TEMPI SUPPLEMENTARI/ Serie A: tango argentino per lo scudetto, Higuain e Dybala alfieri di Napoli e Juventus

dybala-higuaindi Fabio Camillacci/

Dybala risponde a Higuain. La Juventus replica al Napoli e il campionato alla seconda giornata di ritorno si spacca in più tronconi. La marmellata del girone d’andata si sta sfaldando lentamente. I valori salgono in cattedra e la realtà è diversa da quella vissuta fino a prima di Natale. Le “magnifiche 5” sono prima diventate “magnifiche 4″, poi magnifiche 3”, ora possiamo dire che lo scudetto se lo contenderanno fino all’ultimo Napoli e Juventus: corsa a 2 tra “Ciuccio” e “Zebra”. Napoli e Juventus, due squadre guidate da due grandissimi attaccanti: “El Pipita” azzuro e “La Joya” della Juventus. Higuain capocannoniere con 21 reti in 21 gare di campionato; Dybala a inseguire con 12 come il sampdoriano Eder. Entrambi straordinari (foto).

Napoli sempre capolista. Prima del gol di Dybala, all’ombra del Vesuvio si pregustava la “mini-fuga”, ma, il poker calato nel Marassi blucerchiato conferma comunque Higuain e compagni in vetta alla classifica con 2 lunghezze di vantaggio sulla Juve. Contro la Samp non solo “Pipita”, segnano pure: Hamsik, Insigne e Mertens. Un’orchestra perfetta quella partenopea, al punto che la società sembra seriamente intenzionata a non intervenire sul mercato per non rischiare di rompere un giocattolo bellissimo. A Genova 5° successo di fila. E così diventano 21 i punti fatti in trasferta, 26 quelli ottenuti tra le mura amiche; 45 gol fatti, miglior attacco del torneo. Fino a oggi la squadra più continua del campionato che merita il primato. Altro dato importante: la lite Sarri-Mancini non ha lasciato scorie negative in casa azzurra.

La marcia della Vecchia Signora. “La Joya”, soprannome argentino che significa “il gioiello”. Ed è con un gioiello dei suoi che Paulo Dybala stende la Roma nel posticipo. Un colpo da biliardo, un lampo nel buio di una partita bloccata. Giallorossi evanescenti e ancora convalescenti dopo le macerie lasciate a Trigoria da Garcia. La compagine di Spalletti migliora in fase difensiva, subisce poco, pochissimo. Ma davanti è inesistente. Dzeko resta il fantasma di se stesso, come Salah: l’egiziano non si è più ripreso dopo l’infortunio alla caviglia patito nel derby con la Lazio per l’entrata assassina di Lulic. La Juventus fa fatica, non trova varchi, ci pensa Dybala quando la gara sembra incanalata ormai verso lo 0-0. Marcia impressionante quella bianconera: 11° vittoria consecutiva in A, 13 se aggiungiamo le due di Coppa Italia contro Torino e Lazio. Allegri sempre più condottiero, come il generale Patton.

Fiorentina, Inter e Roma si giocheranno il terzo posto. La Viola ritrova la vittoria battendo 2-0 il Torino ma restiamo dell’idea che, alla luce del valore della rosa, al massimo può lottare per il gradino più basso del podio. In casa Inter invece i nodi stanno venendo al pettine. Il pareggio subito in rimonta al Meazza contro un Carpi ridotto in 10 uomini e penalizzato dall’arbitro, conferma che i nerazzurri non sono da scudetto. Lo dice anche il recente ruolino di marcia. Insomma, il 2016, vittoria di Coppa Italia col Napoli a parte, è cominciato nel peggiore dei modi per l’Inter. D’altronde, alla lunga: senza gioco, con pochi gol all’attivo (appena 26) e affidandosi soltanto ai miracoli di Handanovic e alla fortuna, non si va molto lontano. Peraltro, Roberto Mancini ha perso la tranquillità di inizio stagione. Martedi il litigio con Sarri, oggi le parole non proprio carine rivolte a Icardi per essersi pappato un gol clamoroso: “Quel gol lo avrei segnato anche io a 50 anni”. E’ chiaro da tempo che l’attaccante argentino, lasciato spesso in panchina, non è proprio al centro del progetto Mancini. La Roma di oggi invece, oltre a puntare al terzo posto (lontano 6 punti), dovrà anche guardarsi alle spalle per conservare almeno la zona Europa League dagli assalti di Milan e Sassuolo.

Con rossoneri e neroverdi ci rituffiamo di nuovo nella marmellata. Già, da Milan e Sassuolo in giù è ancora marmellata. Dai 33 punti del “Diavolo” ai 26 di Torino, Atalanta e Bologna sono racchiuse ben 8 squadre; 8 squadre che teoricamente, a questo punto del campionato, non hanno più obiettivi da raggiungere. Dando per scontata la salvezza di granata, bergamaschi e felsinei. In questa fascia troviamo anche nobili decadute come la Lazio, il sorprendente Empoli e il Chievo.

La zona salvezza. La realtà odierna ci dice che la lotta per non retrocedere al momento, sempre teoricamente, cioè senza fare i conti con le sorprese che solo il calcio sa regalare, coinvolge soprattutto Palermo (in lieve ripresa dopo la bufera Zamparini-Ballardini dei giorni scorsi), Udinese (friulani in caduta libera), Genoa (stabile), Sampdoria (in discesa), Carpi (mai domo), Frosinone (i ciociari non hanno continuità di risultati) e Verona (l’Hellas ha praticamente entrambi i piedi in Serie B). Archiviato il 21° turno di A, divertiamoci ancora con la Coppa Italia: in settimana sono in programma le semifinali di andata. Alessandria-Milan e Juventus-Inter. Dybala pensa a nuove magie, Higuain riposerà. Un impegno in meno può diventare un vantaggio per il Napoli nel cammino verso il sogno tricolore.

 

 

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