Terremoto in Messico nel 23° anniversario di quello più devastante della storia: 248 vittime

Un altro fortissimo terremoto di magnitudo 7.1 ha scosso il Messico. Crolli, panico tra le persone ed esplosioni in diverse città. Secondo il coordinatore nazionale della Protezione civile messicana, Luis Felipe Puente, le vittime accertate del sisma sono 248, di cui circa la metà nella capitale: 72 nello Stato di Morelos, 117 a Città del Messico, 43 nello Stato di Puebla, 12 nello stato del Messico, 3 in quello di Guerrero e uno in quello di Oaxaca. Il bilancio della mega-scossa nel corso della notte non ha mai smesso di aggravarsi. Di ora in ora, gli aggiornamenti sono state costanti. La capitale, e l’intero Paese, sono sotto shock. Non c’è stato niente da fare per i bambini e una maestra rimasti intrappolati dentro una scuola: 20 i bimbi e due gli adulti morti nel crollo della scuola a Città del Messico. Il presidente messicano Enrique Pena Nieto, che nella notte ha visitato il collegio ‘Enrique Rebasamen’ della capitale, ha detto: “Sfortunatamente sono morti dei bambini. Sono stati trovati 22 corpi”, due dei quali di adulti, e ha ricordato d’altra parte che ci sono 30 bambini e otto adulti “dispersi”.

Sui tanti fronti dell’emergenza, l’aspetto centrale è quello di salvare chi è rimasto sotto i detriti dei tanti crolli in città: una quarantina, ha precisato il presidente Enrique Pena Nieto, tra i quali quello nella scuola ‘Enrique Rebasamen’.

A sottolineare la lotta contro il tempo per scavare tra i detriti alla ricerca dei sopravvissuti è stato tra gli altri il sindaco Miguel Angel Mancera, che ha disposto lo ‘stato d’emergenza’ in tutta la città. Oltre agli uomini delle forze di sicurezza – tra i quali 3 mila miliari – tantissimi volontari hanno preso parte alle operazioni di soccorso fin da subito dopo la mega-scossa di ieri alle 13,14 (ora locale).

Il rientro a casa di migliaia e migliaia di persone si è svolto in mezzo a numerose difficoltà e un clima caotico, tra l’altro per le fughe di gas e strade chiuse, molte delle quali senza semafori a causa dei black out, soprattutto nell’area del centro e del sud della capitale: in totale, circa 3,8 milioni di persone sono rimaste senza elettricità, 2 milioni a Città del Messico. “Ero in un bar prendendo un caffè nella zona di Prados de Coyoacan, è arrivata la scossa e sono stato letteralmente scaraventato fuori. In genere sono io a mantenere i nervi saldi, ma questa volta ho avuto tanta paura, sono stato confortato da chi mi stava vicino per strada”, racconta all’ANSA Marcos Martinez.

I commenti di tutti in città sono soprattutto due e mettono in luce i tratti fondamentali della scossa: ieri la terra ha tremato in modo ancora più violento sia del devastante sisma del 19 settembre 1985 (esattamente 32 anni fa: 10 mila morti) sia di quello dello scorso 7 settembre, che ha avuto un’intensità maggiore (8,2) e nel quale hanno perso la vita 100 persone.

ULTIM’ORA: BIMBA VIVA SOTO LE MACERIE DELLA SCUOLA.  I servizi di emergenza messicani hanno localizzato una bambina viva, intrappolata tra le macerie della scuola Enrique Rebsamen crollata per il terremoto. “Crediamo ci sano ancora 3 o 4 persone nel palazzo, due sono bambini. Una di loro è una bambina che ha risposto ai richiami dei soccorritori grattando contro una parete”, ha raccontato all’ANSA Roberto Arte, volontario della Croce Rossa. I soccorsi “sono arrivati molto vicini a dove si trova” e stanno cerando di salvarla a quasi 24 ore da sisma.

 

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