TEMPI SUPPLEMENTARI/ Si sblocca CR7 e la Juve resta a punteggio pieno. Caos Roma, stecca giallorossa col Chievo: Di Francesco in discussione. “Monday Night”, la Spal batte l’Atalanta ed è 2°

di FABIO CAMILLACCI/ E’ cominciato da appena un mese, ma questo “spezzatino” è già indigesto. Diventa difficile commentare una giornata di Serie A che quando va bene comincia il sabato e finisce di lunedi. Col tempo ci abitueremo anche a questo, all’ennesimo obrobrio del calcio moderno ostaggio delle tv a pagamento. Chi non ha Sky o il fallace DAZN (fallace per colpa dell’azienda e delle vetuste infrastrutture italiane), deve aspettare le 19 della domenica per vedere i gol in chiaro. Rai strangolata dalla giungla delle pay-tv, alla faccia di chi paga il canone. E’ stata la domenica del ritorno di 90° Minuto: trasmissione cominciata alle 18 e andata avanti stancamente per un’ora, tra chiacchiere stucchevoli e ovvietà noiose. Non a caso come opinionista in studio, la Tv di Stato ha scelto mister Gianni De Biasi, detto “camomilla”. Un’ora di interviste post-partita senza averci fatto vedere le immagini. Le uniche reti che ci hanno mostrato sono state quelle del campionato di B a 19 squadre con servizi conditi da una retorica che ci ha riportato ai tempi del grande Paolo Valenti. Pure nel torneo cadetto, confusione ricorsi e mancati ripescaggi a parte, tiene banco lo stantìo “spezzatino”.

“S’è svejatooo!”. Citando “Il Marchese del Grillo” di Monicelli e Alberto Sordi, sarebbe questo il titolo giusto per rimarcare il primo gol di Cristiano Ronaldo nel nostro campionato. In realtà, CR7 si è sbloccato dopo aver fatto ben 28 tiri in porta nelle prime 3 partite. Quindi, il Ronaldo che non segnava, non era certo un giocatore vecchio o in crisi come qualcuno ha esageratamente detto o scritto. Purtroppo, nell’era social tutti si sentono autorizzati a pontificare, criticare, dare giudizi da Corte di Cassazione. Gente che non sa di calcio, gente che non sa che Cristiano anche nella Liga spagnola col Real Madrid partiva piano, finendo addirittura contestato al Bernabeu dall’esigente tifoseria madridista. E su CR7 c’è pure il rovescio della medaglia: chi lo esalta a prescindere, chi gli ha assegnato l’assist per il passaggio involontario a Mandzukic contro la Lazio, chi fa un titolo al giorno su Ronaldo pure se la notizia non esiste. Alcuni giornali e alcuni siti internet stanno sfiorando il ridicolo: tra poco ci diranno anche quante volte Cristiano Ronaldo va in bagno, giorno per giorno. La società degli eccessi genera mostri. Al di là di tutto, la doppietta di CR7 consente alla Juve di battere 2-1 il bel Sassuolo di De Zerbi all’Allianz Stadium restando capolista a punteggio pieno: 12 punti in 4 gare. Sempre +3 sul Napoli, unica grande capace di tenere il passo della Vecchia Signora. Al momento, è la squadra di Ancelotti la potenziale “anti-Juve”. Stendiamo un velo pietoso sul doppio gestaccio di Douglas Costa: gomitata, testata e sputo al giocatore degli emiliani Di Francesco, figlio di quell’allenatore che sta vivendo un altro momentaccio con la sua Roma dopo il 2-2 casalingo contro il Chievo. Per Douglas Costa intanto ci attendiamo una punizione esemplare da parte della società bianconera e del giudice sportivo.

