7GIORNI IN SENATO/ Il laborioso esame dei 38 articoli della legge europea

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Martedì 3 maggio. Nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del sistema bancario e finanziario italiano e la tutela del risparmio, in Commissione Finanze alle ore 13,45, si è svolta l’audizione di rappresentanti del Consiglio di Vigilanza BCE, mentre alle ore 15 si è svolta quella del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Alle ore 16,30, l’Assemblea di Palazzo Madama ha proseguito la discussione del ddl n. 54 B sul reato di negazionismo. Sono, inoltre, all’ordine del giorno, l’A.S. n.2299 di conversione del decreto-legge n. 42, sulla funzionalità del sistema scolastico e della ricerca (ancora all’attenzione della Commissione Istruzione), il ddl costituzionale n. 1289-B, recante modifiche allo Statuto speciale del Friuli-Venezia Giulia, nonché la Legge europea 2015 (ddl n. 2228) e connesse risoluzioni sulle relazioni relative alla partecipazione dell’Italia all’Unione Europea.

La seduta pomeridiana inizia alle ore 16,30 e l’Assemblea approva con modifiche il ddl n. 54-B, modifica all’articolo 3 della legge 13 ottobre 1975, n. 654, in materia di contrasto e repressione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale. Il testo torna alla Camera. Il ddl, composto di un solo articolo, modifica la legge che ha recepito la convenzione contro le discriminazioni razziali per introdurre l’aggravante di negazionismo. Nella seduta odierna l’Assemblea approva l’emendamento 1.401 del sen. D’Ascola (AP) che sostituisce interamente l’articolo 1 sopprimendo l’avverbio “pubblicamente” e prevedendo che si applica la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda, ovvero l’istigazione e l’incitamento commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello Statuto della Corte penale internazionale, ratificata ai sensi della legge 12 luglio 1999, n. 232. Vengono respinti i subemendamenti presentati da FI-PdL e GAL, tendenti a ripristinare l’avverbio “pubblicamente”, a limitare le fattispecie alla negazione della shoah e del genocidio, a punire l’esaltazione oltre che la negazione. Respinti anche i subemendamenti di M5S e SI-SEL volti a reintrodurre il riferimento a fatti accertati con sentenza passata in giudicato di un tribunale internazionale. Nella dichiarazione di voto a favore dell’emendamento, il D’Ascola (AP) argomenta che il riferimento al concreto pericolo di diffusione, che il giudice dovrà accertare, è espressione più evoluta rispetto all’avverbio “pubblicamente”: aumenta le garanzie e consente di colpire condotte come la propaganda e l’incitamento al terrorismo tramite strumenti telematici. La nuova formulazione non punisce la negazione della shoah, ma l’istigazione a delinquere fondata sulla negazione della shoah. Le opposizioni rilevano che l’emendamento 1.401 stravolge il testo approvato all’unanimità in Commissione, reintroduce un reato di opinione, contravviene al principio di tassatività delle norme penali e produce effetti paradossali: nel tentativo di dare una risposta penale ad un problema culturale ed educativo, il testo equipara la shoah a crimini meno gravi, conferisce eccessiva discrezionalità alla magistratura, sanziona la negazione ma non l’esaltazione dell’olocausto. I senatori Compagna (CoR), Erika Stefani (LN), Quagliarello (GAL) e Buemi (Aut) annunciano l’astensione. Favorevole al testo licenziato dalla Commissione, ma contrario al compromesso interno alla maggioranza dei due rami del Parlamento, il sen. Malan (FI-PdL) ha annunciato la non partecipazione al voto. I senatori Lumia (PD) e Cappelletti (M5S)  annunciano voto favorevole, Sacconi (AP) e Zuffada (FI-PdL), in dissenso dai rispettivi Gruppi,  annunciano voto contrario.

Dopo l’approvazione di una proposta di inversione dell’ordine del giorno, l’Assemblea  avvia l’esame congiunto del ddl n. 2228, recante Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea  (Legge europea 2015), e Documenti n. 56 (Risoluzione adottata dalla 14a Commissione permanente a conclusione dell’esame dell’affare assegnato “Le priorità dell’Unione europea per il 2016”) e n. 59 (Risoluzione adottata dalla 14a Commissione permanente a conclusione dell’esame dell’affare assegnato sulla “Relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2015”).

