7GIORNI IN SENATO/ Dal bilancio di Regioni e Enti locali al disastro ferroviario. Ma si è parlato anche di tortura, di carceri e di processo civile

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO –

Lunedì 11 luglio i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, hanno presieduto la prima riunione del Bureau a guida italiana dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM). I due hanno assunto la Presidenza annuale di turno dell’Assemblea lo scorso 29 maggio, al termine della sessione plenaria che si è svolta a Tangeri (Marocco). Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, la Sala Koch di Palazzo Madama ha ospitato il seminario di approfondimento “Una strategia contro il terrore. Dialogo e cooperazione per un Mediterraneo di pace”. Sono intervenuti i presidenti Grasso e Boldrini e il ministro Gentiloni.

Martedì 12 l’Aula è iniziata alle ore 16,30 e in apertura di seduta il presidente di turno Gasparri ha espresso cordoglio alle famiglie delle vittime dell’incidente ferroviario avvenuto sulla tratta Corato-Andria. Dopo che l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio, hanno preso la parola i senatori D’Ambrosio Lettieri (CoR), Crosio (LN), Quagliarello (GAL), Iurlaro (AL-A), Buemi (Aut), Uras (Misto), Azzollini (AP), Ciampolillo (M5S), Boccardi (FI-PdL), Tomaselli (PD). Sono intervenuti infine il Presidente della Commissione trasporti  Matteoli e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Pizzetti. Nel corso della seduta la Presidenza ha comunicato che il ministro delle infrastrutture e trasporti renderà un’informativa sull’incidente domani alle ore 18,30. Come stabilito dalla Conferenza dei capigruppo, l’Aula oggi, martedì 12 luglio, ha incardinato l’Atto Senato n. 2344, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali; le dichiarazioni di voto sono previste domani alle 16,30. Nella seduta unica di domani è prevista anche l’approvazione, in quarta lettura, del ddl sulle missioni internazionali. La relatrice, senatrice Zanoni (PD), ha evidenziato che il ddl modifica la legge attuativa del vincolo di pareggio di bilancio, segnando il superamento definitivo del patto di stabilità interno. L’intervento di sistema è volto a: semplificare il quadro normativo di riferimento, raccordando le norme approvate in questi anni; semplificare le disposizioni specifiche sulla definizione dei livelli di equilibri di bilancio; garantire agli enti locali la possibilità di programmare le spese pubbliche territoriali e fare una politica espansiva.

Nella discussione generale hanno preso la parola i senatori Del Barba, Lai, Lucherini (PD); Liuzzi (CoR); Arrigoni (LN); Giovanna Mangili (M5S); Mandelli (FI-PdL). In replica il vice ministro dell’economia Morando ha sottolineato che il confronto in Commissione bilancio è avvenuto in un clima di collaborazione, anche se le opposizioni si sono astenute nel voto finale. Ha negato che l’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio, nell’articolo 81 della Costituzione, precluda la possibilità di politiche anticicliche. Il ddl corregge l’eccesso di rigidità della legge n. 243 del 2012, che impediva agli enti territoriali di spendere l’avanzo per investimenti. La seduta e terminata alle ore 20,00.

Mercoledì 13 la seduta è iniziata alle ore 9,30 e l”Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2344, nel testo proposto dalla Commissione, recante modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali. Per il voto finale è richiesta la maggioranza assoluta dei componenti il Senato. La Commissione ha approvato all’unanimità tre emendamenti che prevedono una fase transitoria dal 2017 al 2019 per l’introduzione del fondo pluriennale vincolato, patti di solidarietà nazionali per le operazioni di indebitamento e investimento realizzate con l’utilizzo dei risultati di esercizi precedenti, trasmissione alle Camere dello schema del decreto attuativo dell’articolo 2. Il testo dei 4 articoli è stato approvato senza modifiche. L’Assemblea ha approvato un emendamento aggiuntivo in base al quale, ai fini dell’accesso ai dati statistici, l’Ufficio parlamentare del bilancio è equiparato agli enti che fanno parte del Sistema statistico nazionale. La seduta è stata sospesa; riprenderà alle ore 15 con la votazione delle dimissioni del senatore Vacciano. Gli emendamenti approvati all’unanimità in sede referente preevdono una fase transitoria dal 2017 al 2019 per l’introduzione del fondo pluriennale vincolato, patti di solidarietà nazionali per le operazioni di indebitamento e investimento realizzate con l’utilizzo dei risultati di esercizi precedenti, la trasmissione alle Camere dello schema del decreto attuativo.

Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato voto favorevole i senatori Mazzoni (AL-A), Gualdani (AP) e Santini (PD). Hanno annunciato l’astensione i senatori Silvana Comaroli (LN), la quale ha rilevato che, al di là dell’allentamento dei vincoli stringenti imposti dal governo Monti, gli enti locali non recuperano una vera autonomia finanziaria;  Uras (Misto), il quale non condivide l’impostazione restrittiva del Patto di stabilità e del Fiscal Compact che preclude la crescita e aumenta il debito pubblico; Ceroni (FI-PdL), il quale ha rilevato che i comuni non possono utilizzare l’avanzo di bilancio senza un’intesa e che la determinazione annuale del fondo vincolato non dà certezza sulla programmazione della spesa. Per motivi analoghi i senatori Perrone (CoR), Giovanni Mauro (GAL) e Barbara Lezzi (M5S) hanno annunciato voto contrario. Con 184 voti favorevoli, 45 contrari e 44 astensioni, l’Assemblea ha approvato il ddl n. 2344 recante modifiche alla legge 24 dicembre 2012, n. 243, in materia di equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali. Il testo passa alla Camera.

Con votazione a scrutinio segreto, l’Assemblea ha respinto per la seconda volta le dimissioni del sen. Vacciano. Dopo l’intervento del sen. Vacciano (Misto), che ha reiterato le dimissioni già respinte il 17 febbraio 2015, hanno preso la parola i senatori Serenella Fucksia (Misto), Battista (Aut), Bocchino (SI-SEL), Barani (AL-A), Buemi (Aut) e Divina (LN), che hanno annunciato voto contrario, e la senatrice Guerra (PD).

Il ministro della infrastrutture e dei trasporti, Delrio, ha reso un’informativa sul disastro ferroviario avvenuto ieri in Puglia. Il ministro ha preliminarmente assicurato l’impegno del governo per fare chiarezza sull’incidente e ha menzionato la costituzione di una commissione di inchiesta. Ha poi specificato che la sicurezza sulla tratta Bari-Barletta è basata sul consenso telefonico, un sistema non tra i più evoluti, ma che è in uso da più di sessanta anni e non ha dato fin qui problemi; il binario unico non è sinonimo di insicurezza e anche i sistemi elettronici possono essere disattivati. La società Ferrotramviaria, di proprietà della Regione, che gestisce il servizio, è una delle più efficienti e le ferrovie italiane hanno complessivamente un alto livello di sicurezza. Con il contratto di programma 2016 il governo ha stanziato 9 miliardi per l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie mentre altri 2,8 miliardi saranno destinati al trasporto pubblico regionale soprattutto nel Mezzogiorno.

Nel successivo dibattito, hanno preso la parola i senatori Perrone (CoR), Crosio (LN), Quagliarello (GAL), Amoruso (AL-A), Buemi (Aut), Stefano (Misto), Mancuso (AP), Scibona (M5S), Matteoli (FI-PdL), Filippi (PD). E’ emerso che l’incidente non è imputabile solo all’errore umano, ma segnala anche una grave carenza infrastrutturale nel Mezzogiorno: è emblematico che sui 5 miliardi per infrastrutture, movimentati dal decreto sblocca-Italia, soltanto 60 milioni siano stati destinati ad aree  a sud di Firenze. Secondo M5S le infrastrutture ferroviarie dovrebbero essere pubbliche per garantire standard adeguati e uniformi di sicurezza e il consenso telefonico dovrebbe essere sostituito con il blocco radio.