La Roma di Di Francesco, Monchi e Pallotta diventa un caso. Recentemente Luciano Moggi ha detto: “La Roma continua a vendere certezze per comprare promesse”. Come dare torto all’ex ds bianconero? Sarà pure stato il grande protagonista dello scandalo di Calciopoli 12 anni fa, ma Moggi rimane uno dei più grandi conoscitori e intenditori di calcio. Pochi sono competenti come lui in Italia. Quello che manca alla società giallorossa, un manico competente. Fin qui lo spagnolo Monchi nella veste di direttore sportivo ha deluso: a livello di lavoro sul campo e di mercato. Se indebolisci la squadra vendendo 3 pezzi da novanta come Alisson, Nainggolan e Strootman, non puoi sognare in grande. Plusvalenze di bilancio e trading contano più dei risultati. E ogni anno c’è una rivoluzione, si riparte sempre da zero. Non a caso la Roma sotto la gestione americana non ha vinto nulla: si è accontentata di entrare in Champions League per incassare soldi. Quella vista prima della sosta a Milano e quella vista oggi all’Olimpico contro il Chievo è parsa una squadra sconclusionata e sulle gambe. Il manico attuale in panchina poi non aiuta, Eusebio Di Francesco è inadeguato: non ha la stoffa del grande allenatore, non ha il carisma giusto per allenare una squadra ambiziosa come la Roma. O meglio, il pubblico romanista è ambizioso, questa società e questa squadra no. Una squadra che ha incassato 7 reti nelle ultime 3 gare, una squadra che in casa non sa vincere, come accadeva nella stagione scorsa, una squadra che non ha mai avuto un gioco. Tutto sbagliato, dal calciomercato estivo all’impostazione tecnico-tattica. Sia chiaro, non ci sono capri espiatori, la colpa è di tutti nel seguente ordine: società, allenatore e giocatori. Ma crediamo che oggi più che mai in casa Roma sia necessaria una svolta, l’extrema ratio: cacciare Di Francesco per prendere Antonio Conte attualmente fermo seppur stipendiato dal Chelsea che lo ha sostituito con Sarri. A Trigoria serve un tecnico dittatore, un tecnico che alza la voce, un tecnico con gli attributi per gestire il caos.

Sorride la sponda biancoceleste del Tevere, pareggia il Milan. La Spal è seconda. Lazio: per espugnare Empoli basta una rete di Parolo. All’attivo dei biancocelesti anche due pali. Non va oltre l’1-1 a Cagliari il Milan di Gattuso: rossoneri in svantaggio, rimedia Higuain. “El Pipita” dunque si sblocca proprio nella stessa giornata in cui si sblocca Cristiano Ronaldo. Strana coincidenza per bomber juventini di ieri e di oggi. Per il resto: nell’anticipo serale del sabato, straordinaria cinquina della Sampdoria in casa del Frosinone che in questo campionato, alla pari del Bologna (battuto 1-0 dal Genoa a Marassi), non ha ancora segnato. Un pareggio e polemiche arbitrali alla Dacia Arena tra Udinese e Torino. Finisce 1-1 ma i granata di Mazzarri recriminano per le scelte di arbitro e Var. A proposito di Var, facciamo presente che dall’inizio di questa stagione, l’utilizzo della moviola in campo è cambiata rispetto all’anno scorso e ai Mondiali: l’arbitro addetto alla tecnologia, avverte il direttore di gara solo in caso di “grave ed evidente errore”. Forse, per evitare di spezzettare troppo le partite. Intanto, in classifica cannonieri  spiccano due attaccanti delle squadre di Genova visto che al comando con 4 reti ci sono il sampdoriano Defrel (rinato in blucerchiato dopo l’annus horribilis con la Roma) e il genoano Piatek (polacco che si pronuncia Piontek). Il “Monday Night” incorona la sorprendente Spal che a Ferrara nel nuovo stadio stende per 2-0 un’irriconoscibile Atalanta. Decide una doppietta dell’ex atalantino Petagna. Tre vittorie in quattro gare per la Spal che si gode il secondo posto in classifica a quota 9 punti, a braccetto col Napoli. Cose mai viste.