La legge europea è composta da 38 articoli suddivisi in 8 capi, concernenti i seguenti settori: libera circolazione delle merci, libera prestazione dei servizi e libertà di stabilimento, giustizia e sicurezza, fiscalità, dogane e aiuti di Stato, trasporti, ambiente, energia. 22 articoli sono volti a chiudere procedure d’infrazione e casi EU Pilot e a sanare procedure in materia di aiuti di Stato; 16 articoli introducono modifiche alla normativa interna per prevenire l’apertura di procedure d’infrazione. Il relatore sulla legge europea, sen. Cociancich (PD), segnala che le procedure di infrazione a carico dell’Italia sono scese al minimo storico. Evidenzia poi che all’articolo 1, riguardante la disciplina dell’etichettatura degli oli di oliva, la Commissione ha approvato un emendamento che inasprisce le sanzioni. Il relatore sulle risoluzioni della 14a Commissione, sen. Mirabelli (PD), rileva che il futuro dell’Unione dipenderà dalla capacità di creare un’Europa sociale, quale spazio di tutela dei diritti dei cittadini, dalla capacità di rispondere in modo unitario al terrorismo e dalla capacità di affrontare l’immigrazione senza abdicare ai principi e ai valori ispiratori della Comunità.  D’Alì (FI-PdL) avanza una pregiudiziale di costituzionalità rilevando che la Commissione ha approvato un emendamento privo di copertura finanziaria. Nella votazione della pregiudiziale manca il numero legale. La seduta termina alle ore 19:41.

Mercoledì 4. L’Assemblea alle ore 9,30 riprende l’esame congiunto del ddl n. 2228, recante Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015, e dei Documenti n. 56 (Risoluzione della 14a Commissione sulle priorità dell’Unione europea per il 2016) e n. 59 (Risoluzione della 14a Commissione sulla relazione consuntiva sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea per l’anno 2015). La legge europea è composta da 38 articoli suddivisi in 9 capitoli, concernenti i seguenti settori: libera circolazione delle merci, libera prestazione dei servizi e libertà di stabilimento, giustizia e sicurezza, fiscalità, dogane e aiuti di Stato, trasporti, ambiente, energia, diritto all’indennizzo per le vittime di reati violenti. 22 articoli sono volti a chiudere procedure d’infrazione e casi EU Pilot e a sanare procedure in materia di aiuti di Stato; 16 articoli introducono modifiche alla normativa interna per prevenire l’apertura di procedure d’infrazione.

Nella seduta del giorno precedente i relatori, Cociancich (PD) e Mirabelli (PD)  avevano illustrano il provvedimento e i documenti di indirizzo. Respinta la pregiudiziale di costituzionalità, inizia la discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Tremonti, Monica Casaletto (GAL); Orellana (Aut), Molinari (Misto), Tarquinio (CoR), Candiani (LN), Adele Gambaro (AL-A), Alessandra Bencini (Misto-IdV), Sacconi (AP), Elena Fattori (M5S) e Mandelli (FI-PdL). In sede di replica il relatore, Cociancich (PD), ricorda alla senatrice Fattori (M5S) l’ordine del giorno sulla ludopatia, accolto in Commissione. In apertura di seduta, il presidente di turno Gasparri ha ricordato Learco Saporito, senatore per più legislature, scomparso il 30 aprile scorso. L’esame proseguirà nella seduta pomeridiana. La seduta termina alle ore 12:59.

Nella seduta pomeridiana, iniziata alle ore 16,30, l’Assemblea prosegue l’esame congiunto del ddl n. 2228 iniziata nella seduta della mattina, in cui si è svolta la discussione generale. Le opposizioni  criticano in modo particolare i primi tre articoli del ddl che sopprimono tutele in materia di indicazione dell’origine dei prodotti alimentari, danneggiando il made in Italy e i consumatori. In replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gozi illustra i progressi compiuti dal governo in carica: le procedure di infrazione sono scese da 119 a 80; i fondi europei saranno impegnati al cento per cento; l’Italia è il principale beneficiario del piano Junker che vale 1,7 miliardi di investimenti. Accoglie quindi le risoluzioni adottate dalla 14a Commissione. Diversi articoli sono accantonati: l’articolo 1, concernete la filiera dell’olia d’oliva, è stato accantonato in attesa dei pareri della Commissione bilancio. Dopo che un ampio consenso si è manifestato sugli emendamenti soppressivi dell’articolo 3, che modifica la legge sull’etichettatura dei prodotti alimentari definendo il paese di origine del prodotto come luogo di ultima trasformazione e non come luogo di origine dell’ingrediente primario,viene approvata la richiesta governativa di accantonare l’articolo 3 e l’articolo 5. Il rappresentante del governo invita a distinguere la tracciabilità dei prodotti dall’indicazione della qualità e la tutela del made in Italy dal protezionismo, ricordando che l’Italia ha un’economia di trasformazione, orientata all’esportazione.

