“Secondo tutti gli elementi raccolti finora, l’autore dell’attentato di Gerusalemme è un sostenitore dello Stato Islamico“: lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu al termine di un sopralluogo nel parco dove un uomo alla guida di un camion ha investito un gruppo di giovanissimi soldati e soldatesse, che stavano scendendo da un autobus, uccidendone quattro e ferendone una decina, rimanendo a sua volta ucciso. Dopo averli investiti, l’uomo ha ingranato la marcia indietro ed è ripassato su di loro. A quel punto i soldati rimasti illesi hanno fatto fuoco uccidendolo, secondo il racconto dell’autista del mezzo dal quale erano scesi i soldati.“Sappiamo che c’è un filo comune di attentati e certamente può esserci un legame con la Francia e Berlino e adesso Gerusalemme – ha aggiunto Netanyahu – Noi combattiamo contro questo male e avremo il sopravvento”.
L’analisi di Netanyahu diverge da quella atta subiti dopo l’attentato dal portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Emmanuel Nahshon, il quale aveva scritto su twitter: “Quando il mondo capirà che il problema è l’odio palestinese?”
D’altronde Hamas aveva espresso il suo plauso per il sanguinoso attacco. Il portavoce del movimento islamico Hazzem Qassem, ripreso dai media israeliani, ha scritto sulla sua pagine Facebook che “le continue operazioni in Cisgiordania e a Gerusalemme est provano che l’Intifada di Gerusalemme non è un evento isolato, ma piuttosto una decisione del popolo palestinese di ribellarsi finché non otterrà la sua libertà e liberazione dall’occupazione israeliana”.
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