L’analisi degli anticipi

Quarta di A, gli anticipi: clamoroso al Meazza, il neopromosso Parma batte l’Inter. Spalletti in crisi. Sorride il Napoli che piega la Viola

di FABIO CAMILLACCI/ Big e presunte “anti-Juve” a corrente alternata negli anticipi della 4° giornata di A. Il Napoli ritrova la vittoria al San Paolo, 1-0 contro la brillante Fiorentina di Pioli, mentre l’Inter cade in casa per 0-1 contro il neopromosso Parma. In attesa delle altre partite dunque, in classifica, gli azzurri di Ancelotti, grazie a un sigillo di Insigne in versione “Lorenzo il Magnifico”, agganciano momentaneamente la Juventus capolista a 9 punti: i bianconeri domenica ospitano il Sassuolo, una delle squadre del momento a quota 7 dopo i primi 3 turni. L’Inter invece riprende a perdere terreno dopo il largo ma sofferto successo alla terza giornata in casa del Bologna. Partiamo proprio dalla notizia del giorno: la clamorosa caduta dell’Inter.

Parma corsaro al Meazza. Dopo un pareggio e due sconfitte, i ducali festeggiano il ritorno in Serie A espugnando il San Siro nerazzurro. Un successo, quello degli emiliani, che apre una mini-crisi nella squadra di Spalletti. Quattro punti in quattro partite: la partenza interista è più che lenta. La solita stampa del nord partigiana evidentemente è stata frettolosa ad agosto alla chiusura del calciomercato nell’eleggere l’Inter al ruolo di “anti-Juventus”. Lo stadio di Milano è pieno, ma non è un fortino: 1 pari e una sconfitta per l’Inter tra le mura amiche in questo inizio di stagione. Dopo il 2-2 col Torino, ecco la sconfitta col neopromosso Parma. Emilia amara per questa “Beneamata”, come la chiamava il grande Gianni Brera: brutte mazzate contro Sassuolo e Parma che peraltro passa a Milano grazie a un gol dell’ex, un missile mancino di Dimarco (foto Ansa-Gazzetta.it: l’esultanza di Dimarco). Per la serie, quando il settore giovanile fa felici gli altri. L’Inter cade ancora e in classifica viene raggiunta dallo stesso Parma partito per salvarsi, nonostante il buon organico. Analizzando la partita ai raggi X va detto che: l’Inter tiene più palla, tira di più in porta, occupa la metà campo avversaria. Ma lo fa senza convinzione e con ritmi che si alzano solo per un breve tratto della ripresa quando Perisic sembra voler spingere sull’acceleratore. E non è nemmeno questione di turnover in chiave  Inter-Tottenham di martedi prossimo per la prima giornata del girone di Champios League, perché i presunti titolari quando entrano nella ripresa non cambiano lo spartito del match. Icardi non colpisce su un paio di palle buone, mentre la forma di Brozovic è ancora tutta da trovare e l’assenza di un’alternativa preoccupa. Al termine, Spalletti si accolla tutte le colpe, elogia la rosa, ma come sempre accampa scuse: “Ci hanno negato un rigore solare”.

Napoli-Fiorentina 1-0. Primi 45 minuti equilibrati tra gigliati e partenopei, poche emozioni. Insigne per il Napoli e Chiesa per la Fiorentina i più pericolosi. Stesso copione nella ripresa, un copione interrotto però da un gol di Insigne al 79′: tiro ad incrociare che passa tra le gambe di Pezzella e non lascia scampo al portiere Drągowski (nella foto Afp a sinistra: Insigne esulta facendo il consueto segno del cuore). Una rete che regala ad Ancelotti il terzo successo in campionato. Tre punti che sono una boccata d’ossigeno per don Carlo e per il Napoli dopo la brutta sconfitta contro la Sampdoria arrivata prima della sosta. Per la Viola, che mercoledì alle 19 recupererà la partita con la Sampdoria a Marassi valida per il primo turno e rinviata per la tragedia del ponte Morandi, si tratta del primo k.o. stagionale dopo i due successi con Chievo e Udinese. Ma a fuorigrotta la compagine di Pioli non ha demeritato: una gara incanalata verso lo 0-0 spaccata dall’acuto di Insigne. Nel calcio, gli episodi sono spesso determinanti. Oggi, hanno punito l’Inter e premiato il Napoli che complessivamente ha comunque meritato in virtù delle tante occasioni dal gol create. Curiosità: è la prima volta in questo torneo che gli azzurri non subiscono reti. Un dato che non può che far piacere ad Ancelotti.

 

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