La società che gestiva i punti vendita “MercatoneUno” dichiarata fallita. 1800 dipendenti rimasti senza lavoro. Le aziende fornitrici vantano crediti per 250 milioni di euro

La società che gestiva punti vendita di Mercatone Uno è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Milano. Lo rendono noto i sindacati. Per effetto della sentenza,negozi chiusi da oggi e 1.800 dipendenti senza lavoro, senza preavviso.

La Shernon Holding srl aveva rilevato i punti vendita del marchio emiliano nel 2018, annunciando un piano di rilancio. Poi, ad aprile, ha presentato richiesta di concordato preventivo, garantendo occupazione fino al 30 maggio, data di un incontro fissato al Mininistero dello Sviluppo Economico. Ieri, invece, il fallimento e l’annuncio della chiusura.

Debiti per 250 milioni di euro con i fornitori

I dipendenti lo hanno scoperto su facebook

di GIOVANNI D’AGATA*

I lavoratori di Mercatone Uno, storico marchio imolese dell’arredamento che accompagnò i trionfi ciclistici di Marco Pantani, sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook nella notte: «Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda», ha spiegato Luca Chierici, segretario del sindacato Filcams di Reggio Emilia. Shernon Holding aveva acquisito i 55 punti vendita meno di un anno fa. Davanti a numerosi negozi chiusi sono in corso presidi e sit-in dei lavoratori. 1860 dipendenti, quasi 10.000 persone toccate.

Sono più di 500 le aziende fornitrici coinvolte dalla vicenda della Mercatone Uno, che vantano crediti non riscossi per circa 250 milioni di euro. I fornitori, ha dichiarato William Beozzo, direttore dell’Associazione Fornitori Mercatone Uno, «hanno sempre manifestato a tutti gli organi competenti le proprie perplessità sull’operazione con Shernon Holding. Sono stati persi altri 8 mesi e ulteriori risorse finanziarie. Ricordiamo che in gioco non ci sono solo i 1.860 dipendenti del Gruppo, a cui mandiamo tutta la nostra solidarietà, ma anche tutti i dipendenti delle nostre aziende, un indotto che coinvolge in Italia quasi 10.000 persone».

Si tratta di una drammatica notizia che attesta ancora una volta la crisi dell’economia italiana che coinvolge marchi divenuti storici e soprattutto migliaia di di famiglie che all’improvviso si vedono nel baratro causato dalla perdita del posto di lavoro. E’ chiaro che in questi casi al di là delle previsioni che riguardano una ripresa che stenta a vedersi, imprescindibile dovrà essere l’annunciato impegno del governo e del Ministro dello Sviluppo economico per salvaguardare almeno il diritto al lavoro degli sfortunati dipendenti.

*Giovanni D’Agata è presidente dello “Sportello dei diritti”

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