destinazione delle risorse del Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate anche alle anticipazioni dovute ai professionisti incaricati delle prestazioni tecniche relative agli interventi di edilizia privata di ricostruzione dei territori. L’articolo 8 prevede un articolato quadro di proroghe di termini di carattere finanziario e contabile (tra cui l’esenzione IMU e la sospensione dei mutui per edifici inagibili). L’articolo 9 prevede che alle imprese agricole possano essere concessi mutui agevolati per investimenti, a un tasso pari a zero, della durata massima di 10 anni. L’articolo 9-bis dispone la ulteriore proroga di un anno, sino al 31 dicembre 2020, della vita tecnica degli impianti di risalita in scadenza nel 2018 e 2019, limitatamente agli skilift siti nelle Regioni Abruzzo e Marche.

Il relatore di minoranza, sen. Pazzagliani (L-SP), ha segnalato che gli interventi finora realizzati rappresentano l’un per cento del totale e il tempo medio per la realizzazione di opere pubbliche è di quattro anni. Ha poi evidenziato problematiche irrisolte e paradossi relativi ai programmi straordinari di ricostruzione e ai responsabili unici dei procedimenti, richiamando l’impossibilità di modificare le sagome degli edifici da ricostruire, la mancata considerazione delle pertinenze, la questione degli edifici danneggiati dal ’97, i limiti delle deroghe e delle schede per identificare i comuni più danneggiati. Il relatore di minoranza, sen. Cangini (FI), ha espresso apprezzamento per l’accoglimento di emendamenti relativi alle centrali uniche di committenza, alla proroga dei tributi, al fondo di garanzia per le piccole imprese e alla misura Resto al sud, ha però lamentato la mancata introduzione di una zona speciale e di procedure per controllare lo stato di avanzamento dei lavori. Il decreto mostra l’incapacità del Governo di passare dalla logica del sospetto a quella responsabilità, dalla logica burocratica a quella dell’eccezionalità dell’evento sismico.

Alla discussione generale hanno preso parte i sen. Fiammetta Modena, Berutti, De Siano, Paola Binetti, Urania Papatheu (FI); Fede, Coltorti (M5S); Nastri (FdI); Arrigoni, Briziarelli (L-SP); Nadia Ginetti (IV-PSI); Verducci (PD).

Dopo le repliche dei relatori, il ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà ha posto la questione di fiducia sull’approvazione dell’articolo unico di conversione del testo identico a quello licenziato dalla Camera. Hanno dichiarato voto favorevole i sen. Paola Nugnes (Misto-LeU), Nadia Ginetti (IV), Ferrazzi (PD) e Santillo (M5S). I sen. Maffoni (FdI), Pazzaglini (L-SP) e Pagano (FI) hanno negato la fiducia. Al termine delle comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre, l’Assemblea ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza e ha respinto la proposta di opposizione.

Il Presidente del Consiglio ha riferito sul prossimo Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre. Il Governo italiano intende promuovere una maggiore coesione nella protezione del modello sociale europeo e nel perseguimento degli obiettivi (rilancio dell’occupazione giovanile e green new deal) annunciati dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. Rispetto alla proposta procedurale franco-tedesca della Conferenza sul futuro dell’Europa, proporrà un metodo più inclusivo e partecipativo. Sul tema dei cambiamenti climatici, l’Italia è ben posizionata nello sforzo per il conseguimento della neutralità climatica entro il 2050. Sul tema del quadro finanziario pluriennale, è contrario a tagli alle politiche del digitale, della difesa e della sicurezza e giudica inadeguata la proposta della presidenza finlandese: il livello di spesa prevista è lontano da quello auspicato dal Parlamento europeo, nelle fonti di finanziamento andrebbero incluse risorse proprie. Sulla politica agricola comune l’Italia chiede l’abolizione del meccanismo convergenza. In tema di accordi di partenariato è favorevole a regole di condizionalità macroeconomiche, in tema di migrazioni e rispetto dell’ambiente che orientino verso standard comuni; intende dare respiro strategico al partenariato tra UE e Unione africana; sosterrà un nuovo partenariato tra UE e Regno Unito.

