TACKLE/ Totti ufficializza la rottura con Spalletti e Spalletti lo manda a casa. Poi arriva il 5 a 0 sul Palermo

spallettidi FABIO CAMILLACCI/

Totti rompe ufficialmente con Spalletti. E Spalletti manda a casa Totti: “Via dal ritiro di Trigoria! E non scenderai in campo stasera contro il Palermo”. E Totti ha dovuto assistere dalla tribuna alla vittoria per 5 a 0 della sua squadra sul Palermo (reti di Dzeko al 30′, Keita al 55′, Salah al 60′ e 62′, Dzeko all’89’). 

 La Fiorentina vince a Bergamo e difende con i denti il terzo posto; il Sassuolo strappa all’Empoli 3 punti con vista sull’Europa; il Genoa batte l’Udinese e fa un balzo-salvezza in classifica, mentre il Torino non va oltre lo 0-0 casalingo con il Carpi (complice Maxi Lopez che si fa parare un rigore). Stesso risultato di Frosinone-Lazio. Per la squadra di mister Stellone un buon punto, che gli consente di arrivare a -2 dalla zona salvezza, a quota 25, dove annaspa la Sampdoria. Stasera c’è il posticipo di Napoli-Milan e vedremo che cosa cambierà al vertice della classifica.

Francesco Totti e Luciano Spalletti, ovvero: la leggenda giallorossa che viaggia verso i 40 anni dopo aver infranto ogni record in maglia romanista e l’attuale condottiero di Trigoria. Parliamo di rottura ufficiale e resa pubblica, perchè per chi come noi segue il calcio quotidianamente e con attenzione, e soprattutto ha memoria storica, non è una sorpresa. I rapporti tra Spalletti e Totti sono pessimi dal 2009, anno in cui il tecnico di Certaldo si dimise dopo un Roma-Juventus 1-3. Era la seconda giornata di campionato: due partite, due sconfitte. E al termine della sfida con i bianconeri andò in scena un autentico sfogo spallettiano contro il Capitano della Roma. Totti sull’1-1 infatti fallì una clamorosa occasione da rete, solo davanti a Buffon provò a superarlo col suo marchio di fabbrica: il “cucchiaio”.  Spalletti criticò la continua ricerca della giocata da titolo di giornale: “E il tacco e la punta…”. Un chiaro riferimento al numero 10 giallorosso il quale, secondo i rumors dell’epoca, da tempo remava contro fomentando lo spogliatoio contro l’allenatore. Ecco perchè non ci stupisce che Spalletti abbia fatto disputare a Totti solo 6 minuti nella sfida Champions contro il Real Madrid. Quei tanto discussi “6 minuti” di cui scrive lo storico del calcio Raffaele Ciccarelli nello spazio dedicato ai commenti di Altroquotidiano. Scelta spallettiana che comunque stigmatizziamo perchè umiliante nei confronti di chi ha fatto la storia della Roma. Aggravata, alcune ore dopo, dalla decisione di “sconvocarlo”, escluderlo dalla rosa di Roma-Palermo, e spedirlo a casa.

“6 minuti”, la goccia che fa traboccare un vaso già colmo da tempo. Dunque, lo sfogo di Francesco Totti era nell’aria dopo i soli “6 minuti” di gioco disputati in Roma-Real Madrid. E oggi, puntualmente, ai microfoni del Tg1 il fuoriclasse romanista è esploso: “Chiedo più rispetto per quello che ho dato, rispetto per l’uomo. Non riesco a stare nella Roma così, vorrei che mi dicessero le cose in faccia, sto male. Vorrei chiarezza, sia da Spalletti, perché invece che leggere certi frasi avrei preferito che le dicesse a me, sia da Pallotta, quando verrà e parleremo del contratto. Perché io mi sento ancora un calciatore”. In scadenza di contratto, dopo l’arrivo di Spalletti (due spezzoni: mezz’ora col Frosinone, e 3′ più recupero mercoledì col Real) ha messo alle spalle il lungo infortunio che lo ha costretto ai box da settembre, ma non si sente protagonista in questa Roma. E Totti non fa nulla per nasconderlo: “Chiedo più rispetto per quello che ho dato. E chiarezza sul mio futuro. Non riesco a stare nella Roma così, vorrei giocare perché mi sento ancora un calciatore”.