L’articolo 18 (determinazione della base imponibile per alcune imprese marittime) viene accantonato, avendo il parere contrario della Commissione bilancio. Su richiesta del relatore sono  accantonati, infine, gli articoli da 29 a 34, relativi al diritto all’indennizzo in favore delle vittime di reati violenti. Sono approvati senza modifiche: l’articolo 2, riguardante l’etichettatura del miele, l’articolo 4 (immissione in commercio di dispositivi medici), l’articolo 6 (Società Organismi di Attestazione), l’articolo 7 (sulle vincite da gioco realizzate all’estero, che non concorrono a formare reddito), l’articolo 9 (obbligazioni alimentari, in materia matrimoniale e di responsabilità genitoriale), l’articolo 10 (titolo esecutivo europeo), l’articolo 11 (ammissione al patrocinio a spese dello Stato nelle cause transfrontaliere), l’articolo 13 (tassazione dei veicoli di studenti stranieri), l’articolo 14 (esenzioni a favore di autotrasportatori albanesi), l’articolo 16 (modifiche alle aliquote Iva applicabili ai preparati per risotto), l’articolo 17 (consorzi agrari), l’articolo 19 (uso dell’informatica nel settore doganale), l’articolo 20 (regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi), l’articolo 21 (investimenti nelle imprese marittime), l’articolo 22 (tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi), l’articolo 24 (iscrizione del registro nazionale italiano di navi in regime di temporanea dismissione di bandiera comunitaria), l’articolo 25 (sanzioni per inosservanza di norme dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie), l’articolo 26 (protezione della fauna selvatica omeoterma), l’articolo 27 (stoccaggio geologico di biossido di carbonio), l’articolo 28 (corretta attuazione del terzo pacchetto energia).

La Conferenza dei Capigruppo  approva modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 19 maggio. Giovedì non si terrà seduta. La prossima settimana sono previsti, oltre al seguito della legge europea, il decreto sulla funzionalità del sistema scolastico, la modifica allo Statuto del Friuli Venezia Giulia, il ddl sull’Agenzia ambientale. Nella settimana dal 17 al 19 sono previsti ddl in materia sanitaria e per il contrasto alle intimidazione degli amministratori locali, le mozioni sulle concessioni marittime e sulla corruzione.

La seduta termina alle ore 18:50. Al termine,  attraversando il Salone Garibaldi all’anticamera dell’Aula, incontro il senatore del PD Claudio Moscardelli, che mi dice: “La Commissione ha respinto la proposta di bloccare il terzo pilastro di completamento dell’Unione bancaria come proposto dai ministri di alcuni Paesi tra cui Schauble per legarlo alla riduzione del rischio del debito sovrano fissando un tetto ai titoli di Stato nel portafoglio delle banche o prevedendo riserve in base al loro grado di rischio. Il completamento dell’Unione bancaria non può essere agganciato al tema della valutazione del rischio sui titoli del debito sovrano, che avrebbe effetti devastanti e non può porsi un limite all’acquisto dei titoli di Stato dalle banche perché avrebbe effetti deleteri sul fabbisogno di vari Paesi della UE, facendo ripartire tassi alti per i titoli di stato e provocando l’aggravamento delle finanze pubbliche. Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha ammonito sui gravissimi rischi che deriverebbero dalla proposta del ministro delle Finanze Schauble. Intanto la politica monetaria espansiva sta dispiegando i suoi effetti tranne che per l’inflazione, che non accenna a rialzarsi, ma il dato più preoccupante è la necessità di massicci investimenti per far ripartire la crescita e lo sviluppo in modo robusto. Il Piano Junker è modesto per i risultati raggiunti. Occorre fare presto e decidere di avere una reale integrazione politica con un governo federale dell’Unione che abbia la fiducia del Parlamento europeo eletto dai cittadini. L’Europa del metodo intergovernativo porta alla disintegrazione per le cecità degli egoismi nazionali”.

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