Il Presidente Conte ritiene inoltre che vadano ricercati rimedi transitori rispetto alle dispute commerciali e occorra ripristinare un’agenda commerciale positiva con gli USA. Sullo stato di attuazione degli accordi di Minsk, ha ribadito che le sanzioni sono un mezzo e non un fine; ha poi manifestato contrarietà a un rinvio sine die della conferenza sulla Libia. La revisione del Meccanismo europeo di stabilità – ha ribadito il premier – non apporta modifiche sostanziali al trattato e non introduce automatismi nella ristrutturazione del debito, lascia alla Commissione la valutazione di sostenibilità. Il Mes è un’assicurazione contro il pericolo di contagio e panico finanziario e l’Italia, che ha un debito sostenibile, non ha nulla da temere. Nella strategia d’insieme sul pacchetto di riforme relative all’unione economica e monetaria, l’Italia si opporrà a interventi restrittivi sui titoli di Stato, promuoverà l’assicurazione comune dei depositi e chiederà una maggiore ponderazione del rischio di attività 2 e 3. In ogni caso il Parlamento sarà pienamente coinvolto in caso di attivazione del Mes. Alla discussione hanno partecipato i sen. Martelli (Misto), Fenu (M5S), Monti (Misto), Elena Testor (FI), Ferrazzi (PD), Bagnai (L-SP), Lorefice (M5S), Perosino (FI), Loredana De Petris (Misto-LeU), Laura Garavini (IV), Isabella Rauti (FdI), D’Alfonso (PD), Candiani (L-SP), Pichetto Fratin (FI), Laura Bottici (M5S). Il Governo ha accolto la proposta di risoluzione n. 2 dei sen. Perilli (M5S), Marcucci (PD), Faraone (IV) e De Petris (Misto-LeU), mentre ha espresso parere contrario alle proposte n. 3 dei sen. Romeo (L-SP), Bernini (FI) e Ciriani (FdI) e n. 4 del sen. Candiani (L-SP). Hanno dichiarato voto favorevole alla risoluzione di maggioranza i sen. Casini (Aut), Loredana De Petris (Misto-LeU), Nencini (IV), Alfieri (PD) e Licheri (M5S). In dissenso dal Gruppo, sono intervenuti i sen. Grassi, Urraro, Paragone e Lucidi (M5S). Hanno annunciato voto favorevole alla risoluzione d’opposizione i sen. Urso (FdI), Salvini (L-SP), Malan (FI).

Sul tema del MES (Meccanisno Europeo di Stabilità, ovvero “Decreto salva-Stati“) la risoluzione di maggioranza impegna il Governo a mantenere la logica di pacchetto e approfondire i punti critici (in particolare, escludere interventi restrittivi sulla detenzione di titoli di stato e le disposizioni che prevedono una contribuzione all’EDIS in base al rischio di portafoglio dei titoli di stato); ad assicurare il pieno coinvolgimento del Parlamento in tutti i passaggi del negoziato, sulla conclusione della riforma, e in una eventuale richiesta di attivazione del Mes. La risoluzione d’opposizione chiedeva invece al Governo di riferire in modo chiaro e esaustivo alle Camere circa l’effettivo stato di avanzamento del negoziato; a coinvolgere il Parlamento in vista dell’Eurogruppo di gennaio; a non procedere ad adesione prima che siano discusse e risolte le criticità; a condizionare ogni decisione vincolante all’esclusione di riferimenti impliciti o espliciti alla ristrutturazione del debito, a dichiarare la propria contrarietà a ogni riferimento derivante dai parametri del Fiscal Compact. La seduta è terminata alle ore 20:00.

