Il duplice omicidio in pizzeria a Brescia ripreso dalle telecamere

Francesco Seramondi, 65 anni, e la consorte Giovanna Ferrari, di due anni più giovane, 'freddati' l'11 agosto 2015 nella loro pizzeria da asporto "Da Frank" che gestivano da tempo nella zona Mandolossa, alle porte di Brescia. Ansa/ Filippo Venezia
Francesco Seramondi, 65 anni, e la consorte Giovanna Ferrari, di due anni più giovane, ‘freddati’ l’11 agosto 2015 nella loro pizzeria da asporto “Da Frank” che gestivano da tempo nella zona Mandolossa, alle porte di Brescia. Ansa/ Filippo Venezia

Hanno sparato e ucciso sotto l’occhio elettronico delle telecamere interne alla pizzeria teatro dell’agguato. Sono state acquisite dagli uomini della squadra Mobile della Questura di Brescia le immagini dell’agguato, compiuto ieri mattina, ai coniugi Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari, ‘freddati’ all’interno della loro pizzeria “Da Frank” nella zona Mandolossa, prima periferia di Brescia. Nelle immagini, poco nitide, si vedono i due malviventi ma non si riconoscono in viso perché coperti con un casco integrale. Solo uno avrebbe sparato con un fucile a canne mozze raggiungendo prima la moglie e Ferrari e poi il marito, Frank per tutti. Ieri nel corso dell’intera giornata davanti alla pizzeria da asporto tantissime persone hanno portato mazzi di fiori e messaggi in ricordo dei due titolari, punto fisso delle notti dei giovani bresciani ora sotto sequestro.

Nonostante il fatto di sangue non ha invece chiuso la seconda pizzeria di proprietà della famiglia Seramondi, nel quartiere cittadino di San Polo. “Frank era come un papà per me, ma abbiamo deciso di non fermarci perché lui e la moglie Vanna avrebbero voluto così”, ha detto un dipendente di origini pakistane che da dieci anni lavora per la famiglia. Resta invece in silenzio con la stampa un altro dipendente, il pizzaiolo di 42 anni, albanese, rimasto ferito in un agguato un mese fa quando é stato raggiunto da alcuni colpi di pistola esplosi da un’auto mentre, alle 5 del mattino, al volante della sua vettura stava andando a lavorare proprio “Da Frank”. Un episodio attorno al quale ruotano le indagini degli inquirenti che hanno ascoltato nel pomeriggio l’extracomunitario. E’ l’ennesimo interrogatorio dopo che fino ad oggi non sarebbero emersi elementi importanti. “Siamo disperati anche noi” ha detto barricata nel suo appartamento a Roncadelle la moglie del pizzaiolo albanese. La figlia dell’uomo ha invece assicurato: “Non abbiamo paura perché non abbiamo nulla da nascondere”. Gli agenti della squadra Mobile guidati da Giuseppe Schettino hanno interrogato anche il figlio delle vittime, Marco, che con lo zio Claudio Seramondi sono i proprietari effettivi della pizzeria Da Frank. Questo perché i coniugi Seramondi avevano alle spalle un paio di avventure imprenditoriali finite con il fallimento.

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