MAGNINI STANGATO/ Quattro anni di squalifica per doping e l’ex campione del nuoto alza la voce: “Perseguitato come CR7, anche io sono un esempio per lo sport”

di FABIO CAMILLACCI/ Mano pesante del Tribunale nazionale antidoping di Nado Italia, stangato Filippo Magnini. Per l’ex campione di nuoto, a processo per uso o tentato uso di sostanze dopanti: quattro anni di squalifica. L’accusa aveva chiesto otto anni di stop. Quattro anni di squalifica anche per l’altro velocista della vasca Michele Santucci. Adesso i due potranno ricorrere in appello, e poi, in ultima istanza, al Tas di Losanna. Magnini, per due volte campione del mondo dei 100 stile libero a Montreal e Melbourne, paga la frequentazione col nutrizionista Guido Porcellini, a sua volta squalificato per 30 anni e imputato in un processo penale a Pesaro. Giustizia ordinaria che invece aveva archiviato il caso dell’ex nuotatore azzurro, il quale si è sempre professato innocente. Magnini che ha lasciato le gare un anno fa, nel corso della sua carriera non è mai risultato positivo al doping.

Dura la reazione di Magnini dopo la pesante squalifica. L’ex fidanzato di Federica Pellegrini commenta: “Mi rivedo molto in una frase di Cristiano Ronaldo, accusato di stupro. Io, come lui, sono un esempio nello sport e nella vita. Me lo aspettavo, è sentenza ridicola ed era già scritta. E’ un anno che penso a chi posso aver pestato i piedi. Ho sempre mantenuto un profilo basso, ma ora basta”. Magnini aggiunge: “Il procuratore Laviani il giorno del processo concluse l’arringa alzandosi in piedi, sbattendo i pugni sul tavolo e dicendomi: questa è diventata una faccenda personale. La giustizia sportiva non funziona. Mi rincuora che invece la giustizia ordinaria nei miei confronti ha funzionato perché sono stato assolto. Per la legge italiana sono a posto, per quella sportiva no, è ridicolo”.

Magnini è un fiume in piena. L’ex campione conclude: 2Io e Santucci ad oggi non sappiamo per quale tentativo di uso di sostanza siamo accusati. Sarei stato arrabbiato anche per un giorno, figuriamoci per quattro anni. Ci sono atleti che hanno preso due anni dopo essere stati trovati positivi. Credo che scriverò un libro su questa vicenda. Agli atleti dico: state attenti, fate qualcosa perché io ho avuto paura. Finché non sono morto non posso accettare una cosa del genere. Siamo solo alla virata dei cinquanta metri ed io le gare le vincevo negli ultimi dieci”.

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