Giovedì 12 l’Aula si è riunita alle ore 9:30 per il dibattito sul finanziamento della politica e la discussione del Bilancio 2020. In apertura di seduta il Presidente del Senato Casellati  ha ricordato la strage di piazza Fontana e l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio. Si è poi svolto il dibattito sul finanziamento della politica. Secondo il sen. Saccone (FdI) i partiti si sono trasformati in comitati elettorali dopo che il Governo Letta ha sostituito il finanziamento pubblico con il finanziamento dei privati, che espone però al rischio di traffico di influenza; il Parlamento dovrebbe avere un sussulto di dignità e il M5S un ripensamento. Il sen. Romagnoli (M5S) ha ribadito contrarietà al finanziamento pubblico dei partiti e ha manifestato orgoglio per l’appartenenza a un movimento che ha ravvivato la democrazia con forme di partecipazione diretta e di maggiore trasparenza. Il sen. Zanda (PD) ha ricordato che la Costituzione, a tutela dell’interesse pubblico e dell’indipendenza della politica dal potere economico, ha previsto un complesso di tutele, dalle guarentigie parlamentari all’indipendenza della magistratura, dal divieto di vincolo di mandato al finanziamento pubblico dei partiti. Il problema da affrontare, a monte del finanziamento dei partiti, è lo stato di salute della democrazia e la decadenza del Parlamento. Il sen. Quagliariello (FI) ha evidenziato la perdita da parte dei partiti del ruolo di formazione e selezione della classe dirigente; ha segnalato la necessità di trasparenza e di regole per le fondazioni che, in ogni caso, non possono sostituire i partiti, pena l’ulteriore impoverimento delle idee. La sen. Bonino (Misto), con riferimento alla vicenda giudiziaria che ha investito Renzi, ha ribadito il principio della presunzione d’innocenza. Si è poi soffermata sul tema dell’accesso agli strumenti di comunicazione e dei costi della buona politica. Il sen. Renzi (IV-PSI) ha rivendicato l’abolizione del finanziamento pubblico, il punto è non criminalizzare il finanziamento privato. Con riferimento alla sua vicenda personale, ha denunciato la violazione del segreto d’ufficio, ha affermato che i contributi della fondazione alla Leopolda sono regolari e certificati, ma vengono considerati illeciti perché la magistratura decide che la fondazione è un partito. Il sen. Parrini (PD) ha auspicato l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione, con l’attribuzione ai partiti della personalità giuridica e la pubblicazione degli statuti. La demagogia, l’antipolitica, la cultura dell’illazione e del processo a mezza stampa non hanno a che vedere con la pulizia della politica, e il finanziamento di soggetti esteri non può essere messo sullo stesso piano di contributi dubbi e inopportuni. Il sen. Augussori (L-SP) ha ricostruito la storia del finanziamento pubblico e degli scandali che hanno condotto alla sua soppressione; la Lega è favorevole a una Commissione d’inchiesta e disponibile a discutere una riforma che contemperi il riconoscimento della funzione dei partiti con la trasparenza e la tracciabilità dei finanziamenti, a partire dall’istituto della contribuzione volontaria e della donazione Irpef che hanno dato buona prova. Il sen. Cangini (FI) ha auspicato una regolamentazione legislativa delle lobby, dopo aver evidenziato che la demagogia e l’antipolitica hanno contagiato tutte le forze politiche: lo stesso sen. Renzi ha sostenuto la riforma del Parlamento con beceri argomenti anti-casta. Il sen. Di Nicola (M5S) ha auspicato l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sul finanziamento dei partiti dal 1974 fino alle odierne vicende che riguardano la Lega e Renzi.

L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 1586, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. La Conferenza dei Capigruppo ha organizzato la discussione che proseguirà domani e si concluderà lunedì 16 dicembre.