Il futuro: Totti-Roma, clamoroso divorzio in vista? Totti aspetterà l’arrivo del presidente Pallotta, i primi di marzo, e con lui discuterà l’eventuale rinnovo: quest’anno, anche per colpa di tanti problemi fisici, ha giocato soltanto 5 partite in campionato, con un gol, e 3 minuti più recupero in Champions contro il Real. Con Spalletti, con cui in passato ha vinto la Scarpa d’oro (2007) e due coppe Italia e una Supercoppa i rapporti a oggi sono appena cordiali, per educazione, si limitano a “buongiorno e buonasera”, anche se, dice Totti, “Spalletti è un grande allenatore, può fare bene, ha le carte in regola, come tecnico lo stimo e come persona anche. Dico alla Roma di tenerlo in considerazione anche per il futuro”. Troppo poco, forse, per pensare che la presenza del tecnico, che pure domenica sera contro il Palermo dovrebbe schierarlo titolare con Dzeko, sia fondamentale per il rinnovo (annuale) del contratto: “Aspetto Pallotta e vedremo cosa fare, io dirò la mia e lui la sua quando ci metteremo a tavolino, sperando che tutti escano contenti. Mi aspetto correttezza. Io ho sempre cercato di metterci la faccia, così sto male io e stanno male le persone che mi stanno intorno. Non ho mai detto a nessuno ‘voglio giocare’, ma sto bene e sono a disposizione”. La lesione muscolare alla coscia destra è archiviata, ma al momento tutto lascia pensare a un clamoroso divorzio a fine a stagione.

Considerazioni finali. Sinceramente avremmo preferito che Totti, da buon Capitano, alzasse la voce o dicesse la sua quando la Roma era allo sbando vittima della disastrosa gestione Garcia. E magari si pronunciasse anche sulla questione “Olimpico deserto”, tifosi distaccati e Curva Sud vuota. La Roma tocca il fondo uscendo dalla Coppa Italia contro lo Spezia e Totti rimane in silenzio. Ora che si tratta di interessi personali, invece, interviene rischiando di destabilizzare una squadra in ripresa, un ambiente che sta cercando di liberarsi dalle scorie del passato grazie all’ottimo lavoro di Spalletti. Purtroppo, questo è sempre stato l’unico grande limite dell’immenso Capitano giallorosso: la mancanza di personalità. Totti avrebbe meritato di vincere il Pallone d’Oro per le sue enormi potenzialità tecniche (e lo avrebbe vinto se fosse andato al Real Madrid quando Florentino Perez lo corteggiava), ma, non è mai stato un leader. Restare in silenzio quando ci sarebbe stato bisogno di parlare e sfogarsi quando le cose vanno bene non aiuta la Roma. Soprattutto perchè lo sfogo è firmato da un calciatore che nella Roma giallorossa è considerato una leggenda, un monumento, un mito. Per il futuro pertanto proviamo umilmente ad avanzare una proposta: Totti, che a settembre compirà 40 anni, accetti un rinnovo annuale di contratto a una cifra importante si ma non galattica, e il club lavori per inserirlo in futuro nei quadri societari o tecnici con un incarico di prestigio a fronte di una carriera unica. Tutto ciò nella speranza che Spalletti voglia Totti in rosa anche l’anno prossimo. Le parti devono venirsi incontro: Totti deve capire che a 40 anni purtroppo si può essere un valore aggiunto solo giocando spezzoni di partita, Spalletti, dal canto suo, non offenda più il Campione con la “c” maiuscola facendolo entrare a 3 minuti dal termine. Tre minuti più tre di recupero: i famigerati “6 minuti” della discordia.

 

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