UNIVERSITA’/ Un’occasione per una giusta normativa sulla contribuzione studentesca

jacopodionisiodi JACOO DIONISIO* – Martedì 19 luglio la Camera dei Deputati ha votato per il rinvio in VII Commissione della discussione della proposta di legge dell’onorevole Vacca sulla riforma della contribuzione studentesca universitaria. È sicuramente positivo che il tema della contribuzione universitaria sia tornato nell’agenda del Parlamento: già da varie settimane all’interno della VII Commissione della Camera si era avviata la discussione sulle proposte di legge già depositate, ovvero quella dell’onorevole Ghizzoni del Pd e quella dell’onorevole Vacca. La proposta di legge Vacca, calendarizzata per la discussione in aula nella giornata di lunedì, seppur in parte migliorativa del sistema, non andava però a toccare certi aspetti che invece a nostro avviso è fondamentale andare a modificare profondamente.

Ma il ritorno in Commissione di questa proposta di legge ora deve essere un ulteriore passo in avanti per garantire la formulazione e la relativa copertura finanziaria di provvedimenti utili a migliorare in modo sostanziale le tasse agli studenti universitari, partendo innanzitutto dal prevedere una no tax area per la fetta più povera della popolazione studentesca e un’uniformità nazionale, nonché un abbassamento generale dell’intera contribuzione studentesca. Ora il Parlamento, partendo dalla Commissione, ha il dovere di riprendere in mano il tema del diritto allo studio partendo proprio da uno degli elementi critici del sistema universitario italiano, quello di essere il terzo Paese europeo con le tasse universitarie più alte.

È necessario ripartire dagli investimenti: le tasse degli studenti, col tempo, sono diventate una componente vitale per quanto riguarda la sostenibilità dei bilanci delle Università.  L’inconsistenza dell’attuale normativa sulle tasse è stata certificata anche dal Consiglio di Stato a maggio. È inaccettabile che la contribuzione debba compensare il sottofinanziamento nazionale del sistema universitario. Per questo vanno innalzati i finanziamenti alle Università, in primis espandendo il diritto allo studio e creando una ampia no-tax area che permetta anche a quelle fasce di popolazione che oggi non prendono minimamente in considerazione la possibilità di andare all’Università di poter accedere e procedere con successo ai più alti livelli dell’istruzione.

Perciò seguiremo con attenzione l’evolversi di questa discussione: il ritorno in Commissione non può essere l’ennesimo affossamento di questioni così impellenti. È una grossa occasione che va colta per iniziare a risolvere il problema del sottofinanziamento, per abbassare le tasse agli studenti, creare una ampia no-tax area e ampliare e finanziare strumenti che garantiscano appieno il diritto allo studio degli studenti.

Come abbiamo sostenuto al riguardo, è necessaria una risposta immediata ed incisiva del governo e del parlamento: ulteriori rinvii o stop sarebbero il segnale di come il diritto allo studio non solo non rappresenti una priorità, ma sia una semplice voce di bilancio su cui inserire eventuali briciole di bilancio. È ora di invertire questa tendenza e garantire il diritto allo studio con finanziamenti consistenti, per evitare il crollo ancor più pesante di iscritti e laureati nel nostro Paese.

*Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale

dell’Unione degli Universitari

 

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