TRA IL “NERO”, IL CONTANTE E IL VORREI MA NON POS

ORA di puntadi Ennio Simeone – 

E’ ormai fuor di dubbio che la trovata – inserita da Renzi e Padoan nella legge di stabilità (sarebbe meglio definirla, come una volta, manovra economica) – di elevare da 1000 e 3000 euro la soglia per l’uso del contante negli acquisti e nelle varie transazioni abbia il solo scopo di strizzare l’occhio a quanti (e son tanti) usano tutti i mezzi possibili per operare in “nero” ed evadere o eludere il fisco.

Debole è stata purtroppo l’opposizione a questa ennesima meschina  manovrina elettorale. Sicché quasi a compensare tale debolezza, o – speriamo – a contrapporvisi, è stata partorita nel gruppo parlamentare del Pd una sorta di contromossa, che merita di essere apprezzata e sostenuta: la proposta di un emendamento alla suddetta legge di stabilità nel quale si prevede l’obbligo per gli esercenti di accettare pagamenti con Bancomat anche inferiori ai 30 euro, come accadde in tutti i paesi evoluti.

La prima reazione dei commercianti è stata negativa. E non poteva essere altrimenti perché, se non si riducono contestualmente e drasticamente i costi indecenti che le banche impongono per la gestione dei POS, per loro sarebbe insopportabile l’onere di una tale evoluzione nell’uso della cosiddetta moneta elettronica, tanto auspicato nei suoi comizi dallo stesso Renzi.

Ma il governo ha il potere e la volontà di imporre ai banchieri questi tagli? E questo parlamento di “signorsì” ha la forza e l’autonomia per costringere il governo a comportarsi coerentemente e correttamente?

Commenta per primo

Lascia un commento