TURNO INFRASETTIMANALE/ Il Milan dei giovani soffre di vertigini e crolla a Marassi: 3-0 per il Genoa. Il turnover di Montella non funziona perchè la rosa del “Diavolo” è corta e incompleta

grifodi FABIO CAMILLACCI/ I ragazzi di Montella inciampano, anzi ruzzolano a terra, dopo la sberla rifilata sabato alla Juventus e il sogno di tornare al primo posto in classifica in solitudine, almeno per una notte; cioè in attesa delle altre partite del turno infrasettimanale di campionato valido per la 10° giornata di Serie A. Niente da fare: di sberle, il Milan dei giovani ne prende tre a Marassi contro il bel Genoa di Juric (terzo successo di fila in casa contro i rossoneri), Ma l’aspetto più curioso della serata sta nel fatto che i principali colpevoli dello scivolone ligure non sono i giovani, Honda, Poli e Paletta: non esattamente tre ragazzini (nella foto LaPresse-Gazzetta dello Sport: l’esultanza dei giocatori del Genoa a fine partita).

Rosa corta e incompleta, passo falso fisiologico scontato per il Milan. In ogni caso però, dietro al terzo k.o. del “Diavolo” in questo campionato (il più netto di tutti, non solo nel risultato), ci sono almeno tre dati da evidenziare: il turnover che non va (perchè la rosa è corta), il clamoroso calo di condizione e la tenuta mentale della squadra, che non sa reggere ancora l’impatto con i piani alti della classifica. Con la sfida alla Juve nelle gambe e nella testa, tre giorni dopo Montella ha provato a fare un minimo di turnover, concedendo un turno di riposo ad Abate e Suso, inserendo Poli e Honda dal primo minuto. Esperimento fallito: l’errore del giapponese sul gol di Ninkovic (Keisuke non sale e tiene tutti in gioco) è da matita blu e il resto della partita è anonimo; la prestazione del centrocampista sembra tutta un equivoco, dall’improvvisazione nei panni di terzino destro fino al tiraccio da cancellare in una delle poche occasioni da gol capitate sui piedi dei rossoneri. Ristrutturare tutta la fascia destra in una notte non ha pagato affatto. C’è poco da fare, la coperta del Milan è cortissima, Montella non ha soluzioni alternative: cambiare uomini significa rischiare tantissimo; e la prestazione nulla di Luiz Adriano, entrato per ridare peso all’attacco dopo l’uscita di Bacca conferma la povertà di ricambi all’altezza dei titolari. Tutte cose che abbiamo evidenziato già domenica in “Tempi Supplementari”: questo Milan non è certo da scudetto; forse può lottare per il terzo posto.

Lacune fisiche per gli uomini di Montella. A differenza della maggior parte delle gare giocate, il Milan ha tenuto più palla degli avversari (53,2%), ma il pallone girava piano, troppo piano. Il Genoa sembrava viaggiare al doppio della velocità dei rossoneri, tutti grinta e corsa sabato a San Siro contro la Juventus e di conseguenza spompati a Marassi. Anche lottatori come Kucka, sfortunato in occasione dell’autogol, hanno fatto fatica sul campo del Ferraris: il test con la banda di Juric, che ha nella tenuta fisica e nel gioco sulle fasce le sue armi più efficaci, era determinante in questo senso. Il Milan, ci si chiedeva, sarà in grado di tenere i ritmi dei rossoblù? La risposta, specie nel primo tempo, è stata piuttosto chiara. Meglio nella ripresa: paradossalmente, in 10 contro 11 il Milan ha alzato i ritmi e si è avvicinato di più dalle parti di Perin.

Testa ancora alla Juve e approccio alla gara sbagliato. Nei primi 45 minuti, il Genoa ha toccato una sola volta il pallone nell’area del Milan, in occasione del gol di Ninkovic. Ergo, l’approccio dei rossoneri non ha funzionato, nonostante Montella avesse avvisato i suoi (“col Genoa sarà più dura che contro la Juve”). L’entrata assurda di Paletta che porta all’espulsione dell’italo-argentino, quando il risultato è ancora sull’1-0 per i padroni di casa, è un campanello di allarme da non sottovalutare: questi giocatori hanno la mentalità giusta per restare nei piani alti della classifica? Ai posteri l’ardua sentenza, ma, Juventus, Roma e Napoli sono di gran lunga superiori al Milan del pur bravo “Aeroplanino”.

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