TEATRO A ROMA/ Paiato e Scommegna in “Due donne che ballano”

 

Due donne che ballanodi FEDERICO BETTA –

Due donne che ballano è un bellissimo lavoro d’attrice. Di due attrici. Maria Paiato e Arianna Scommegna, due tra le migliori interpreti del teatro italiano dirette da Veronica Cruciani (spettacolo al Teatro India di Roma, prodotto dal Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano) costruiscono in un salotto spoglio una relazione tra donne al tempo ruvida e delicata.

Una signora anziana, che vive sola in un appartamento cadente, si trova a dover condividere del tempo con una donna più giovane, che entra in quella casa per fare i lavori domestici. Dal primo momento i rapporti sono tesi: la padrona è astiosa, pungente e vuole insinuarsi nella vita della giovane con la curiosità meschina di una solitaria egoista; l’altra, chiusa in se stessa, nasconde un passato dolorosissimo, cui non lascia scampo per potersi sciogliere.

Il testo, tradotto da Pino Tierno, è di Josep Maria Benet i Jornet, uno dei padri del teatro catalano, e gioca sulla ripetizione con un meccanismo a molla che sembra riportare sempre tutto all’inizio. Lo sviluppo della trama non è originale, ma i ritmi e le battute irriverenti hanno la grazia di virare i toni tragici in commedia, e i due personaggi sono costruiti con precisione tale da far apparire la loro violenza come unica arma di difesa. A lungo andare però la drammaturgia non trova la fluidità necessaria costruendo una macchina debole che procede solo grazie alle due bravissime protagoniste.

La regia di Veronica Cruciani, rigorosa e quasi ‘in disparte’, sopperisce alle lungaggini del testo lasciando spazio alle attrici, dando loro la possibilità di rendere pulsante la difficoltà di due esistenze affaticate. E accade così che, incastrate in una qualunque periferia del mondo, in un appartamento intagliato da sipari hopperiani (il disegno luci è di Gianni Staropoli), le due donne che ballano coinvolgono il pubblico in una sfida universale, per guardare in faccia i propri desideri e finalmente abbandonare un passato che non ci lascia liberi.

Commenta per primo

Lascia un commento