7GIORNI IN SENATO/ Dall’Ilva alle unioni civili passando per le mozioni di sfiducia (sulle quali Renzi ha buon gioco)

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO – 

Lunedì 25 gennaio la Commissione Affari Costituzionali si è riunita in seduta plenaria e il comitato pareri per discutere del ddl 2195 (d-l 191/15 -cessione a terzi azienda ILVA -presupposti costituzionali e sede consultiva), relatrice Anna Finocchiaro. La discussione dei disegni di legge in materia di unioni civili (ddl 2081 e connessi) avrà luogo a partire da giovedì 28 gennaio. Sono stati presentati 6.104 emendamenti.

Martedì 26 l’Assemblea si è riunita alle ore 16,30 ed ha avviato l’esame del ddl n. 2195 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, recante disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo ILVA, già approvato dalla Camera dei deputati. I relatori,  Camilla Fabbri (PD) e Laniece (Aut), hanno riferito sul provvedimento che è volto ad accelerare le procedure per la cessione a terzi dei complessi aziendali dell’ILVA, attualmente in amministrazione straordinaria, attraverso una stabilizzazione finanziaria, industriale e gestionale. Il decreto prevede le risorse necessarie per la bonifica e il risanamento ambientale; per gli stipendi dei dipendenti, con particolare attenzione ai lavoratori con contratto di solidarietà dello stabilimento di Genova Cornigliano, per i creditori dell’indotto, attraverso il Fondo di garanzia per le Pmi fornitrici di ILVA. Qualora si rendessero disponibili le risorse sequestrate alla famiglia Riva, inoltre, viene stabilito che esse siano destinate a un apposito fondo del Ministero dell’Ambiente per le bonifiche. Nella discussione generale hanno preso la parola Amidei, Zuffada, Scilipoti Isgrò, Piccoli (FI-PdL); Maurizio Rossi (Misto); Alessandra Bencini, Maurizio Romani (Misto-IdV); Girotto, Paola Nugnes, Martelli (M5S); Laura Puppato, Mucchetti, Caleo (PD); D’Anna (AL); Liuzzi (CR); Arrigoni (LN); Barozzino (SEL).

Secondo le opposizioni il nono decreto per l’Ilva di Taranto testimonia il fallimento del governo e della gestione commissariale, che non ha elaborato un piano industriale. Diverse le soluzioni prospettate: secondo Forza Italia sarà difficile trovare un acquirente per una società che ha perso valore e ha dimezzato la capacità produttiva. Secondo il Movimento 5 Stelle la priorità dovrebbe essere il risanamento ambientale: lo slittamento del piano ambientale e la possibilità di modificare l’autorizzazione integrata ambientale sono inaccettabili. La Lega Nord ricorda le responsabilità degli enti territoriali e degli organi di controllo rispetto alla situazione dell’Ilva di Taranto. SEL e il sen. Rossi (Misto) esprimono solidarietà ai lavoratori di Genova che difendono il posto di lavoro e chiedono la presenza del governo all’incontro del prossimo 4 febbraio. Il Gruppo Conservatori e Riformisti pone l’accento sulla tutela delle imprese creditrici. Il Mucchetti (PD) sottolinea la necessità di associare al provvedimento un disegno di politica industriale, che coinvolga la Cassa Depositi e Prestiti. Respinta la proposta di non passare all’esame degli articoli, avanzata da Martelli (M5S), si  passa all’esame degli emendamenti, che vengono tutti respinti. Le dichiarazioni e il voto finale sono rinviate alla seduta del giorno successivo. La seduta termina alle ore 20:35. Al termine chiedo un parere ad Albert Lanièce, vicepresidente del gruppo Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE, e relatore del decreto ILVA. Eccolo: “Essendo uno dei relatori del decreto ILVA mi sono soffermato, nella mia relazione in Aula, soprattutto sui profili di interesse ambientale e sanitario: la Camera dei deputati ha inserito ulteriori norme che autorizzano i commissari straordinari a contrarre finanziamenti statali per 800 milioni di euro (600 milioni nel 2016 e 200 milioni nel 2017), per realizzare il piano delle misure e delle attività di natura ambientale e sanitaria. Il termine ultimo per l’attuazione del piano è fissato al 30 giugno 2017. Alla Camera sono stati, inoltre, modificati – rendendoli più estensivi – i criteri per l’accesso alle risorse del Fondo di garanzia per le imprese creditrici dell’ILVA. È stato previsto che per i lavoratori dello stabilimento di Genova Cornigliano che sono stati inseriti in contratti di solidarietà prima dell’entrata in vigore del Jobs Act continui ad applicarsi l’aumento del 10% ed è stato stabilito che, a seguito del trasferimento dei complessi aziendali, le somme eventualmente confiscate o comunque pervenute allo Stato all’esito di procedimenti penali siano versate per un massimo di 800 milioni di euro all’entrata del bilancio dello Stato a titolo di restituzione del prestito statale e, per la parte eccedente, sulla contabilità speciale dell’amministrazione straordinaria per finanziare interventi di risanamento e bonifica ambientale e, in via subordinata, la riqualificazione e riconversione produttiva dei siti contaminati, nei comuni di Taranto e Statte. Il provvedimento – prosegue Lanièce – prevede l’obbligo per l’aggiudicatario di presentare al Parlamento, per almeno cinque anni, una relazione semestrale sullo stato di riconversione industriale e sulle attività di tutela ambientale e sanitaria dello stabilimento Ilva di Taranto. Entro sei mesi dall’entrata in vigore di questo decreto i commissari dovranno inviare al Parlamento una relazione sull’attività posta in essere con riguardo al materiale presente nello stabilimento dell’Ilva di Taranto che possa contenere amianto o materiale radioattivo”.