Poiché le Commissioni affari esteri e difesa non hanno concluso i lavori, l’esame del ddl n. 1917-B sulle missioni internazionali è stato rinviato a domani. Nel corso della seduta le senatrici Bonfrisco (CoR), Bottici (M5S) e De Petris (SI-SEL) e i sen. Volpi (LN), Carraro (FI-PdL) e Mauro (GAL) hanno chiesto un’informativa del ministro dell’Economia sulla trattativa in corso a Bruxelles sulle banche. Il sottosegretario Pizzetti ha assicurato la disponibilità del ministro. La seduta è terminata alle ore 20.

Giovedì 14 l’Aula si è riunita alle ore 9,30: con 194 sì, un voto contrario e 40 astensioni, nella seduta antimeridiana  l’Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1917-B sulle missioni internazionali. l relatore, sen. Latorre (PD), ha riferito sulle ultime modifiche introdotte dall’altro ramo del Parlamento: all’articolo 1 sono state specificate nel dettaglio le risoluzioni ONU che legittimano le missioni; all’articolo 2 è stata sottratta al governo, e demandata ad una legge, la possibilità di prevedere per una specifica missione l’applicazione del codice penale militare di guerra; infine, l’articolo 20, che integra con un deputato e un senatore il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione della presente legge.

Dopo la discussione generale, alla quale hanno preso parte i senatori Compagna (CoR), Divina (LN) e Gasparri (FI-PdL), l’articolato è stato approvato senza modifiche. L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 874-B, Introduzione del delitto di tortura nell’ordinamento italiano, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.n Commissione: la soppressione del riferimento alle reiterate violenze e alle gravi minacce crea allarme nelle Forze di polizia e ostacola la funzione di mantenimento dell’ordine pubblico. Il relatore D’Ascola (AP) e il sottosegretario alla Giustizia, Migliore, hanno spiegato che la soppresssione dell’aggettivo “reiterate” scaturisce dall’opportunità   di non assimilare la tortura ad un reato abituale; l’accoglimento dell’emendamento del senatore Di Maggio (CoR) viene incontro alle preoccupazioni delle Forze dell’ordine.

Nella seduta pomeridiana delle ore 16 si è tenuto il question time in cui il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha risposto a interrogazioni, ai sensi dell’articolo 151-bis del Regolamento, sull’organizzazione degli uffici giudiziari, sulla situazione del personale amministrativo, nonché sulle condizioni delle carceri. Sulla organizzazione degli uffici giudiziari e la situazione del personale amministrativo, hanno avanzato domande i senatori Rosanna Filippin (PD), Caliendo (FI-PdL), Giarrusso (M5S), Maria Mussini (Misto), Barani (AL-A), Erika Stefani (LN), Di Maggio(Cor). Il ministro Orlando ha ricordato che il passaggio di competenza sugli uffici giudiziari dai comuni al Ministero ha consentito di eliminare alcuni sprechi e che l’accorpamento degli uffici giudiziari ha ridotto del 50 per cento l’edilizia giudiziaria. Il governo ha avviato il processo civile telematico, ha affiancato al giudice l’uffico del proces.

Sulle condizioni nelle carceri hanno formulato quesiti i senatori Nadia Ginetti (PD), Caliendo (FI-PdL), Cappelletti (M5S), Maria Mussini (Misto), Orellana (Aut), Barani (AL-A), Erika Stefani (LN), Di Maggio (CoR). I detenuti sono attualmente 54.070 a fronte di 49.701 posti disponibili. Il ministro Orlando ha fornito dati comparativi con il 2010 per mostrare che la diminuzione del sovraffollamento carcerario e il potenziamento delle misure alternative non hanno avuto ripercussioni sulla sicurezza. Il ministro ha assicurato, infine, il suo impegno per l’assunzione di agenti di polizia penitenzia. La seduta è terminata alle ore 17,15.

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