I relatori di maggioranza, sen. Rossella Accoto (M5S) e Stefano (PD), hanno riferito sulla manovra che, inserendosi in un quadro economico internazionale segnato da numerose difficoltà (guerre commerciali, instabilità geopolitica, Brexit), contiene una serie di interventi per invertire la stagnazione: i primi due trimestri del 2019 hanno infatti registrato una crescita congiunturale sensibilmente inferiore alle attese e per l’anno in corso è prevista una crescita del PIL reale dello 0,1 per cento. Ciò è da ascrivere in gran parte al rallentamento della domanda di consumi delle famiglie (0,4 per cento a fronte dello 0,8 per cento del 2018) e al rallentamento degli investimenti fissi lordi. Per il prossimo anno, le stime prevedono un leggero rialzo del PIL allo 0,6 per cento, in gran parte per effetto delle misure contenute nella manovra. L’intervento prioritario della manovra è la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia su IVA e accise che, qualora attivate, avrebbero comportato, a partire dal primo gennaio del 2020, un aggravio di spesa per cittadini e imprese di oltre 23 miliardi di euro con conseguenze prevedibili in termini di crollo dei consumi e del Pil. Alla sterilizzazione degli aumenti IVA, che è completa per il 2020 e parziale dal 2021, sono affiancate importanti misure di riduzione della pressione fiscale, a partire dal taglio del cuneo fiscale per i lavoratori per un ammontare di 3 miliardi nel 2020 e di 5 miliardi annui per i successivi. Altrettanto significativa, la creazione di due fondi da circa 50 miliardi di euro per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, con particolare centralità per quelli relativi alla sostenibilità ambientale (Green new deal). Sono poi confermate le misure per la crescita, come Impresa 4.0, che viene estesa alle piccole imprese, e i bonus per l’edilizia (efficientamento energetico, ristrutturazione antisismica) che, nel corso degli ultimi anni, hanno notevolmente contribuito alla dinamica positiva del prodotto interno lordo e rappresentato un significativo contributo per il sostegno del Mezzogiorno. Il provvedimento contiene inoltre importanti misure per il welfare (proroga dell’Ape sociale e opzione donna), per la sanità (abolizione del superticket e edilizia sanitaria), per la famiglia (bonus bebè e asili nido) e per la disabilità. Le misure prospettate consentono comunque al Paese di contenere il deficit pubblico entro i limiti compatibili con le regole comunitarie e di prefigurare una inversione del percorso di crescita del debito pubblico. La Commissione bilancio è intervenuta a rimodulare la plastic tax e la Robin tax, ha riscritto il bonus facciate, ha recuperato risorse al fondo di solidarietà comunale, ha introdotto il credito d’imposta per la decarbonizzazione e per la formazione del personale; altri interventi hanno riguardato le borse di studio per specializzandi, la riqualificazione delle aree di crisi, gli sgravi contributivi per l’assunzione di apprendisti, la ripartizione dei fondi nel Mezzogiorno, le risorse per il fondo prima casa.

I relatori di minoranza sen. Damiani (FI) e Erica Rivolta (L-SP) hanno ricordato che il peso delle clausole di salvaguardia è un’eredità del Governo Gentiloni; la manovra non prevede una politica industriale e peggiora l’indebitamento netto per 16 miliardi senza avere un impatto sulla crescita. Mancano interventi di spending review, mentre è confermato il reddito di cittadinanza con un appostamento di 7 miliardi, mancano un piano per il lavoro e per il Sud, la spesa per investimenti è ridotta (viene definanziato il fondo di sviluppo e coesione), non si prevedono interventi per le infrastrutture e la rigenerazione urbana. Sono presenti invece tasse patrimoniali (nuova Imu e Tari) affiancate da nuove imposte che colpiscono la plastica, la rivalutazione delle partecipazioni, le vincite da gioco, le bevande zuccherate, i tabacchi, i servizi digitali, le accise su benzina e gasolio, i buoni pasto.

Venerdì 13 l’Aula si è riunita alle ore 9:30 e l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 1586, Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022. Nella seduta di ieri i relatori di maggioranza, la sen. Rossella Accoto (M5S) e il sen. Stefano (PD), hanno riferito sulla manovra che riduce la spesa per investimenti, cancella la cedolare secca per i piccoli esercizi commerciali, conferma il reddito di cittadinanza con un appostamento di 7 miliardi ma non prevede spending review, un piano per il lavoro e per il Sud, interventi per le infrastrutture e la rigenerazione urbana.

La discussione generale, iniziata ieri, si è conclusa oggi con gli interventi dei sen. Tiziana Nisini, Briziarelli, Pillon, Vescovi, Zuliani, Antonella Faggi, Grassi, Bagnai (L-SP); Fiammetta Modena, Fantetti, Berardi, Dal Mas, Perosino, Alessandra Lonardo, Mallegni, Floris (FI); Verducci, Assuntela Messina, Valeria Valente, Paola Boldrini, Collina (PD); Angela Piarulli, Maria Castellone, Michela Montevecchi, Rosa Abate, Dell’Olio (M5S); La Pietra, Iannone (FdI); Donatella Conzatti, Annamaria Parente (IV-PSI); De Bonis (Misto. L’Aula riprenderà i lavori lunedì 16 dicembre alle ore 9:30 con all’ordine del giorno: Le repliche e l’esame del provvedimento. La seduta è terminata alle ore 13.

 

 

 

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