Mercoledì 27 la seduta inizia alle 9,30 e in apertura, in occasione del Giorno della memoria, i senatori Silvana Amati (PD), Malan (FI-PdL), Morra (M5S), De Cristofaro (SEL) e Laura Bianconi (AP) sollecitano l’approvazione del ddl contro il negazionismo.  Compagna (GAL), D’Anna (AL) e D’Ambrosio Lettieri (CR) esprimono riserve e critiche sul modo in cui l’Italia ha ricevuto il presidente dell’Iran Rohani, noto per le sue posizioni antisemite. Romano (Aut) afferma che va richiamata l’Europa al rispetto di principi di solidarietà nei confronti dei rifugiati. Il Divina (LN) ricorda il ruolo fondamentale di Israele per la stabilità del Medio Oriente e del Mediterraneo. L’Assemblea poi approva definitivamente l’A.S. 2195 sulla cessione a terzi dell’azienda ILVA. Votano a favore 157 senatori, 95 contro e tre si  astengono.

A seguito di inversione dell’ordine del giorno, disposta dalla presidenza, l’Assemblea approva la richiesta di dichiarazione d’urgenza del documento XXII n. 5, a prima firma della senatrice Blundo (M5S), e dei ddl n. 2151, a prima firma della senatrice Pezzopane (PD), e n. 2152, a prima firma del senatore Maurizio Romani (Misto-IdV), per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 2009. Dopo l’illustrazione delle proposte, la senatrice Pelino (FI-PdL) e il senatore Arrigoni (LN)  annunciano voto favorevole.

Alle ore 15 l’Assemblea  avvia la discussione delle mozioni di sfiducia n. 501, a prima firma dei senatori Centinaio (LN) e Paolo Romani (FI-PdL), e n. 510, a prima firma del senatore Martelli (M5S) in relazione al fallimento delle 4 banche (Marche, Etruria, Chiedi e Ferrara). Le mozioni di sfiducia, illustrate dai senatori Centinaio (LN) e Martelli (M5S), sostengono l’esistenza di un  conflitto di interessi che mina l’autorevolezza e il ruolo dell’Esecutivo rispetto alle vicende del sistema bancario. L’accento cade in particolare su Banca Etruria, che ha concesso fidi a membri del governo ed è attualmente coinvolta in tre filoni d’inchiesta per insider trading, ostacolo di vigilanza, truffa ai danni della clientela. Le mozioni ricordano il legame di parentela tra il ministro delle Riforme istituzionali e il vice presidente di Banca Etruria e i legami personali e d’affari tra la famiglia del presidente del Consiglio e l’ex presidente di Banca Etruria. Nella discussione intervengono i senatori D’Alì, Scilipoti Isgrò (FI-PdL); Rosetta Blundo (M5S); Di Maggio (CR); Tosato (LN); Mario Mauro (GAL); Campanella (Misto-L’Altra Europa con Tsipras). Annunciano voto contrario alle mozioni di sfiducia Luigi Marino (AP), Davico (GAL), Alessandra Bencini (Misto-IdV) e D’Anna (AL). I Gruppi di maggioranza giudicano inconsistenti le mozioni di sfiducia, in quanto fondate su congetture. I Gruppi di opposizione  evidenziano che i crediti in sofferenza nascono non solo dalla crisi economica ma anche da storture e cattiva gestione. In replica il presidente del Consiglio Renzi  rileva che le opposizioni hanno scelto come argomento di sfiducia la questione bancaria, anziché i provvedimenti più qualificanti del governo (bonus degli 80 euro, Jobs Act, legge elettorale, Buona scuola, politica fiscale, nomine degli enti pubblici). Rivendica con orgoglio il decreto di riforma delle banche popolari e le norme inserite nella legge di stabilità, che hanno salvato un milione di correntisti e settemila dipendenti. Nega il conflitto d’interessi, ricordando che il governo ha commissariato Banca Etruria mentre Banca d’Italia ha censurato il familiare del ministro richiamato nelle mozioni. In conclusione si dice convinto che il suo governo lascerà l’Italia meglio di come l’ha trovata. Nelle dichiarazioni finali  annunciano voto favorevole alle mozioni di sfiducia i senatori Anna Cinzia Bonfrisco (CR), Candiani (LN), Tremonti (GAL), Cervellini (Misto-SEL), Giarrusso (M5S) e Gasparri (FI-PdL). Annunciano voto contrario alle mozioni di sfiducia i senatori Raffaela Bellot (Misto-Fare), Manuela Repetti (AL), Zeller (Aut), Schifani (AP) e Zanda (PD).

