di FABIO CAMILLACCI/ La Champions League ti riconcilia col calcio. Spettacolo unico, rispetto a tanta mediocrità del nostro mondo della pedata. Oltretutto in questa competizione fortunatamente non c’è la Var: emozione pura. Se poi la sfida è tra il ricco Paris Saint Germain dell’emiro e il Real Madrid cioè la squadra più titolata al mondo e con ben 12 Coppe Campioni in bacheca, allora la grande bellezza del calcio si moltiplica e amplifica le emozioni di chi ama questo sport. Nel ritorno degli ottavi di finale, gara senza storia al Parco dei Principi di Parigi. Vince 2-1 il Real e vincono i tifosi parigini: meravigliosa la coreografia iniziale, commovente il ricordo di Davide Astori con tanto di minuto di raccoglimento. Nonostante il 3-1 “blanco” nell’andata del Bernabeu, il Psg scende in campo timido, senza idee e senza grinta. Con uno spirito del genere la “remuntada” è impossibile. Transalpini deludenti ma “Galacticos” straordinari come gioco, mentalità, personalità, individualità, gruppo unito e compatto.
“Merengues” da sogno. Se nella Liga spagnola il Real è soltanto terzo, in Champions la squadra di Zidane non sbaglia una partita da 3 anni e due Coppe Campioni consecutive (mai nessuno come il Real). E Zizou si conferma grande tecnico azzeccando ancora una volta tutte le scelte. Rivoluziona la squadra, tiene in panchina alcuni pezzi da novanta e trionfa nuovamente. Al contrario, il tecnico dei francesi Emery sbaglia tutto per l’ennesima volta e a fine stagione verrà sollevato dall’incarico. Non può bastare l’attenuante dell’assenza di Neymar. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, nella ripresa il solito Cristiano Ronaldo porta in vantaggio il Real Madrid finalizzando un’azione da manuale del calcio. Verratti si fa espellere per doppia ammonizione, Cavani pareggia; Casemiro chiude il conto. E’ spaventosa la semplicità con cui il Real fa girare il pallone: azioni d’attacco in stile pallanuoto, gestione della palla come nel basket. Mostruosi.
Re CR7. Con Cristiano Ronaldo si rischia di passare per gretti e materialisti, perché alla fine si finisce sempre a parlare di numeri. Ma non c’è alternativa, perché i numeri di CR7 sono assolutamente impressionanti. Così impressionanti da chiudere ogni discussione, così enormi da confermare partita dopo partita lo status di alieno. Ogni partita un nuovo record: per quello di stasera, nella vittoriosa sfida sul campo del Psg, basta il colpo di testa al 6′ della ripresa. Con quel gol va a segno per la nona partita consecutiva in Champions, compresa la finale dello scorso anno. Nove su nove, come Ruud van Nistelrooy 15 anni fa: 14 gol nelle ultime 9, 22 reti nelle ultime 13 uscite precedute dall’inno di Champions. Quando poi si inizia a giocare “sul serio”, quando le sfide sono da dentro o fuori, il suo score è impressionante: sono 57 le reti segnate dagli ottavi in poi, con 19 lunghezze di distacco sul secondo, Leo Messi. Con il Real Madrid, complessivamente, siamo a 437 reti in 427 partite: e si infuria con Benzema perché non gli passa la palla per il 438° sigillo.
Ronaldo macchina da gol. Alla fine, insomma, segna sempre lui, così come alla fine passa sempre il Real Madrid. L’annata era cominciata con cinque giornate di squalifica in Liga, era continuata con i problemi fuori dal campo legati alle accuse di frode fiscale, è ancora caratterizzata da un rinnovo di contratto che non arriva, col rivale di sempre Messi che lo surclassa in quanto ad emolumenti. La Champions, però, può curare tutto, anche per il club di Florentino Perez, lontano 15 punti dal Barcellona in Liga ed eliminato in Coppa del Re. Per ora i “blancos” sono fra le migliori otto d’Europa, ma chi vuole arrivare a Kiev, e poi alzare la coppa, anche quest’anno dovrà fare i conti con il Real campione d’Europa e Cristiano Ronaldo. Come previsto passa anche il Liverpool agli ottavi: 0-0 ad Afield Road col Porto dopo il 5-0 Reds in terra lusitana. Quanto è bella ed emozionante la Champions League.
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