Con 178 voti contrari, 101 a favore ed un astenuto l’Assemblea respinge la mozione di sfiducia n. 501  a prima firma Centinaio (LN) e Paolo Romani (FI-PdL). Con 174 voti contrari, 84 a favore ed un astenuto l’Assemblea respinge la mozione di sfiducia n. 510 a prima firma Giarrusso (M5S). Durante le votazioni si è sfiorata la rissa tra il leghista Consiglio e Verdini, che vota con il governo. E al voto della Bencini (ex M5S) scoppia la lite con la grillina Taverna.

Appena terminata la votazione  fermo all’uscita dell’Aula il  Claudio Moscardelli (Pd)al quale chiedo un commento su questo voto. Ecco la sua risposta: “Sono state bocciate le mozioni di sfiducia delle opposizioni che sono apparse fiacche e poco efficaci. Vuote e inconsistenti le argomentazioni di Forza Italia, della Lega e dei 5 Stelle. Il tentativo di dare una spallata al governo si è risolto in un clamoroso flop. Renzi è apparso al contrario combattivo e determinato. Ha smontato le accuse e ha rilanciato sulle grandi sfide lasciando i 5 stelle alle prese con una condotta sterile, vuota e priva di argomenti. Molto attento e puntuale l’intervento del Senatore Andrea Marcucci a nome del Pd. Il capogruppo Luigi Zanda in sede di dichiarazione di voto ha ridicolizzato le opposizioni mettendone a nudo l’inconsistenza. Dunque un passaggio parlamentare inutile che ha dato conferma della mancanza di idee e di strategia dei 5 stelle, e del loro velleitarismo sterile. Hanno fatto un favore a Renzi, che ha ulteriormente spaccato il centrodestra con Forza Italia completamente allo sbando. Domani e la settimana prossima avremo una fase delicata con le opposizioni in cerca di rivincita”. La seduta termina alle ore 20:31.

Giovedì 28 l’Assemblea alle ore 9,32  riprende l’esame del ddl n. 2081, recante regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze, e connessi. Il Capo I (articoli da 1 a 10) introduce l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso quale specifica formazione sociale; disciplina le modalità per la costituzione delle unioni civili e ne delinea le cause di impedimento; definisce diritti e doveri derivanti dall’unione; estende alle parti le disposizioni in materia di diritti successori dei coniugi; permette alla parte dell’unione civile di ricorrere all’adozione non legittimante nei confronti del figlio naturale dell’altra parte; disciplina lo scioglimento dell’unione. Il Capo II (articoli da 11 a 23) definisce la convivenza di fatto; stabilisce doveri di reciproca assistenza, diritti di permanenza nella casa comune di residenza, l’obbligo di mantenimento in caso di cessazione; parifica i diritti del convivente superstite a quelli del coniuge superstite; enuncia le cause di nullità del contratto di convivenza. Presentano pregiudiziali di costituzionalità i senatori Sacconi (AP); Giovanardi, Quagliarello, Compagna, Giovanni Mauro (GAL); Malan (FI-PdL); Bruni (CR); Erika Stefani (LN). Illustrano questioni sospensive i senatori Giovanardi (GAL), Marinello (AP) e Centinaio (LN). Secondo i Gruppi Area Popolare, Grandi Autonomie e Libertà, Forza Italia, Conservatori e Riformisti e Lega Nord, la perfetta coincidenza tra matrimonio e unioni civili, sancita dal ddl n. 2081, è in contrasto con l’articolo 29 della Costituzione che considera la famiglia una società naturale fondata sul matrimonio, con finalità procreative.

La seduta pomeridiana inizia alle ore 16. La seduta è dedicata allo svolgimento di interrogazioni. Il sottosegretario ai trasporti e alle infrastrutture Del Basso De Caro risponde all’interrogazione 3-02026 della senatrice Albano (PD) sulla soppressione di tratte ferroviarie in Liguria per questioni di sicurezza. L’interrogante, in replica,  auspica un aumento del personale. La sottosegretaria per i Beni culturali e il Turismo Borletti Dell’Acqua risponde all’interrogazione 3-01937, a prima firma Scalia (PD), sul malfunzionamento dell’impianto di climatizzazione della Galleria Borghese di Roma. L’interrogante si  dichiara soddisfatto. La seduta termina alle ore 16:23.

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